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Space economy, opportunità per le aziende no-space

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Le potenzialità di business per le aziende no-space in ambito spaziale. Questo il tema di un panel che si è tenuto in occasione degli Stati Generali della Space Economy.

Le potenzialità di business per le aziende no-space in ambito spaziale. Questo il tema di un panel che si è tenuto in occasione degli Stati Generali della Space Economy, che si sono tenuti l’11 e 12 settembre a Torino e Milano da cui emerge che le tecnologie dello spazio possono rivoluzionare numerosi settori, dall’agricoltura alla risposta alle calamità naturali.

Queste potenzialità, secondo PwC, si svilupperanno secondo tre principali filoni: ricerca e sviluppo in microgravità su nuove Stazioni Spaziali commerciali; sfruttamento dei dati spaziali per attività economiche terrestri; colonizzazione della luna per l’uso di risorse minerarie.  

In questo contesto, importante ragionare anche le prospettive legate all’obbligo assicurativo per attività spaziali commerciali, come previste da recente Ddl approvato dal CdM.

La posizione dell’AIAD

AIAD è la Federazione, membro di Confindustria, in rappresentanza delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.

La Space economy è legata per la metà allo sfruttamento delle comunicazioni (TV, DTH, terminali). In prospettiva questa percentuale è destinata a diminuire a favore di nuove componenti legate alla microgravità ed agli insediamenti abitati in orbita bassa e su altri corpi celesti, in primis la luna.

La posizione di AIPAS

La posizione di AIPAS (Associazione delle Imprese per le Attività Spaziali) prevede come ambito di interesse soprattutto i futuri veicoli spaziali (ad esempio Space Raider), le nuove Stazioni spaziali commerciali per la ricerca e la produzione in microgravità, lo sfruttamento dei dati spaziali per attività economiche terrestri, la colonizzazione della luna e lo sfruttamento delle risorse minerarie spaziali.

Fra le attività chiave ci sono i lanciatori, le esplorazioni, le telecomunicazioni e l’osservazione della Terra. Lunga tradizione nell’uso di simulatori e digital twins.

La posizione di Intesa San Paolo

Gli interessi di Intesa San Paolo per la Space Economy riguardano questioni economiche, interessi strategici e geopolitici, ricadute tecnologiche su molti altri settori industriali e dei servizi dall’aerospazio, sinergie con il paradigma dell’economia circolare, ha detto Luigi Ruggerone, Senior Director – Research and Business Development Intesa San Paolo Innovation Center.

Nel nostro paese, secondo stime della Italian Trade Agency, sono circa 250 le aziende che operano nel settore spaziale e che impiegano poco meno di 7mial persone a fronte di un fatturato di circa 2 miliardi di euro.

Secondo dati OCSE su spesa pubblica dedicata alla ricerca, l’Italia è al secondo posto dietro alla Francia, ma davanti a Belgio e Usa.

Il settore dell’osservazione della Terra, dove l’Italia è all’avanguardia, si stima al raddoppio del fatturato nel 2030 per raggiungere i 25 miliardi di dollari nel 2040.

Le stime prevedono un fatturato globale per l’economia spaziale dell’ordine di 600 miliardi di dollari entro il 2030 e di quasi un trilione di dollari nel 2040.

La posizione del MIMIT

Le risorse pubbliche disponibili per investimenti sui programmi spaziali sono pari a 7,3 miliardi di euro entro il 2026 in Italia. I tre principali filoni di sviluppo sono la ricerca e sviluppo in microgravità su nuove Stazioni Spaziali commerciali; lo sfruttamento dei dati spaziali per attività economiche terrestri; la colonizzazione della luna per l’utilizzo delle risorse minerarie.

C’è poi l’utilizzo pieno e integrato delle informazioni provenienti dall’Osservazione della Terra in diversi settori industriali e tecnologici.

Il mercato dei servizi di osservazione della terra (downstream) in Italia nel 2023 ha raggiunto un valore di 200 milioni di euro, con un tasso di crescita prospettico dell’8-10% trainato dal settore pubblico al 70%.

Il decommissioning della ISS (Stazione Spaziale Internazionale) costituirà un importante punto di accelerazione per lo sviluppo della nuova dimensione commerciale dello Spazio.

Accordo del Governo con la statunitense Axiom

Il 19 maggio 2022 il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao ha firmato oggi a Palazzo Chigi un Memorandum d’Intesa tra il Governo italiano e l’azienda Axiom Space rappresentata dal suo Presidente e CEO Michael Suffredini. Axiom Space sta infatti costruendo, avvalendosi di importanti collaborazioni con l’Aeronautica Militare e l’industria italiana, in collaborazione con la NASA, una nuova stazione spaziale commerciale. L’accordo intende approfondire la cooperazione per lo sviluppo e l’attuazione di progetti in ambito aerospaziale e prevede che il Governo e Axiom Space collaborino per raggiungere i seguenti obiettivi:

  • la promozione del mercato nell’orbita bassa terrestre per sviluppare concretamente un’economia spaziale resiliente;
  • lo sviluppo di un modello di collaborazione pubblico privata per un’infrastruttura spaziale efficiente ed economica moderna integrata alla futura stazione spaziale di Axiom, che possa consentire la ricerca in microgravità e dare continuità agli sviluppi tecnologici e alle operazioni in orbita dopo la disattivazione della Stazione Spaziale Internazionale;
  • la promozione di progetti di ricerca collaborativi nel campo dei materiali avanzati, prodotti farmaceutici, produzione in orbita di tecnologie innovative per applicazioni suborbitali, sicurezza e protezione dello spazio, modellazione e simulazione, medicina aerospaziale, intelligenza artificiale e robotica;
  • l’arricchimento delle eccellenti e storiche relazioni bilaterali tra gli Stati Uniti e l’Italia, con una cooperazione anche nel campo del volo spaziale commerciale visto come opportunità per sviluppare un nuovo capitolo della presenza umana attorno alla Terra e sulla Luna a beneficio di tutta l’umanità.

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