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C’è Intel nei pensieri di Qualcomm: pronto il gigante Usa dei semiconduttori?

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All'orizzonte un'acquisizione storica, che aprirebbe le porte ad un super-colosso del segmento semiconduttori. L'unico modo per vincere la sfida di oggi e domani, nel centro del boom dell'intelligenza artificiale e delle difficoltà economiche della Silicon Valley.

Altro che fulmine a ciel sereno. La notizia secondo cui Qualcomm potrebbe acquisire il business dei semiconduttori di Intel è un vero terremoto sullo scenario economico globale. Non a caso, solo pochi mesi fa, la trimestrale di Big Blue aveva dimostrato le crescenti difficoltà nel mantenere la leadership in un segmento che è all’improvviso diventato terreno di scontro con attori nuovi e vecchi. Basti pensare a Nvidia, che ha fatto del trend dell’IA generativa un motore di scalata in cima alle imprese dal più alto valore di mercato. Ma anche ad AMD e la mina vagante Apple, che rappresenta per ora una nicchia con il suo Apple Silicon ma con obiettivi ben più ampi.

Cosa è successo

Nel fine settimana, una gola profonda di Wall Street ha spifferato che, seppur ancora lontano dall’essere finalizzato, esiste la possibilità di un accordo tra Qualcomm e Intel per l’acquisizione della parte chip di quest’ultima. Un’audace mossa strategica da parte di Qualcomm, già leader nel settore dei processori mobili, che andrebbe così a espandere la sua influenza nel mercato dei chip per PC e data center, settori tradizionalmente dominati da Intel.

L’offerta di Qualcomm arriva in un momento di profonda crisi per Intel. L’azienda ha faticato a tenere il passo con l’evoluzione tecnologica, perdendo terreno nel fiorente mercato dell’intelligenza artificiale. I recenti annunci di licenziamenti e ristrutturazioni testimoniano le difficoltà in corso. Se l’acquisizione andasse a buon fine, potrebbe rappresentare un’opportunità di rinascita per Intel, consentendole di accedere a nuove risorse e tecnologie.

Mentre queste voci non sono ancora state confermate, Bloomberg ha aggiunto un ulteriore elemento alla vicenda: il gruppo di private equity Apollo starebbe valutando un investimento multimiliardario in Intel.

Un nuovo gigante nell’occhio dell’antitrust

La fusione tra Qualcomm e Intel potrebbe dare vita a un colosso tecnologico dal marchio statunitense in grado di competere con altri giganti del settore come Nvidia e AMD, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale e del computing ad alte prestazioni. Non senza le dovute precauzioni da parte degli organi regolatori, sempre molto attenti nel considerare il rischio di monopolio. Qui sembra tutto molto complesso, vista appunto la pletora di attori sulla piazza ma è bastato molto meno per ritardare l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, una mossa importante ma meno impattante nel mondo dei videogiochi.

Arma a doppio taglio

Negli ultimi anni, Qualcomm ha fatto incursioni nel mercato dei laptop con chip basati sull’architettura Arm, come lo Snapdragon X Elite, che ha persino trovato posto nel prossimo Surface Laptop di Microsoft. Ad esempio, negli ultimi anni, ha sfruttato l’ondata di Generative AI e ha introdotto chip per laptop basati sull’architettura Arm: Snapdragon 8CX (lanciato nel 2018) e Snapdragon X Elite (rilasciato il 25 ottobre 2023). Tra questi, quest’ultimo è diventato l’arma di Qualcomm per entrare nel mercato dei laptop.

Se Qualcomm dovesse effettivamente acquisire Intel, il vantaggio più grande sarebbe quello di migliorare il business dei chip mobili di Qualcomm nella fase di progressiva saturazione, sfruttando l’onnipresente tecnologia dei chip di Intel e i vantaggi di mercato nei personal computer (PC) e nei server. La mossa migliore per arrestare, fin da subito, l’ascesa di Nvidia.

Le reazioni del mercato

Ma ci sono dei seri dubbi sul processo di acquisizione: non solo l’operazione sarebbe costosa, ma ci sono anche motivazioni tecniche importanti, come le differenze fondamentali tra le architetture x86 di Intel e Arm di Qualcomm, il che vorrebbe dire portare avanti due filoni separati e destinati a non incontrarsi, almeno nel breve periodo. L’atteggiamento dei mercati dei capitali verso questa notizia si riflette nei prezzi delle azioni: alla chiusura del 20 settembre, il prezzo delle azioni di Qualcomm è sceso del 2,87%, mentre Intel è rimbalzato del 3,31% (toccando persino il 9,46% ad un certo punto). Ciò riflette anche indirettamente la visione del capitale su una notizia che non può passare per inosservata.

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