Web e infanzia: l’Europarlamento approva la relazione Angelilli per una strategia Ue sui diritti dei minori

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Internet e minori

La tutela dei diritti dei minori è una priorità in tutti i Paesi che vogliano definirsi civili, ma è ancora lunga la strada per arrivare a un mondo in cui argomenti come le mutilazioni sessuali o lo sfruttamento sessuale dei più piccoli, che oggi ha trovato in internet nei nuovi mezzi di comunicazione nuovo terreno fertile, siano solo un lontano brutto ricordo.

 

Cosciente che nonostante le molte iniziative avviate ci sia bisogno di uno sforzo ben più congruo, il Parlamento europeo ha approvato con 630 voti favorevoli, 26 contrari e 62 astensioni la relazione di Roberta Angelilli (UEN, IT), per una strategia dell’Unione europea sui diritti dei minori.

 

Ponendo l’accento sulle gravi forme di disagio di cui spesso i minori sono vittime – all’interno dell’Unione europea il 19% dei bambini vive sotto la soglia di povertà, ricorda la Angelilli – la relazione sottolinea che “…la politica a favore dei diritti dei minori costituisce un fondamento della società di domani e che il loro rispetto è il modo migliore per sviluppare negli adulti di domani la cultura del rispetto dei diritti individuali e collettivi”.

 

Un futuro in cui le nuove tecnologie occuperanno sempre maggior spazio nella vita di quelli che oggi sono appena bambini e che, in molti casi, hanno già sperimentato quanto pieno di insidie, al pari di quello ‘reale’, sia il mondo virtuale.

 

Tra i molti punti toccati dalla lunga relazione, ampio spazio è quindi riservato alla tutela dell’infanzia nel rapporto con le nuove tecnologie.

Internet in particolare è ormai meta di turismo sessuale al pari dei Paesi più esotici: predatori sessuali tentano di sfruttare, adescare, abusare dei sempre più numerosi minori che popolano le vie del web.

Pericoli di cui bisogna informare bambini e adulti a mezzo di campagne educative e mediatiche indirizzate ai genitori e ai professionisti.

 

Importante e da sostenere in questo senso il programma Safer Internet, relativo all’attuazione di misure operative e tecniche tese a promuovere un uso più sicuro di Internet, in particolare da parte dei bambini.

Il Parlamento invita, inoltre, gli Stati membri, i fornitori di servizi Internet, i gestori di motori di ricerca e le forze di polizia, “…ad applicare tecnologie di bloccaggio per impedire agli utenti di accedere a siti illegali correlati ad abusi sessuali su minori e impedire al pubblico di accedere a materiale che mostra abusi sessuali su minori”.

 

Alla luce del crescente fenomeno dello scambio attraverso MMS di immagini pornografiche o relative ad abusi sessuali su minori – spesso compiuti da altri minorenni – il Parlamento europeo ritiene quindi un passo importante verso una maggiore tutela di bambini e adolescenti, anche l’applicazione di un quadro europeo per un uso più sicuro dei telefonini, che è stato istituito come codice di autoregolamentazione tra imprese del settore e che sarà seguito dall’istituzione di corrispondenti codici nazionali di autoregolamentazione.

“Tale quadro – si legge nella relazione – costituisce un importante primo passo per garantire la protezione dei minori contro specifici pericoli derivanti dall’uso dei telefoni cellulari, ma è indispensabile che la Commissione controlli costantemente e valuti l’attuazione dello stesso a livello nazionale, allo scopo di stimarne i risultati e esaminare la necessità di adottare un’iniziativa legislativa comunitaria”.

 

Se internet e telefonini rappresentano la nuova frontiera dello sfruttamento dei minori, non va abbassata comunque la guardia sulla televisione e sui videogiochi.

 

Il Parlamento osserva che, in Europa, “i minori sono già esposti in tenera età ai film d’orrore, alla pornografia e alla violenza mediatica con la possibilità di devastanti conseguenze psicosociali” e chiede pertanto agli Stati membri di potenziare i meccanismi di controllo sui contenuti della programmazione televisiva nelle fasce orarie con un maggior pubblico infantile, così come il parental control mediante l’informazione adeguata ed omogenea dei programmi televisivi.

 

I parlamentari auspicano quindi, per la difesa dei diritti dell’infanzia, la creazione di un sistema di regolamentazione “…adeguato, efficace e proporzionato, in collegamento con i provider, i mezzi di comunicazione (TV pubbliche e private, pubblicità, stampa, videogiochi, telefoni cellulari ed Internet) e le industrie, che miri tra l’altro a vietare la trasmissione d’immagini e contenuti nocivi (compreso il fenomeno del ciberbullismo) e la commercializzazione di videogiochi violenti che possono essere dannosi per lo sviluppo psicofisico del fanciullo in quanto istigano alla violenza e al sessismo”.

 

In tale contesto, la relazione pone l’accento sulla necessità della creazione di un sistema uniforme di classificazione ed etichettatura per la vendita e la distribuzione dei contenuti audiovisivi e dei videogiochi destinati ai minori, di modo che le norme europee possano essere un modello anche per altri Paesi.

In particolare, il Parlamento cita l’attuale standard di classificazione per fasce d’età dei giochi elettronici e dei videogiochi (PEGI), completato di recente con una classificazione specifica per i giochi on-line.

 

“La Commissione e gli Stati membri – spiegano i parlamentari Ue – dovrebbero incoraggiare e sostenere maggiormente questo tipo di autoregolamentazione in materia di classificazione dei giochi, al fine di proteggere meglio i minori da contenuti inadatti e informare i genitori circa gli eventuali rischi che il gioco comporta segnalando nel contempo i buoni esempi”.

 

Dal momento che le nuove tecnologie dell’informazione offrono maggiori possibilità ai minori di accedere ai programmi televisivi a qualunque ora, da qualsiasi dispositivo dotato di una connessione internet, è necessario quindi “…concentrarsi maggiormente su un riesame del diritto dei media di rivolgersi senza restrizioni ai minori e del diritto dei bambini di accesso totale ai media”.

 

Sono ovviamente tantissimi i temi toccati nella relazione della Angelilli e che esulano dal mondo dell’information technology: dalla necessità di dare priorità a politiche di prevenzione e di potenziare i servizi sociali all’urgenza di adottare norme specifiche in materia di mutilazioni genitali femminili, anche per perseguire legalmente chiunque le pratichi; dalla necessità di comminare sanzioni nei confronti di chi pratica il turismo sessuale con il coinvolgimento di minori alla richiesta di una maggiore attenzione alla situazione dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei minori migranti che devono poter godere dei propri diritti a prescindere dallo status giuridico dei genitori.

 

In un mondo sempre più globalizzato, dunque, occorre tenere alta la guardia e non dimenticare – come sottolinea il Parlamento europeo – “che ogni forma di violenza contro i minori, qualunque forma essa assuma e in qualsiasi contesto sia essa perpetrata, incluso quello domestico, è ingiustificabile”.

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