Tutti stilisti e designer con l’AI generativa
Una frase di Coco Chanel è passata alla storia: “Io non faccio la moda. Io sono la moda”. Più che un’affermazione un concetto, che potrebbe ben adattarsi anche all’intelligenza artificiale (AI).
Oggi, chiunque può cimentarsi nella creazione di un abito, appunto, “alla moda”, prendendo spunto dalla storia o dal lavoro dei grandi stilisti del passato e del presente, o partendo da una semplice idea, basta utilizzare una delle tante soluzioni di AI generativa disponibili in rete, anche gratuite.
Questa estate, il video dal titolo “Runaway of Power” di una fantasiosa e ironica sfilata di moda creata con l’AI da InterdimensionalTV ha fatto il giro del mondo (quasi 160 milioni di visualizzazioni in poche settimane), anche grazie alla condivisione sul profilo personale X di Elon Musk.
Nel video si vedevano sfilare in abiti stravaganti una parata ironica e irriverente di star della politica e dell’economia, da Vladimir Putin a Joe Biden, da Donald Trump al dittatore coreano Kim Jong-un, da Kamala Harris a Xi Jinping, fino a Papa Francesco e lo stesso Elon Musk.
Per realizzare questo contenuto l’artista ha sicuramente utilizzato diverse piattaforme di AI generativa, probabilmente Midjourney, Runway Gen3, Flux o Luma Labs (non si sa di preciso, ma l’autore e AI artist Elliot Quartz, elenca quelle da lui più utilizzate sul suo profilo social), che in pochi minuti consentono di sviluppare contenuti di questo livello, ovviamente dominati dai deepfake di personaggi pubblici famosi (interessante l’ostentazione nel video di marchi come Louis Vuitton e Supreme, che generalmente non perdonano l’uso improprio senza autorizzazione).
I migliori generatori di immagini AI per la moda
Ma sono numerosi generatori di immagini AI per la moda, per personalizzare le creazioni, per accedere ed utilizzare grandi database per produrre prototipi in breve tempo, fino a far sfilare modelli su una passerella virtuale, semplificando di fatto il processo creativo e di design.
Tra i più utilizzati generatori di immagini per il design di moda advanced e indipendente troviamo “The New Black”, per realizzare prototipi c’è “Off/Script”, per la moda personalizzata “Ablo”, per conoscere le ultime tendenze “Botika”, per lo styling di moda virtuale “Stylista”.
Strumenti che trovano non solo il favore del grande pubblico degli appassionati di moda e abbigliamento, ma soprattutto dei professionisti, dei giovani stilisti e creativi, dei designer, magari indipendenti, non affiliati o alle dipendenze delle grandi maison.
Un’occasione per i creativi indipendenti, ma è davvero una strada per tutti?
Secondo uno studio condotto dal Comité Colbert e Bain & Co: “Nelle grandi case, ci sono attualmente una media di 5,8 test e progetti pilota. In quelle più piccole, siamo a 5,3. Ciò significa che la startup di AI generativa è altrettanto potente per l’intero settore. Una sorpresa, spiegata dal fatto che tutti i marchi stanno riscontrando un ritorno sul loro investimento in questi sviluppi”.
Le soluzioni di AI sono in media molto costose da acquistare e far lavorare, anche perché oltre alle piattaforme bisogna circondarsi di data scientist e assumere professionisti specializzati. Ma l’AI generativa in particolare sembra aver cambiato le regole e favorito una maggiore accessibilità economica e tecnica a queste tecnologie avanzate.
Sicuramente la tecnologia sta semplificando un po’ troppo il percorso dello stilista ‘fai da te’, ma di fatto questo sta accendo e il rapporto tra AI e moda si fa sempre più stretto. I dubbi sono sempre gli stessi e vertono sia sul concetto di proprietà intellettuale, sia di professionalità.
Il gusto, il talento, il genio creativo, si possono davvero acquisire pagando un’AI generativa e scrivendo i giusti prompt? Davvero tutti possiamo diventare stilisti, designer e creativi della moda e del lusso? Come distinguere tra democratizzazione di un settore da sempre esclusivo e mediocrazia?