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Startup AI, hanno attirato il 45% degli investimenti VC USA nei primi sei mesi dell’anno

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Solo nel secondo trimestre dell’anno sono stati investiti in capitale di rischio 55,6 miliardi di dollari, per un totale di 4.226 operazioni. Complessivamente, il 45% degli investimenti VC per i primi sei mesi dell’anno è andato alle startup AI. I casi CoreWeave e xAI.

L’onda degli investimenti VC sulle startup AI

Quasi la metà di tutti gli investimenti venture capital (VC) negli Stati Uniti nel primo semestre del 2024 sono stati destinati alle startup di intelligenza artificiale (AI), secondo le stime di PitchBook.

Il 26% del valore complessivo degli accordi è andato a due sole operazioni relative a CoreWeave e xAI nel secondo semestre dell’anno (rispettivamente 8,6 miliardi e 6 miliardi di dollari).

Estremamente significative le cifre degli investimenti VC in startup AI: solo nel secondo trimestre dell’anno sono stati investiti in capitale di rischio 55,6 miliardi di dollari, per un totale di 4.226 operazioni. Complessivamente, il 45% degli investimenti VC per i primi sei mesi dell’anno è andato alle startup AI.

Rischio “AI bubble” o reale opportunità di crescita?

È la conferma di una corsa generale ad investire in aziende e startup dell’AI, che di certo non dissipano, semmai aumentano, i timori di una bolla speculativa.

I più scettici ricordano la grande bolla delle dot-com (1997-2000) e sottolineano, come riportato da qz.com, che prima o poi la massiccia attenzione del pubblico (e forse del mercato) verso questa tecnologia potrebbe calare, anche perché tra la concreta possibilità di accedere ai vantaggi dell’AI e i tempi reali di sviluppo delle soluzioni dovrà passare ancora del tempo. E da sempre il tempo è denaro.

Al contrario, i sostenitori dell’intelligenza artificiale tendono a rispondere che questa tecnologia è diversa: sta avanzando alla velocità della luce e i suoi casi d’uso finora dimostrano che non si tratta di una bufala.

Si tratta però, come spiega bene il monitor PitchBook, di una fase molto positiva che riguarda una piccola schiera di startup ad alta crescita, mentre quelle di fascia media si trovano sempre in difficoltà. 

In sintesi, si può dire certamente che il settore va a gonfie vele, ma è anche vero che non tutte le startup in questione riusciranno a diventare OpenAI.

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