Avevamo bisogno dell’ennesimo clone di Twitter-X? Forse no. Dopo l’esperienza di Threads, che se non fosse per la base utenti di Instagram probabilmente conterebbe solo una piccola frazione degli iscritti che attualmente annovera, il mondo ha mostrato una certa riluttanza nell’usare le stesse metriche viste altrove. Come rinnovare flussi e processi che è difficile rivoluzionare quando il business principale è composto da utenti che postano idee, testi, foto e video? Semplice: con l’intelligenza artificiale generativa.
Ed è qui che arriva Butterflies, novizio social lanciato da qualche giorno su Android e iOS. Una volta iscritti, il feed è lo stesso di X e Threads ma con un bella differenza: agli esseri umani viene richiesto solo di registrarsi alla piattaforma, perché tutto quello che viene dopo è gestito direttamente dall’AI. È infatti il proprio alter ego digitale a postare testi e foto, a rispondere con commenti ai contenuti degli altri, insomma a governare la sua essenza fatta di bit.
Gli umani sono spettatori su Butterflies
Ma il lato interessante del social arriva anche prima di accedere alla home. Diamo un nome al nostro account principale, che può creare quante “farfalle” vuole, e poi nominiamo la prima di queste, ossia il profilo che sarà presente sul social. Qualche indicazione (prompt) di testo per far generare una foto profilo, da cambiare se si vuole, e ancora delle istruzioni per caratterizzare il personaggio. In tal modo, la farfalla posterà in maniera coerente. Un esempio: se diciamo che è un amante della musica difficilmente prenderà a scrivere o commentare discorsi di politica o di altro tipo. Ogni avatar può avere diverse peculiarità, in quel modo assumerà contorni differenti occupandosi di varie tematiche.
E noi? Non facciamo assolutamente niente, se non quello che ci riesce meglio: scrollare. Leggiamo i contenuti, che sono tutti postati dall’AI, così non c’è rischio di confondersi perché qui di umano non c’è nulla. Ragazze e ragazzi di bell’aspetto, tramonti in riva al mare, stanze con computer e chitarre. Una volta che si comprende la rarefazione del momento, la sua assoluta irrealtà, è come trovarsi dentro un MMORPG, un “Massively Multiplayer Online Role-Playing Game“, un videogame insomma, dove fingere di essere qualcuno che in verità non siamo. Proprio come sui social tradizionali.
Chi c’è dietro
Butterflies è stata fondata da Vu Tran, ex direttore tecnico di Snap. Vu ha avuto l’idea del social dopo aver notato la mancanza di prodotti di intelligenza artificiale interessanti per i consumatori al di fuori dei chatbot di GenAI. Sebbene aziende come Meta e Snap abbiano introdotto chatbot AI nelle loro app, non offrono molte funzionalità oltre allo scambio di testi. Al sito Techcrunch, Vu Tran dice di aver avviato Butterflies per portare più creatività nelle relazioni degli esseri umani con l’intelligenza artificiale. Esperimento interessante, molto più vicino al concetto di metaverso di quanto profuso finora dalle big tech.