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Come sarà la nuova Alexa?

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La nuova versione di Alexa sfrutterà quindi non ChatGPT (come, in un certo senso, accadrà con gli iPhone e Siri nella prossima versione di iOS), ma il modello di intelligenza artificiale generativa Claude, sviluppato da Anthropic.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui..

Se davvero si chiamerà “Remarkable Alexa”, come pare in questi giorni, non sarà facile considerarla altro da quello che è, cioè un’ammissione di colpa da parte di Amazon: significherebbe infatti che quella prima era “unremarkable”, insignificante. E non sembra neppure una valutazione troppo severa degli assistenti vocali di prima generazione, se si considerano le novità portate dall’intelligenza artificiale anche solo negli ultimi mesi.

Prendiamo la solita ChatGPT, che non è solo accessibile da PC ma anche da smartphone o altri dispositivi mobili e può essere interrogata usando la voce, tramite il microfono del proprio dispositivo, e “leggere” le proprie risposte: per molti utenti, con un servizio così continuare a dire “Alexa” o “Ehi Siri”, cercando di pronunciare le parole con le sfumature giuste per farsi capire e sperando di avere in cambio qualche informazione sensata, è del tutto inutile. Ed è pure gratuito, se non si vogliono i vantaggi dell’abbonamento al servizio di OpenAI (va ovviamente calcolato il costo della propria tariffa telefonica, ma c’è sempre SOSTariffe.it per trovare le più convenienti del momento).

In ogni caso, “remarkable” o meno, la nuova Alexa sta per debuttare, secondo i beninformati a ottobre di quest’anno, in tempo per la stagione delle festività negli Stati Uniti. Una su tutte, ovviamente: il Black Friday che proprio Amazon ha contribuito a rendere un appuntamento irrinunciabile per lo shopping mondiale prima delle feste natalizie, con il relativo seguito di Cyber Monday e simili appendici create per l’occasione. In questi giorni, l’azienda di Bezos ne approfitta per offrire con forti sconti tutta la sua gamma di dispositivi dotati di Alexa, in primo luogo gli smart speaker Echo, e fatturare miliardi; ma evidentemente anche Amazon ha capito che ormai questi gadget rischiano di sembrare al consumatore dei vetusti soprammobili elettronici, ed è il caso di dare una svecchiata alla voce che li anima per evitare il prossimo tracollo.

Ecco Claude, il futuro cuore di Alexa

Oggi Amazon – che anni fa aveva stupido il mondo con la prima Alexa, che sembrava uscita da un film di fantascienza – sta affrontando una competizione sempre più intensa nel mercato degli assistenti vocali. Rivali, si è detto, come OpenAI con la Modalità Vocale Avanzata di ChatGPT, Google con il sistema di chat vocale Gemini e Apple con Siri, che si prepara a lanciare un importante aggiornamento chiamato Apple Intelligence, stanno avanzando rapidamente con tecnologie innovative.

La nuova versione di Alexa sfrutterà quindi non ChatGPT (come, in un certo senso, accadrà con gli iPhone e Siri nella prossima versione di iOS), ma il modello di intelligenza artificiale generativa Claude, sviluppato da Anthropic, la startup in cui Amazon ha investito 4 miliardi di dollari nel 2023. La scelta di utilizzare Claude (e non una più agevole soluzione fatta in casa) è dovuta al fatto che le versioni iniziali basate sull’intelligenza artificiale interna di Amazon si sono dimostrate poco performanti, con tempi di risposta lenti e difficoltà a rispondere correttamente alle richieste degli utenti. Le prime versioni interne del nuovo assistente vocale hanno infatti evidenziato diversi limiti: alcuni utenti hanno segnalato ritardi di sei o sette secondi prima che Alexa rispondesse alle richieste – quando la rapidità, in questi casi, è desiderabile quanto l’attendibilità della risposta, visto che altrimenti cercheremo direttamente noi la risposta su Google – dimostrando che l’AI aveva difficoltà nel comprendere e processare correttamente i comandi.

Tante funzioni in più, ma a pagamento

Remarkable Alexa introdurrà una serie di nuove funzionalità che sfrutteranno la potenza dell’intelligenza artificiale generativa: in particolare, si parla di riassunti di notizie generati direttamente dall’AI (per capirci, quando interrogata sulle ultime notizie, oggi in Italia oggi Alexa si limita a trasmettere uno spezzone del GR1), ma anche un chatbot pensato per i bambini e strumenti avanzati per il cosiddetto “commercio conversazionale”, e cioè tutte quelle transazioni che fanno largo uso della messaggistica, sempre più diffuse. La nuova “notevole” Alexa, almeno nelle intenzioni, sarà infatti in grado di gestire conversazioni complesse con l’utente, ricordando le informazioni precedenti già date e acquisite, e fornendo suggerimenti per acquisti o altre attività, tra cui, per esempio, consigli sui vestiti per le vacanze o la gestione delle preferenze di automazione domestica, come l’impostazione delle sveglie e la registrazione di programmi TV, in modalità “smart”.

Tutto questo – e qui arrivano le dolenti note per il consumatore – ha comunque un costo.
Amazon prevede infatti di introdurre un abbonamento per accedere alla versione Remarkable di Alexa, con un costo mensile che nelle ipotesi sarà, per gli Stati Uniti, tra i 5 e i 10 dollari. La versione attuale di Alexa, denominata “Classic Alexa”, continuerà a essere disponibile gratuitamente. L’introduzione dell’abbonamento è, molto chiaramente, il tentativo di rendere finalmente redditizia la divisione Alexa, che finora non è riuscita a generare profitti significativi, nonostante Amazon abbia venduto oltre 500 milioni di dispositivi compatibili. Si stima che circa il 10% dei 100 milioni di utenti attivi di Alexa potrebbero passare alla versione a pagamento, generando potenzialmente 600 milioni di dollari di ricavi annui.

A settembre le prime dimostrazioni, ma c’è un problema di concorrenza

Se è vero che Amazon ha tradizionalmente sviluppato tecnologie AI internamente per mantenere il controllo totale sull’esperienza utente e sui dati, la scelta di affidarsi a Claude di Anthropic rappresenta un netto cambio di strategia. Una decisione, come si è visto, non è isolata, in quanto altre grandi aziende come Microsoft e Apple hanno già collaborato con OpenAI per integrare tecnologie AI avanzate nei loro prodotti. Amazon si è dunque allineata a questa tendenza per migliorare l’efficienza di Alexa e competere meglio nel mercato.

L’evento annuale di Amazon, dove sarà presentata la nuova Alexa, sarà anche il primo evento pubblico del nuovo responsabile dei dispositivi Amazon, Panos Panay, che ha da poco sostituito David Limp. Durante l’evento, sarà possibile vedere una dimostrazione delle capacità della nuova Alexa, in previsione del lancio ufficiale previsto per ottobre.

Va anche ricordato che l’investimento di 4 miliardi di dollari in Anthropic, che ha garantito ad Amazon un accesso anticipato alla tecnologia AI del partner, è attualmente sotto indagine da parte delle autorità di regolamentazione del Regno Unito. L’UK Competition and Markets Authority sta infatti valutando se la partnership possa creare problemi di concorrenza, con un’indagine che potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi. Anche Google ha investito almeno 2 miliardi di dollari in Anthropic, dimostrando l’interesse generale dei grandi player tecnologici per l’AI generativa delle piccole (o medie) software houses.

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