Per capire bene l’attuale “scontro” tra Unione Europea e Elon Musk è utile fare un parallelismo con l’Italia e a quando Silvio Berlusconi ha utilizzato le sue televisioni e giornali per sostenere le sue campagne elettorali, le attività di Governo e le sue idee politiche. Per tamponare questo effetto, l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro volle la par condicio (la legge n. 28 del 2000) per regolare la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica.
Oggi siamo nell’era dei social e X è di proprietà di un imprenditore che fa apertamente politica (a favore dei Governi e di leader di destra) sul social stesso. Tutto lecito nell’alveo della libertà di espressione, purché poi non si sfoci nella veicolazione di fake news – postate anche artatamente – come è accaduto di recente per alimentare la sollevazione popolare contro il governo democratico in UK.
Musk “prima ha accreditato un’origine araba dell’assassinio delle tre ragazzine, per soffiare sul fuoco del razzismo, poi si rivolge direttamente ai gruppi neo fascisti informandoli che il governo laburista starebbe preparando un piano di deportazione nelle Falkland, le isole sotto protettorato inglese al largo delle coste argentine. Una notizia che arriva proprio mentre si arroventano le piazze delle città del paese prese d’assalto da manipoli di gruppi eversivi”.
“È la prima volta che un social, riconoscibile e addirittura identificato nella sua proprietà”, ha scritto Michele Mezza su strisciarossa, “si spinge a guidare una sollevazione popolare contro un governo democratico”.
Breton scrive a Musk, che pensa di fare quello che vuole su X. Ma non è il suo giocattolo politico, nonostante sia di sua proprietà
In virtù di quanto accaduto nel Regno Unito, alla vigilia della sua intervista a Donald Trump in diretta su X, il Commissario europeo Thierry Breton ha scritto questa lettera a Elon Musk, invitandolo a evitare l’uso di contenuti potenzialmente d’odio come previsto dal Digital Service Act (DSA).
Musk ha risposto con questo meme a Breton:
Musk, ovviamente, non può pensare di fare quello che vuole su X, bypassando le regole europee. Ecco cosa rischia:
“Se Elon Musk non si adegua alle regole europee sui servizi digitali, la Commissione Ue chiederà agli operatori Telecom continentali di bloccare X o, nel caso più estremo, imporrà di smantellare totalmente la piattaforma nel territorio dell’Unione”. Ad affermarlo nell’intervista a Repubblica è Sandro Gozi, europarlamentare eletto in Francia con il partito di Emmanuel Macron, segretario del Partito Democratico Europeo che a Strasburgo è membro della presidenza dei liberali di Renew.
“L’Europa”, spiega Gozi, “non vuole impedire alle aziende digitali di ospitare dei post, ma vogliamo bloccare la viralità dei contenuti considerati estremisti, innanzitutto dell’incitazione all’odio in quanto minano il funzionamento democratico delle nostre società e nella vita reale possono portare a episodi violenti. Diffondere in modo virale contenuti violenti online può portare alla violenza offline. Non siamo più al far west digitale… Gli va spiegato in inglese: “Freedom of speech is not freedom of reach”.