Edilizia

Un intero quartiere ‘stampato in 3D’, succede nella cittadina di Georgetown in Texas (video)

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Ci chiama Vulcan, è una stampante larga 14 metri ed è in grado di tirare su in poche settimane case con tre camere da letto. Il primo quartiere annunciato di 100 abitazioni. Il costo varia da 450 a 600 mila dollari a seconda della grandezza. Un mercato mondiale in crescita sostenuta entro la fine del decennio.

Un quartiere urbano di 100 case stampate in 3D, già in vendita

La piccola cittadina texana di Georgetown, situata a 45 km a Nord di Austin, capitale dello Stato, vedrà nascere a breve il primo quartiere urbano completamente stampato in 3D nella comunità di Wolf Ranch.

La tecnologia impiegata si chiama Vulcan ed è stata sviluppata da Icon. Si tratta di una stampante larga 14 metri, del peso di 4,75 tonnellate, progettata esclusivamente per ‘stampare case’.

Le abitazioni così realizzate faranno parte della “Genesis Collection” e sono vendute ad un prezzo che varia dai 450 ai 600 mila dollari. Secondo quanto riportato dalla Reuters, se ne sono vendute già 25 sulle 100 complessive previste dal progetto.

I rifugi in 3D sulla Luna?

Le prime strutture abitative in 3D sono state vendute da Icon nel 2018 sempre ad Austin, mentre la Nasa ha inserito il prodotto nel suo programma di esplorazione lunare Artemis Moon, come potenziale modello di rifugio da stampare direttamente sulla Luna, tramite sistemi automatizzati (robot quindi).

Il prezzo varia a seconda della grandezza delle case. Per tirare su un’abitazione ad un piano con tre o quattro camere da letto ci vogliono tre settimane, mentre i lavori per le fondamenta e il tetto seguono il metodo tradizionale impiegato in edilizia.

Le mura, spiegano da Icon, sono state progettate per resistere all’acqua, alla muffa, agli insetti e alle condizioni meteorologiche più estreme. In Texas si sono contati 9.700 tornado dal 1950 ad oggi, speriamo che gli abitanti di queste case 3D non debbano mai avere la sfortuna di testare l’annunciata resistenza della struttura ai venti devastanti di questi fenomeni naturali.

Si ottimizzano tempi e costi, ma che ne sarà dell’occupazione?

Rispetto all’edilizia tradizionale, Icon spiega sul suo sito che la stampa 3D delle case è più veloce, meno costosa, richiede meno lavoratori e riduce al minimo lo spreco di materiali da costruzione.

Meno costi, ma un impatto sociale e occupazionale non da poco con cui fare i conti da qui in poi.
Nella migliore delle ipotesi crescerà rapidamente il mercato del lavoro dedicato al comparto dell’edilizia 3D, con nuove e ricercatissime figure professionali, ma il rischio concreto è che il numero dei disoccupati in questo settore sarà maggiore dei nuovi occupati.

Secondo un recente report di Persistent Market Research, il mercato delle abitazioni stampate in 3D a livello mondiale passerà dagli attuali 35 milioni di dollari a 1,43 miliardi di dollari attesi entro il 2031, con un tasso medio annuo di crescita davvero alto, del +70% (Cagr 2024-2031).

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