Europa
Il primo produttore mondiale di telefonini chiuderà entro quest’anno lo stabilimento di Bochum, in Germania per trasferirlo in un Paese europeo dove il costo del lavoro è molto più competitivo, la Romania.
Questa delocalizzazione della produzione implicherà il licenziamento di 2.300 dipendenti e conferma la pressione cui il gigante finlandese – pure leader del mercato – è sottoposto, in un mercato sempre più competitivo nel quale i prezzi di vendita dei telefonini continuano a scendere e con loro anche i margini operativi.
La chiusura dello stabilimento situato nella Renania del Nord-Westfalia, “…è necessaria per assicurare la competitività di Nokia nel lungo periodo”, ha spiegato il vicepresidente esecutivo Veli Sundbäck, secondo cui neanche un rinnovamento del sito e nuovi investimenti permetterebbero di rendere lo stabilimento competitivo.
Sundbäck ha dichiarato che Nokia avrebbe tentato di ridurre i costi per mantenere aperto lo stabilimento, ma ha fallito l’obiettivo.
“Siamo rimasti gli unici produttori di telefonini ad usare la Germania come base di produzione”, ha spiegato il vicepresidente Nokia.
“A causa dei cambiamenti del mercato e della crescente esigenza di efficienza dei costi, la produzione di cellulari in Germania non è più sostenibile neanche per noi”, ha quindi aggiunto Sundbäck, sottolineando che mantenere lo stabilimento di Bochum significherebbe perdere la “capacità di crescita flessibile”.
Il prezzo medio di vendita dei telefonini Nokia è sceso nell’ultimo trimestre a 82 euro, rispetto ai 90 euro dei tre mesi precedenti. Il margine operativo della divisione devices and services si è attestato al 19%.
Con la chiusura dello stabilimento di Bochum, Nokia ha completato il trasferimento nell’est Europa di tutti gli stabilimenti manifatturieri: a parte la Finlandia – dove vengono realizzati i telefonini high end della serie E ed N – la compagnia produrrà cellulari in Europa a Komarom in Ungheria e a Cluj in Romania, dove gli stipendi sono 10 volte inferiori che in Germania.
Il gruppo ha riferito che nelle prossime settimane inizierà le consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori, per trovare al più presto una soluzione soddisfacente per tutte le parti coinvolte.
I sindacati tedeschi sono già sul piede di guerra: Oliver Burkhard, membro del direttivo di IG Metal ha dichiarato che lo stabilimento di Bochum verrà chiuso “…non perché in perdita ma perché la sete di profitto di Nokia non è ancora soddisfatta”.
Secondo quanto dichiarato da Christa Thoben, ministro dell’Economia della regione Renania del Nord-Westfalia, Nokia ha ricevuto sussidi per 88 milioni di euro per lo stabilimento di Bochum e diversi progetti di ricerca. Il governo tedesco, ha quindi aggiunto, “…riterrà Nokia responsabile per i costi finanziari” relativi all’interruzione di questi progetti.
La compagnia finlandese prevede anche di mettere in vendita altri asset attivi in Germania, quali la divisione telefonica dedicata al settore automobilistico e la divisione ricerca software, per la quale ha già avviato trattative con Sasken Technologies.