Convergenza fisso-mobile: presto anche Wind presenterà la sua offerta

di Alessandra Talarico |

Italia


Convergenza fisso-mobile

Anche Wind, dopo TIM e Vodafone, è pronta a lanciarsi nell’arena dei servizi integrati fisso-mobile.

I tempi e i modi, però, sono ancora tutti da stabilire.

 

Secondo l’amministratore delegato della società – Luigi Gubitosi – la tecnologia è quasi pronta, ma il punto non è questo.

La società, spiega Gubitosi, vuole attendere per offrire un servizio “…che sia percepito come utile dai clienti”.

 

Dopo anni di crescita sostenuta, infatti, il mercato comincia a rallentare ed è per questo che bisogna concentrarsi non tanto sulla tecnologia, “…ma sui clienti e le loro esigenze”.

 

Tecnicamente, Wind è stata finora bloccata dall’insufficienza delle sue risorse frequenziali, ma la questione è stata risolta dal momento che il ministero delle comunicazioni ha deciso di assegnare all’operatore 5 Mhz in banda 900 Mhz in seguito alla cessazione definitiva del servizio radiomobile pubblico di comunicazione analogico Tacs da parte di Tim.

 

Wind infatti fino ad oggi risultava titolare di una minore quantità di risorse spettrali – 4.8 Mhz rispetto ai 12,2 di TIM e ai 10.2 di Vodafone – e questa condizione ha comportato svantaggi competitivi notevoli, quali ad esempio la necessità di effettuare maggiori investimenti e di affrontare costi più elevati per garantire il servizio, mancati ricavi, perdita di clienti, difficoltà a conquistare quote di mercato e a fornire servizi integrati fisso/mobile, impossibilità di ospitare MVNO.

 

TIM e Vodafone, da canto loro, sono già partire con i servizi integrati fisso-mobile dopo essersi fatte la guerra nei tribunali.

 

La soluzione Vodafone Casa Libera consente di portare il proprio numero di casa sul cellulare, senza canone e senza costi fissi, avendo così un solo operatore e un solo telefono per chiamare e ricevere sia da casa che in mobilità.

 

Unico‘ di Telecom Italia, invece, è un telefono fisso-mobile in tecnologia UMA (Unlicensed Mobile Access) che in casa funziona come un cordless multimediale utilizzando la rete IP e all’esterno diventa un telefonino GSM (Global System for Mobile Communications).

 

I servizi fisso-mobile, abbiamo detto, sono stati al centro di un lungo contenzioso tra i due principali operatori mobili italiani, terminato ad agosto con il via libera dell’Agcom.

La delibera era stata impugnata sia da Wind che dall’AIIP – L’associazione italiana internet provider – che ne chiedevano la sospensione sostenendo, tra l’altro, che la stessa non prevede condizioni tali da garantire la replicabilità di offerte da parte di operatori fissi.  

 

Dopo la bocciatura, a ottobre, dell’istanza presentata da Wind, i giudici della III sezione ter, presieduti da Italo Riggio, hanno quindi respinto anche la richiesta dei provider,  non ritenendo sussistano  “…i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, soprattutto ove si consideri che l’impugnata delibera non preclude all’Autorità successivi interventi che risulteranno necessari da un’analisi di mercato”.

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