Safer Internet Day: un europeo su otto si fida poco del Web, mentre cresce l’offensiva dei predatori sessuali

di Alessandra Talarico |

Europa


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Alla vigilia del 5° Safer Internet Day, la giornata europea sulla sicurezza in internet, l’Eurostat ha presentato una selezione di statistiche relative al rapporto tra gli europei e internet.

Il Safer Internet Day si inserisce nell’ambito di un ampio programma comunitario che si pone come obiettivo quello di promuovere una navigazione internet più sicura per tutti gli utenti, in particolare per quelli più giovani, ed è organizzato da Insafe, una rete europea per la sicurezza su internet cofinanziata dalla Commissione europea.

 

I dati presentati dalla Commissione provengono da sondaggi realizzati tra il 2006 e il 2007 nei 27 Paesi dell’Unione sull’uso delle tecnologie ICT sia da parte delle imprese che dei consumatori privati.

 

In base ai dati Eurostat, la percentuale di europei che ha fatto acquisti online è cresciuta dal 24% del 2005 al 30% del 2007.

I maggiori appassionati di eShopping sono i danesi, seguiti da olandesi, svedese e britannici: in questi Paesi, oltre la metà dei consumatori ha effettuato acquisti online.

Le percentuali più basse sono invece quelle registrate in Bulgaria, Romania e Lituania.

 

Nel 2006, il 12% delle persone di età compresa tra 16 e 74 anni ha dichiarato di non aver mai acquistato niente sul web per paura di comunicare il proprio numero di carta di credito o altri dati personali. Queste preoccupazioni legate alla sicurezza si sono fatte sentire maggiormente in Spagna (27%), Finlandia (26%) e Cipro (20%).

 

Nella Ue a 27, la percentuale di utenti internet – cioè le persone di età compresa tra 16 e 74 anni che avevano navigato il web nei 3 mesi precedenti l’inchiesta – è passata dal 52% del 2006 al 57% del 2007.

Nello stesso periodo, la percentuale di utenti che ha utilizzato i servizi di eBanking è passata dal 38% al 44%, con picchi dell’84% in Finlandia, Estonia (83%) e Paesi Bassi (77%).

 

Nel 2007, circa un quarto degli utenti ha dichiarato di essere stata vittima, nel corso dei precedenti 12 mesi, di un virus informatico, con conseguente perdita di dati, tempo o denaro.

Gli attacchi virus sono stati più frequenti in Lituania (hanno colpito il 41% degli utenti), Slovenia (35%) e Malta (34%).

 

Ma i dati più inquietanti sono quelli resi noti da Telefono Arcobaleno e riguardano la pedofilia online e in particolare il ruolo dell’Italia in questo odioso fenomeno.

Secondo i dati dell’associazione, negli ultimi 5 anni, l’incremento è stato del 131%, con un’incidenza sempre maggiore – triplicata dal 2004 ad oggi  – dei pedofili italiani nello scenario internazionale.

 

Nella scorsa settimana, ad esempio, il Nucleo Investigativo Telematico, ha sequestrato 5 siti pedofili tutti italiani che davano accesso a una vastissima galassia di siti a contenuto pedopornografico che avevano registrato, in soli 2 giorni, ben 150mila contatti.

 

In tutti e cinque i siti erano inoltre ben visibili i banner pubblicitari di note aziende italiane che Telefono Arcobaleno ha contattato privatamente.

 

Parlare di sicurezza internet, dunque, non può esulare dal trattare questi dati per quello che sono: l’indice che la pedopornografia è un business tra i più fiorenti al mondo ed è sorretto da un meccanismo economico che alimenta il circuito criminale della domanda e offerta di nuovi materiali.

 

I siti a contenuto pedopornografico – ha sottolineato il presidente di Telefono Arcobaleno, Giovanni Arena, “…sono tra i più visitati al mondo ed è necessario che le imprese che investono in internet si rendano conto che sfruttare questo perverso circuito, inserendo, più o meno consapevolmente, i propri banner pubblicitari, significa  legittimare, in qualche modo, la pedofilia on line, subire forti danni d’immagine, ma soprattutto reiterare, milioni di volte, quell’orribile abuso sui  bambini”.

 

Bisogna, dunque, lavorare ancora molto per aiutare chi giornalmente si batte contro la barbarie dello sfruttamento e degli abusi sui minori.

Nessuno può sentirsi escluso: istituzioni, aziende, genitori ed insegnanti, società civile devono essere preparati ad affrontare il fenomeno senza reticenze.

Siamo tutti responsabili, maggiormente quando, incontrando uno di questi siti, pensiamo che il lavoro sporco tocca a qualcun altro e ci affrettiamo a volgere lo sguardo altrove.

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