Africa
Nel corso degli ultimi 5 anni, il mercato mobile in Africa è cresciuto a velocità doppia rispetto al resto del mondo, raggiungendo a fine 2006, quota 193 milioni di utenti. In un Continente in larga parte carente dei beni fondamentali, la telefonia mobile è considerata volano di sviluppo economico e coesione sociale, anche alla luce della mancanza di altre infrastrutture di comunicazione e accesso a internet.
Il ruolo dell’ICT nello sviluppo dell’economia africana è stata al centro del Summit Connect Africa, durante il quale gli operatori mobili della Gsm Association hanno annunciato investimenti per oltre 50 miliardi di dollari per fornire l’Africa sub-sahariana di infrastrutture di telefonia mobile.
Un impegno che non è che una goccia nel mare dei disagi infrastrutturali del Continente africano e che dovrà comunque andare di pari passo a strategie di sviluppo durevoli e incentrate sulla costruzione di relazioni costruttive tra i governi e l’industria.
Come ha sottolineato il presidente del Ruanda Paul Kagame, “la trasformazione dell’economia africana deve essere realizzata attraverso investimenti e commercio, opposti ad assistenzialismo e carità”.
Gli investimenti nel settore delle telecomunicazioni, secondo i dati dell’ITU, hanno raggiunto in Africa gli 8 miliardi di dollari nel 2005 contro i 3,5 miliardi del 2000. Le spese hanno riguardato un po’ più le reti di telefonia mobile, il cui numero si è moltiplicato per cinque durante lo stesso periodo.
Bisogna però pensare anche allo sviluppo della connettività a banda larga e per questo il segretario generale dell’ITU, Hamadoun Touré ha parlato di “investimenti da realizzare attraverso partnership win-win” che mettano insieme lo spirito imprenditoriale del settore privato africano e l’esperienza dei partner mondiali, con la speranza di poter contare anche sulla comunità internazionale e l’impegno concreto dei governi.
“Solo così il sogno non resterà utopia”, ha commentato Sha Zukang, sottosegretario generale Onu con delega agli affari economici e sociali.
Non si tratta infatti di un problema di tecnologie. “Quelle ci sono e sono in attesa di essere implementate, mentre manca la lista delle priorità politiche, delle decisioni e delle strategie per guidare la creazione di un’infrastruttura pan-africana”, ha spiegato Craig Barrett, presidente di Intel e della Global Alliance for Information and Communication Technologies and Development delle Nazioni Unite.
Stando agli obiettivi del programma Millennium Development Goals (MDGs), adottato dall’Onu e da tutte le organizzazioni internazionali, entro il 2015 i servizi ICT e a banda larga dovranno aver raggiunto tutti i villaggi africani.
Un obiettivo ambizioso e che vede schierata in prima linea anche la Commissione europea, che col Trust Fund for Africa ha stanziato aiuti finanziari per circa 100 milioni di euro, e la Banca d’Investimenti europea con prestiti per 260 milioni di euro per il periodo 2007-2008.
World Bank Group ha inoltre annunciato di voler raddoppiare il proprio impegno economico per l’Africa a 2 miliardi di dollari fino al 2012, mentre la African Development Bank (AfDB) nei prossimi 3 anni intende investire il 60% delle proprie risorse in infrastrutture, incluse quelle ICT.