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Nicholas Negroponte cerca di ricucire lo strappo con Intel, che nei giorni scorsi ha lasciato il board del consorzio OLPC – One Laptop per Child – a causa della richiesta di abbandonare lo sviluppo della piattaforma Classmate, rivale del progetto umanitario ideato dal guru del MIT.
In base a quanto dichiarato alla BBC, Negroponte non avrebbe mai avanzato una simile richiesta al Ceo di Intel Paul Otellini, considerando anzi positivo il lavoro sui pc low-cost Classmate, dal momento che più computer a basso costo vengono messi in circolazione, maggiore è la possibilità che essi vadano a finire nelle mani di chi realmente ne ha bisogno, cioè i bambini dei Paesi poveri e quelli maggiormente disagiati pure residenti in Paesi industrializzati.
“Quanto successo con Intel è davvero spiacevole e spero che ci sia un modo di ricostruire il nostro rapporto in futuro. Non abbiamo nessun interesse a estromettere Intel dal progetto, dal momento che il nostro obiettivo non è il profitto ma il benessere dei bambini”, ha spiegato Negroponte.
Spiacevole è stato soprattutto il fatto che Intel abbia motivato la decisione di lasciare OLPC con l’accusa che il consorzio avrebbe fatto pressioni sulla società per convincerla ad abbandonare le piattaforme concorrenti al progetto.
“Ne esce fuori – ha aggiunto Negroponte – che OLPC sarebbe contrario alla competizione e questo è ridicolo. Vogliamo che tutti abbiano possibilità di scegliere, anche nei Paesi più poveri”.
La ricerca dell’armistizio con Intel arriva dopo giorni in cui entrambi i gruppi si sono accusati vicendevolmente di star raccontando ‘sciocchezze’ all’opinione pubblica.
E non si tratta certo di una disputa dell’ultima ora, dal momento che prima che Intel decidesse di entrare nel board del progetto, più volte Negroponte aveva accusato il gruppo di concorrenza sleale, perché a suo dire la società di Santa Clara – attraverso la distribuzione ai governi dei Paesi in via di sviluppo di documenti comprovanti la superiorità dei suoi Pc – voleva solo sabotare il progetto XO, che utilizza i processori della rivale AMD, mascherandosi dietro un intento umanitario.
Intel, insomma, secondo l’analisi di Negroponte, avrebbe cercato di imporre il suo Classmate negli stessi Paesi in cui OLPC tentava di convincere le istituzioni ad aderire al progetto, facendo leva sulla sua potenza economica: in Perù, ad esempio, Intel avrebbe tentato di convincere il governo a revocare il contratto siglato con Negroponte e a preferire i Pc Classmate.
E questo sarebbe solo uno tra i molti esempi di scorrettezza del gruppo di Santa Clara.
A luglio dello scorso anno, poi, Intel e Negroponte sembravano aver definitivamente appianato le loro divergenze in nome del progetto umanitario e Paul Otellini descriveva l’adesione al progetto OLPC “un ulteriore esempio dell’impegno della società per l’istruzione e della nostra convinzione che la tecnologia sia essenziale per portare le opportunità del 21° secolo ai bambini di tutto il mondo”.
La presenza di Intel nel consiglio di amministrazione del progetto OLPC come 11esimo partner e possibile futuro fornitore – insieme ad altri big dell’hi-tech come Google, eBay, Nortel Networks e al suo rivale Advanced Micro Devices – è quindi durata molto poco.
Nel frattempo, arriva anche la notizia che la ex chief technology officer di One Laptop Per Child, Mary Lou Jepsen, starebbe lavorando a un progetto analogo, il cui obiettivo è la produzione di computer a 75 dollari.
La Jepsen ha lasciato OLPC qualche settimana fa con l’intento di commercializzare le tecnologie da lei inventate all’interno del consorzio attraverso la società Pixel Qi. Sarebbe lei l’ideatrice, ad esempio, del display a basso consumo energetico utilizzato per il laptop XO.
Secondo la Jepsen, il mercato dei Pc low-cost è molto ampio e i prezzi continueranno a scendere grazie agli avanzamenti della tecnologia.
Nei prossimi giorni, intanto, i laptop XO cominceranno a essere distribuiti ai bambini statunitensi svantaggiati. Non si tratta però di un dietrofront in nome del patriottismo, ma di una decisione che potrebbe aiutare a raggiungere le economie di scala in grado di portare a 100 dollari il prezzo dei Pc e dare il via all’acquisto di massa da parte di altri Paesi. Nei mesi scorsi, la fondazione OLPC ha venduto oltre 150 mila esemplari dell’XO nel quadro dell’iniziativa “Un Pc acquistato, un Pc offerto”.
Fino ad ora, infatti, neanche Negroponte è riuscito a centrare l’obiettivo di un Pc da vendere a 100 dollari, dal momento che il prezzo dei laptop XO si aggira attualmente intorno ai 200 dollari.