Il quadro

G7, l’allarme del Papa: ‘L’AI non sia fonte di guerra. Serve un patto etico globale’. La moral suasion del Papa sui grandi della Terra

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Da tempo Papa Francesco ha espresso le sue preoccupazioni per un uso distorto dell'Intelligenza Artificiale. L'appello ai leaders della Terra per trovare un cammino condiviso per la regolazione di una tecnologia potenzialmente anche distruttiva.

Papa Francesco non è certo digiuno di intelligenza artificiale. Anzi. Qualche tempo fa girava la sua foto, un deepfake diventato virale, con indosso un piumino bianco da trapper che scalda la folla in Piazza San Pietro, come se fosse il cantante sul palco ad un maxi concerto. Ma le sue preoccupazioni nei confronti dell’AI vanno ben al di là di una semplice caricatura digitale che, ne siamo certi, lo avrà fatto più che altro sorridere. L’appello ai leaders della Terra per trovare un cammino condiviso per la regolazione di una tecnologia potenzialmente anche distruttiva.

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Papa Francesco preoccupato, serve un trattato internazionale sull’AI

Preoccupazioni tali, quelle per uno sviluppo distorto dell’AI da prendere la scena durante il suo intervento al G7 pugliese a Borgo Egnazia. E’ la prima volta di un Papa al G7 e il fatto che sia stato chiamato per indirizzare un discorso sula necessità di un approccio etico all’AI di fronte ai grandi della terra la dice lunga sull’importanza strategica e sulla delicatezza attribuita dalla Santa Sede al tema della regolazione e dei limiti da fissare all’AI generativa sul modello di ChatGPT.   

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Quest’anno il Papa argentino ha già parlato di AI con toni poco rassicuranti, utilizzando il suo messaggio di pace annuale per chiedere un trattato internazionale per garantire che l’intelligenza artificiale venga sviluppata e utilizzata eticamente. Francesco sostiene che una tecnologia priva dei valori umani di compassione, misericordia, moralità e perdono è troppo pericolosa per svilupparsi senza controllo.   

Il premier italiano Giorgia Meloni ha invitato Francesco e ha annunciato la sua partecipazione, consapevole del potenziale impatto del suo potere da star e della sua autorità morale nel coniugare una preoccupazione ampiamente condivisa sull’intelligenza artificiale con le sue priorità sulla pace e la giustizia sociale.

La popolarità del Papa volano del G7 come con il Live8 del 2005

“Il papa è, beh, un tipo di celebrità molto speciale”, ha detto John Kirton, politologo dell’Università di Toronto che dirige il think tank del G7 Research Group.

Kirton ha ricordato che l’ultimo vertice che ha avuto questo tipo di star power è stato quello del 2005 a Gleneagles, in Scozia, dove i membri decisero di cancellare i 40 miliardi di dollari di debiti dovuti da 18 dei paesi più poveri del mondo alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale.

Quel summit fu preceduto da un concerto Live8 a Londra presentato da Sting, The Who e Pink Floyd che attirò oltre un milione di persone in una dimostrazione di solidarietà contro la fame e la povertà in Africa senza precedenti.

“Il Gleneagles ha effettivamente fatto un fuoricampo e per alcuni è uno dei vertici di maggior successo”, ha detto Kirton.

La moral suasion del Papa sui grandi della Terra

E’ vero che sui leader del G7 riuniti a Borgo Egnazia non c’è la stessa pressione di allora, però il Papa (figura iconica e iper apprezzata anche fuori dal mondo strettamente clericale) può esercitare la propria autorità morale sui grandi del mondo, per rinnovare le sue richieste di salvaguardia per l’IA evidenziando le minacce che la nuova tecnologia generativa rischia di porre alla pace e alla società in generale.

L’intelligenza artificiale generativa ha stupito il mondo con le sue capacità di produrre risposte simili a quelle umane, ma ha anche suscitato diversi timori sul fronte sicurezza, suscitando un guazzabuglio di sforzi globali per tenerla a freno.

I rischi potenziali di un uso distorto

Alcuni si preoccupano dei rischi catastrofici ma lontani per l’umanità a causa del suo potenziale per creare nuove armi biologiche e potenziare la disinformazione. Altri si preoccupano invece dei suoi effetti sulla vita quotidiana, attraverso pregiudizi algoritmici che si traducono in discriminazioni o sistemi di intelligenza artificiale che eliminano posti di lavoro.

Nel suo messaggio di pace, Francesco ha fatto eco a queste preoccupazioni e ne ha sollevate altre. Ha detto che l’intelligenza artificiale deve mantenere le sue attenzioni principali sulla garanzia dei diritti umani fondamentali, sulla promozione della pace e sulla protezione dalla disinformazione, dalla discriminazione e dalla distorsione.

Ma al G7 leaders già consapevoli

Sul fronte della regolamentazione, Francesco in qualche modo farà una predica ai convertiti poiché i membri del G7 sono stati in prima linea nel dibattito sulla supervisione dell’IA.

Il Giappone, che lo scorso anno ha detenuto la presidenza di turno del G7, ha avviato il Processo di Hiroshima sull’intelligenza artificiale per elaborare principi guida internazionali e un codice di condotta per gli sviluppatori di intelligenza artificiale. In aggiunta a questi sforzi, il mese scorso il primo ministro Fumio Kishida ha presentato un quadro per la regolamentazione globale dell’intelligenza artificiale generativa, ovvero sistemi in grado di produrre rapidamente nuovi testi, immagini, video e audio in risposta a richieste e comandi.

L’Unione Europea è stata uno dei primi a muoversi con la sua legge sull’intelligenza artificiale. Un AI Act di ampio respiro, che entrerà in vigore progressivamente nei prossimi due anni, e potrebbe fungere da modello globale. L’AI Act prende di mira qualsiasi prodotto o servizio di intelligenza artificiale offerto nelle 27 nazioni del blocco, con restrizioni basate sul livello di rischio che comportano.

Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo sulla salvaguardia dell’IA e ha chiesto una legislazione per rafforzarla, mentre alcuni stati come la California e il Colorado hanno cercato di approvare le proprie leggi sull’IA, con risultati contrastanti.

Le autorità antitrust su entrambe le sponde dell’Atlantico hanno esaminato attentamente le grandi società di intelligenza artificiale, tra cui Microsoft, Amazon e OpenAI, per verificare se le loro posizioni dominanti soffocano la concorrenza.

Altre iniziative

La Gran Bretagna ha avviato un dialogo globale per contenere i pericoli più estremi dell’intelligenza artificiale con un vertice lo scorso autunno. In una riunione di follow-up a Seoul, le aziende si sono impegnate a sviluppare la tecnologia in modo sicuro. La Francia ospiterà un altro incontro della serie all’inizio del prossimo anno. Anche le Nazioni Unite sono intervenute con la loro prima risoluzione sull’intelligenza artificiale.

A margine del suo discorso all’AI, Francesco ha in agenda un’intera giornata di incontri bilaterali. Vedrà il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, nonché i leader invitati da Algeria, Brasile, India, Kenya, Turchia. Incontrerà anche i membri del G7, tra cui Biden, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il presidente francese Emmanuel Macron. Il presidente turco Erdogan, quello indiano Modi, Da Silva (Brasile), Ruto (Kenya) e Tebboune (Algeria).

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