Nei primi sei mesi del 2024 X (ex Twitter) ha registrato una flessione del 24% dei ricavi pubblicitari nel 2024, pari a 238 milioni di dollari in meno.
Nel complesso, nei primi sei mesi dell’anno i ricavi pubblicitari di X (ex Twitter) ammontano a 744 milioni di dollari, pari ad una flessione del 24% rispetto ai 982 milioni dello stesso periodo del 2023, secondo stime del sito specializzato MediaRadar.
Questo dato non fa che attestare un fatto già evidente ai più, ovvero che X ha un problema di fatturato.
La pubblicità rappresenta circa il90% dei ricavi totali, secondo il New York Times, sebbene X stia cercando di aumentare le entrate facendo pagare i badge di verifica e l’accesso al suo chatbot di intelligenza artificiale, Grok.
Valore di X più che dimezzato in due anni
A marzo, Elon Musk ha detto che la compagnia vale 20 miliardi di dollari, meno della metà dei 44 miliardi che a suo tempo aveva speso per acquistarla. A onor del vero, non è che in passato Twitter abbia mai portato dei grossi profitti anche prima dell’acquisizione da parte di Musk.
C’è da dire però che dal momento del take over, a ottobre del 2022, la pubblicità su X è sempre stata in difficoltà.
Elon Musk ha sempre chiesto agli inserzionisti di confermare i loro budget, senza nel contempo dare certezze sulla gestione dell’hate speech e della disinformazione.
Grosse defezioni fra gli inserzionisti
I membri della Global Alliance for Responsible Media (GARM) della World Federation of Advertisers, preoccupati che Musk avrebbe eliminato i suoi consolidati standard di sicurezza del marchio, hanno raccomandato ai membri di interrompere la spesa pubblicitaria sul sito. L’adesione volontaria al gruppo includeva diverse aziende, fra cui Dell, BP, Electronic Arts, IKEA, Microsoft e Pepsico.
Secondo una recente causa intentata da X contro la federazione, che ha portato rapidamente alla chiusura di GARM, almeno 18 aziende hanno smesso di acquistare pubblicità tra novembre e dicembre 2022. Fra queste CVS Health e Unilever.
Battaglia legale
X sostiene che GARM ha creato una cospirazione che ha visto i suoi membri “trattenere miliardi di dollari di entrate pubblicitarie”. Anche le aziende che non erano membri di GARM hanno sospeso la loro pubblicità, tra cui United Airlines e Volkswagen, così come gruppi per i diritti civili come la NAACP.
All’epoca, Musk minacciò di “nominare e svergognare” pubblicamente i gruppi che avevano sospeso i budget, contribuendo così ad allontanare centinaia di aziende. Le tensioni sarebbero divampate di nuovo circa un anno dopo, dopo un report secondo cui annunci di aziende come Walt Disney Co. e NBCUniversal comparivano vicino a post che elogiavano i nazisti.
Musk in difficoltà
X avrebbe poi intentato una causa contro il gruppo che aveva pubblicato il report, Media Matters. In risposta, diverse aziende hanno sospeso la loro pubblicità, tra cui Disney. “Non fare pubblicità”, ha detto Musk nel novembre 2023 al Times’ Dealbook Summit. “Se qualcuno prova a ricattarmi con la pubblicità? Ricattarmi con i soldi? Vai a farti fottere. Vai a farti fottere. È chiaro?” ha continuato, prima di chiamare per nome il CEO della Disney Bob Iger.
A giugno, mentre i ricavi pubblicitari della sua azienda crollavano del 36% anno su anno, Musk ha tentato di ritrattare quei commenti, insistendo sul fatto che non stava parlando “agli inserzionisti nel loro insieme”, ma sottolineando il suo impegno per la libertà di parola. Ha anche affermato che “gli inserzionisti hanno il diritto di apparire accanto a contenuti che ritengono compatibili con i loro marchi”, ma che “non è bello” quando pretendono “che non ci possano essere contenuti con cui non sono d’accordo sulle piattaforme”.