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Nasce Space It Up, il sistema spaziale italiano pronto alla sfida “multiplanetaria”. 13 Università, 10 centri di ricerca e 10 imprese per 9 linee di ricerca

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L’iniziativa è stata finanziata con 80 milioni di euro dall’Asi e dal Mur. Erasmo Carrera (Politecnico di Torino), coordinatore del progetto: “Space It Up è un'iniziativa unica che per la prima volta vede tutti gli attori italiani lavorare insieme sui temi più rilevanti dello spazio”. Tra gli obiettivi, sviluppare applicazioni AI, studiare i cambiamenti climatici, rafforzare l'ecosistema spaziale italiano.

Al via l’iniziativa italiana “Space It Up” finanziata da Asi e Mur

Tredici Università, dieci centri di ricerca pubblici e privati, 10 imprese (Leonardo, TAS-I, Telespazio, Altec, E-Geos, Cira, Sitael, Argotec, TYVAk e Mapsat) per la più grande iniziativa nazionale nel settore spaziale: “Space It Up”.

A quattro mesi dal suo lancio, inizia così a muovere i suoi primi passi il partenariato esteso da cui è nata la Società consortile a responsabilità limitata (Scarl) Space It Up, che ha già ottenuto un finanziamento di 80 milioni di euro dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e dal ministero dell’Università e della ricerca (Mur).

Il progetto è coordinato dal Politecnico di Torino: “Lavoreremo in stretta collaborazione con tutti i partner, enti di ricerca e industrie del settore, per posizionare l’ecosistema nazionale del settore spazio come leader a livello europeo e internazionale. Strategico sarà inoltre il contributo del nostro territorio, in grado di coprire tutta la filiera dello spazio, dall’upstream al downstream, grazie alle sue consolidate competenze di ricerca, innovazione e industriali e alla forte sinergia tra tutti gli attori coinvolti. Un elemento chiave sarà lo sviluppo di infrastrutture di innovazione congiunte tra mondo della ricerca e mondo dell’industria, un playground condiviso in cui far crescere saperi, prodotti e servizi”, ha commentato il Rettore Stefano Corgnati.

Space It Up è un’iniziativa unica che per la prima volta vede tutti gli attori italiani lavorare insieme sui temi più rilevanti dello spazio. Questa risposta del sistema spaziale italiano alle richieste del PNRR mira a creare un progetto ambizioso e unitario, proiettato oltre il 2026, che possa competere a livello nazionale ed internazionale”, ha affermato il Professor Erasmo Carrera, coordinatore del progetto e referente per il Politecnico.

La prima convocazione del Cda, presieduto dal professor Carrera, avrà all’ordine del giorno la nomina del Direttore Generale e, quindi, la partenza delle attività.

Le 9 linee di ricerca (o Spoke)

Come illustrato nel comunicato di lancio, saranno centinaia i ricercatori impegnati nelle 9 linee di ricerca (Spoke) individuate dalla struttura Hub dedicata alle attività di lavoro, con sede sempre nel Politenico:

  1. nuove missioni per la protezione e lo sviluppo sostenibile del pianeta e missioni di esplorazione planetaria (Spoke 1);
  2. sviluppo della tecnologia per la creazione di “Digital twins”, i cosiddetti gemelli digitali (Spoke 2);
  3. la ricerca nel telerilevamento spaziale (Spoke 3);
  4. la progettazione, lo sviluppo e la qualificazione di sistemi di rilevamento miniaturizzati ad alta risoluzione per le missioni satellitari dei prossimi decenni che osservano le radiazioni ionizzanti attorno alla Terra e i serbatoi d’acqua sul Pianeta (Spoke 4);
  5. la frontiera della mitigazione dei rischi naturali e geologici della Terra (Spoke 5);
  6. l’indagine sui problemi scientifici e tecnologici nell’ambito della rete di processi fisici che collegano il Sole alla società terrestre (Spoke 6);
  7. la ricerca sulla sostenibilità delle attività umane per garantire salute alle persone e al pianeta, ora e in futuro (Spoke 7);
  8. attività di ricerca e sviluppo a sostegno delle future missioni umane nello spazio (Spoke 8);
  9. ricerca inerente il viaggio e la permanenza nello spazio e sui corpi celesti extraterrestri in particolare la Luna e Marte (Spoke 9).

Gli obiettivi di Space It Up

Diversi gli obiettivi che più in generale dovranno rappresentare dei veri e propri fari guida per i ricercatori impegnati in Space It Up, tra cui: promuovere l’innovazione e ampliare le conoscenze fondamentali come i modelli numerici, le architetture e le costellazioni satellitari innovative, i nuovi profili di missione, la strumentazione avanzata e le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale; promuovere un futuro sostenibile grazie a tecnologie spaziali innovative che consentirebbero di osservare i cambiamenti climatici e di prevedere gli eventi meteorologici estremi; garantire la permanenza umana a lungo termine nello spazio extraterrestre verso una società “multiplanetaria”; rafforzare lo spazio come “ecosistema” in Italia coprendo l’intera catena del valore della ricerca e dello sviluppo in campo spaziale, grazie a un efficace coordinamento tra Università, Enti di ricerca e un sistema di piccole, medie e grandi industrie.

I 33 partner del progetto coordinato dal Politecnico di Torino

Ecco i 33 partner del progetto: Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, La Sapienza-Università di Roma, Università di Padova, Università degli Studi di Trento, Gran Sasso Science Institute, Università di Bologna, Università di Pisa, Politecnico di Bari, Università degli Studi di Firenze, Università della Calabria e Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”; Centro Nazionale delle Ricerche-CNR, Istituto Nazionale di Astrofisica-INAF, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-INFN, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-INGV, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica-INRiM, Istituto Italiano di Tecnologia-IIT, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici-CMCC, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA, Fondazione Bruno Kessler e Fondazione LINKS; Leonardo, TAS-I, Telespazio, Altec, E-Geos, Cira, Sitael, Argotec, TYVAk e Mapsat.

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