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Automotive. Meloni-Urso “frontale” con Stellantis: cercano una società cinese per produrre in Italia

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Trattative in fase avanzata tra il Governo italiano e la big cinese Dongfeng Motor Group, secondo la Reuters, per realizzare un nuovo stabilimento nel nostro Paese e dare vita ad un avanzato hub industriale aperto a tutta l’Europa. Frecciata a Stellantis?

Cina alle porte per risollevare l’industria dell’auto italiana

Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ad inizio luglio aveva dichiarato che il tra Unione europea (Ue) e Cina bisognava impegnarsi a trovare una soluzione negoziale, soprattutto per quel che riguardava i dazi commerciali sull’importazione di auto elettriche.

Un cambio di postura industriale da parte del nostro Governo, rispetto ai mesi precedenti, quando lo stesso Urso e altri ministri tuonavano contro Pechino e la sua politica commerciale sleale, fatta di sussidi generosi verso le imprese nazionali, che creavano uno svantaggio non da poco per la controparte europea.

Appena due settimane dopo, il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, intervenendo a Pechino al business forum Italia-Cina, firmava l’intesa per la collaborazione industriale in sei settori strategici, tra cui l’automotive, in particolare la mobilità elettrica.

Dongfeng produrrà in Italia

Tornando nel nostro Paese, secondo la Reuters, in stato avanzato le trattative per la partecipazione della Dongfeng Motor Group alla realizzazione di un nuovo polo industriale in Italia dedicato all’automobile europea.

Dongfeng, che è il quarto gruppo industriale cinese per grandezza nel settore automotive (dopo Chang’an Motors, FAW Group, e SAIC Moto), con sede nella tristemente famosa Wuhan (da tanti indicata come città da cui è partita la pandemia di Covid-19), dovrebbe costruire in Italia un nuovo impianto di produzione.

L’impianto, una volta pronto, produrrà più di 100 mila veicoli l’anno.

Le trattative per l’avvio della progettazione sono in corso con il Governo e il ministero guidato da Urso, secondo fonti vicine alla questione.

Sempre secondo indiscrezioni stampa, il Governo potrebbe partecipare direttamente all’investimento per il nuovo hub industriale e vedrebbe il coinvolgimento di altri attori chiave del settore, tra cui aziende italiane di componentistica e apparecchiature elettroniche.

L’Italia punta a 1,3 milioni di veicoli all’anno

Inevitabilmente il pensiero corre a Stellantis, unico produttore di auto in Italia, che lo stesso Urso ha definito un’anomalia a cui porre rimedio.

L’Italia vuole risollevare l’industria dell’auto, passando dalle 800 mila vetture del 2023 a 1,3 milioni di veicoli all’anno.

Stellantis aveva annunciato un vigoroso aumento di produzione nel nostro Paese, con l’obiettivo di un milione di vetture all’anno entro il 2030, ma qualcosa è andato decisamente storto in queste stime.

Un obiettivo difficile da raggiungere, ma a cui l’Italia non rinuncerà, poco importa, a questo punto, se grazie a Stellantis o un’azienda straniera, magari anche cinese.

Una sfida diretta alla joint venture italo-francese, a cui ha preso parte la vecchia Fiat, che risponde a tono, invitando il Governo a stare attento, perché una scelta del genere potrebbe indurre Stellantis a disinvestire in Italia.

L’anomalia italiana, la frecciata a Stellantis

Come ha sottolineato Urso a margine del Forum Confcommercio di aprile, l’Italia è “l’unico grande Paese in Europa con una solo casa automobilistica, un’anomalia e “vi è un grande mercato interno che si rivolge spesso a macchine prodotte all’estero” a dispetto della tradizione automobilistica italiana e della competitività della sua filiera sulla componentistica.

Già in quell’occasione, Urso aveva confermato le trattative con i cinesi: “Dongfeng è uno degli interlocutori del Governo per stabilire un impianto produttivo in Italia”.

rispondendo alle domande sulla casa di produzione cinese, dopo le indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, ribadiva che “sì, c’è una interlocuzione con diverse case automobilistiche non soltanto asiatiche“.

Urso ha poi dichiarato a Class Cnbc, che l’Italia ha bisogno di ridurre il gap tra auto prodotte e immatricolate e per fare questo “c’è bisogno che Stellantis produca piú auto in Italia e c’è bisogno di almeno un’altra casa automobilistica che possa contribuire a creare quello che Stellantis non riesce a produrre da sola“.

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