Delusione Skype. eBay svaluta l’asset a causa di profitti inferiori al previsto

di Alessandra Talarico |

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Niklas Zennstrom

Le aspettative, quando 2 anni fa eBay acquistò Skype per 2,6 miliardi di dollari, erano molto ambiziose. La maggiore società di aste sul web, però, ha dovuto fare i conti con una realtà molto meno lusinghiera e ha deciso infine di svalutare di circa il 50% il suo investimento nella compagnia, che a fronte di un numero record di utenti – oltre 200 milioni quelli registrati – non riesce a produrre i frutti sperati.

 

Allo stesso tempo, per dare nuovo impulso a un business che langue il CEO Niklas Zennstrom – uno dei fondatori della società insieme a Janus Friis – passa a una carica non esecutiva, sostituito da Michael van Swaaij, attuale chief strategy officer di eBay.

 

Skype è un software per la comunicazione che funziona in due modalità: peer-to-peer e disconnesso. La prima permette di effettuare telefonate gratuite via web e funziona solamente se sia il mittente che il destinatario dispongono del client Skype. La seconda, a pagamento, permette di effettuare telefonate a numeri fissi o mobili di utenti non collegati tramite computer. In questa modalità, soprannominata SkypeOut, la comunicazione via internet arriva fino alla nazione del destinatario, dove viene instradata sulla normale rete telefonica.

 

Un modello di business che ha fatto tremare i grandi operatori telefonici e dato il via all’ascesa del VoIP quale alternativa semplice ed economica alla telefonia tradizionale, ma che ha anche creato qualche contraccolpo tecnico. Quest’estate il sistema è infatti andato in tilt per l’elevato numero di pc che in un ristretto intervallo di tempo hanno effettuato il login sul sito.

 

Ma il grande successo di pubblico non è andato di pari passo col profitto economico preventivato da eBay al momento dell’acquisto, quando la società americana sognava di fare di Skype il terzo polo – insieme ai business legati all’ecommerce e ai pagamenti online – di un conglomerato in piena espansione.

 

I profitti però non sono arrivati – 160 milioni di dollari il fatturato registrato nel primo semestre – e eBay ha quindi deciso di svalutare l’asset a 1,43 miliardi di dollari, di offrire agli azionisti 375 milioni di dollari per perfezionare l’acquisto e di abolire il versamento di ulteriori 1,5 miliardi di dollari previsti al momento dell’acquisizione se fossero stati raggiunti entro il 2008-2009 determinati risultati economici che evidentemente non ci saranno.

 

Il management ha tuttavia sottolineato che gli obiettivi a lungo termine per il gioiellino del VoIP resteranno invariati, ma sono in molti a credere che la svalutazione sia solo il primo passo verso la vendita della compagnia.

 

L’avverso destino di Skype, prodotto di maggior successo del duo Zennstrom-Friis – creatori del servizio di file sharing Kazaa e della Tv on demand su rete P2P Joost – segue la scia dell’altro pioniere del VoIP Vonage, sbarcato in Borsa con una capitalizzazione di 2,6 miliardi di dollari (pari a un collocamento da 17 dollari ad azione), ma crollato a un valore inferiore a un dollaro e con perdite che per l’ultimo trimestre si sono attestate a 34 milioni di dollari.

 

Zennstrom però non ci sta e difende strenuamente la sua creatura dalle critiche, affermando che “poche compagnie hanno visto crescere così rapidamente la propria base utenti”.

Non è vero, sostiene quindi Zennstrom, che Skype non ha saputo monetizzare la base utenti, dal momento che la società è stata profittevole nel rpimo semestre di quest’anno e ha anche visto crescere la propria market share rispetto ai concorrenti.

 

“Certa gente – ha sottolineato l’ex Ceo di Skype lanciando una stoccata al Ceo di eBay Meg Whitman – vuole fare soldi velocemente senza pensare a quale sia la giusta velocità di monetizzazione né al fatto che agire in maniera troppo aggressiva potrebbe provocare l’erosione della base utenti”.

 

L’uscita da Skype, ha spiegato ancora Zennstrom, non è stata una forzatura, perché dopo 4 anni “è giunto il momento che qualcun altro porti la società al suo prossimo livello di espansione”. Ma non per questo si tratta di un addio a cuor leggero: “oltre a creare un business – spiega al blog ThomasCrampton.com – Skype è entrato nella vita di milioni di persone e non posso non esserne orgoglioso”.

 

“Mi piace pensare – ha concluso – che con Skype abbiamo contribuito a ad accorciare le distanze tra le persone”.

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