Pirateria

Pezzotto. Ulteriore stretta nel dl Omnibus, c’è anche il carcere

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Si affinano gli strumenti di contrasto alla pirateria audiovisiva e degli eventi sportivi. Approvati dalle Commissioni Bilancio e Finanza del Senato due emendamenti, con nuovi obblighi per i prestatori di servizi Vpn e Dns pubblici e la possibile reclusione fino ad un anno.

Dl omnibus, gli emendamenti

Approvati dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato due emendamenti al decreto omnibus relativi alla pirateria audiovisiva e degli eventi sportivi.

Il primo estende anche ai “fornitori di servizi Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili” l’obbligo di bloccare l’accesso ai contenuti diffusi abusivamente in violazione del diritto d’autore e della legge antipirateria.

L’altro obbliga i prestatori di servizi di accesso alla rete che “vengono a conoscenza” di condotte penalmente rilevanti di segnalarlo immediatamente all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria.

L’omissione della segnalazione e della comunicazione sono puniti “con la reclusione fino ad un anno“.

Il testo, che è in scadenza l’8 ottobre 2024, è atteso oggi a Palazzo Madama per poi successivamente passare in seconda lettura alla Camera dei Deputati.

Faro sui fornitori di servizi Vpn e Dns

Nel dettaglio, l’emendamento 6.0.35 a firma Zedda, Liris e Damiani, aggiunge la dicitura “fornitori di servizi di Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili, ovunque residenti ed ovunque localizzati“. Inoltre, viene aggiunta alla frase “provvedono comunque” anche un limite temporale allo stop alle trasmissioni una volta appurato il reato: “entro il medesimo termine massimo di 30 minuti dalla notificazione del provvedimento di disabilitazione“.

Prevista la reclusione fino ad un anno

L’emendamento 6.0.36, sempre a firma Zedda, Liris e Damiani, invece, agisce sulla legge antipirateria: “I prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, ivi inclusi i fornitori e gli intermediari di vpn (virtual private network) o comunque di soluzioni tecniche che ostacolano l’identificazione dell’indirizzo IP di origine, gli operatori di content delivery network, i fornitori di servizi di sicurezza internet e di DNS distribuiti, che si pongono tra i visitatori di un sito, e gli hosting provider che agiscono come reverse proxy server per siti web, quando vengono a conoscenza che siano in corso o che siano state compiute o tentate condotte penalmente rilevanti ai sensi della presente legge” devono “segnalare immediatamente” alle autorità “tali circostanze, fornendo tutte le informazioni disponibili” e notificare “un punto di contatto” per comunicare direttamente. E nel caso di “omissione della segnalazione” e “della comunicazione” da parte dei prestatori di servizio si punisce “con la reclusione fino ad un anno“.

Le multe

Nei giorni scorsi, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), assieme alla Guardia di Finanza e la procura della Repubblica di Roma, avevano firmato un protocollo che consente di mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria i dati identificativi di chi fruisce del cosiddetto pezzotto, cioè di contenuti audiovisivi offerti illegalmente su piattaforme pirata, le Iptv illegali.

La legge prevede sanzioni da 150 fino a 5.000 euro per gli utenti finali che usufruiscono di contenuti audiovisivi relativi ad eventi sportivi in violazione del diritto d’autore e della legge antipirateria.

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