Mobile World Congress, Reding e Mobile Internet: industria e istituzioni insieme per il mercato unico. Solo così si batte la concorrenza

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Viviane Reding

Con una penetrazione media del 111%, l’Europa resta leader mondiale delle comunicazioni mobili.

Non si tratta però solo del fatto che lo standard Gsm sia stato inventato e portato al successo dall’industria e dalle istituzioni europee: “Il successo economico della telefonia mobile in Europa è stato raggiunto grazie al mix di competizione, innovazione e investimenti, supportati da una regolamentazione pro-competitiva”.

Lo ha ribadito il Commissario Ue Viviane Reding in occasione dell’apertura del Mobile World Congress di Barcellona, sottolineando come sia assolutamente necessario a questo punto saper trasformare il successo del passato in un vantaggio per il futuro.

 

Le sfide sono tantissime e molto impegnative e riguardano innanzitutto la grande trasformazione in atto nel settore delle comunicazioni mobili: con Cina e India che viaggiano al ritmo di 7 milioni di nuovi abbonati mobili al mese non c’è da stupirsi se l’attenzione degli operatori si sposta dai mercati sviluppati come l’Europa, verso questi Paesi che presentano enorme potenziale di crescita.

 

Gli operatori, tuttavia, non dovrebbero perdere di vista i mercati europei, seppure ormai ritenuti ‘saturi’.

“L’Europa – ha detto la Reding – è il mercato mobile più sofisticato al mondo, il posto che ha trasformato le comunicazioni mobili in una parte integrante e indispensabile della vita quotidiana di tutti”.

 

E questo dovrà accadere anche per la prossima generazione di servizi mobili: il cosiddetto Mobile Internet.

“Questo salto di qualità non sarà guidato dai mercati emergenti, dove per ancora un po’ il focus sarà sui cellulari low-cost e i semplici servizi voce”, ha detto la Reding.

“La transizione verso il Mobile Internet avverrà nei mercati sviluppati attraverso, prima di tutto, l’emergere di servizi internet aperti ed economici e, in secondo luogo, attraverso la maggiore disponibilità di banda a prezzi contenuti”.

 

Ma il vero elemento trainante sarà “la fiducia nel Mobile Internet”, che dovrà essere costruita in concerto da industria e istituzioni, le quali dovranno imparare a guardare al futuro e non nello specchietto retrovisore.

 

Perchè ciò avvenga, secondo la Reding, è necessario un cambiamento fondamentale nell’approccio degli operatori mobili, che dovranno abbandonare il concetto di ‘walled garden‘ per muoversi verso l’offerta di servizi all-IP.

 

“Francamente la crescita di internet mobile è stata deludente. L’Europa è stata la prima a lanciare i servizi 3G, che però non sono ancora decollati”, ha detto la Reding, sottolineando che la causa maggiore sono i costi troppo alti.

 

“Il timore di bollette troppo salate è il maggior deterrente per la gran parte dei consumatori europei”, ha detto ancora il Commissario davanti ai delegati dell’industria presenti alla Fira di Barcellona.

 

Allo stesso tempo, gli operatori hanno sbagliato a pensare che la navigazione internet dai dispositivi mobili dovesse replicare in tutto e per tutto l’esperienza da Pc, tranne che per i prezzi dei servizi.

Gli utenti infatti non vogliono differenze, né in termini di uso, né tanto meno in termini di costi. Il problema è: quando gli operatori lo capiranno e proporranno anche per la navigazione da telefonino tariffe flat?

 

Cruciale per accelerare questo passaggio, è per la Reding, un ulteriore taglio delle tariffe di terminazione e per lo scambio dati in roaming, ma anche la riallocazione delle frequenze 2G per la nuova generazione di servizi mobili.

Le proposte della Commissione in questo senso sono attualmente al vaglio del Parlamento europeo e, se verranno accolte, potrebbero consentire una netta accelerazione nello sviluppo di servizi a banda larga innovativi.

 

Più in generale, c’è bisogno di una riforma della gestione dello spettro radio, per garantire maggiore flessibilità e scelta agli operatori: dovrebbero essere infatti le aziende a decidere dove e come investire, sulla base della neutralità di tecnologie e servizi.

“Questo – secondo la Reding – rafforzerà il mercato unico europeo e accelererà l’innovazione, riducendo le barriere d’accesso e abilitando lo sviluppo di servizi pan-europei”.

 

Molto importante in questo senso è anche il cosiddetto ‘dividendo digitale’: lo spettro che verrà liberato dal passaggio alla televisione digitale a partire dal 2012.

La Commissione spinge per un approccio win-win tra broadcaster e operatori wireless, ma c’è bisogno di un framework coerente e di obiettivi condivisi tra gli Stati membri.

 

Di argomenti da sviluppare e di sfide da affrontare, dunque, ce ne sono parecchi, ma secondo la Reding l’Europa può e deve essere leader anche nel Mobile Internet: “Molte specificità europee – soprattutto il nostro impegno nella difesa di valori come la difesa dei minori – sono una forza che aiuterà l’industria europea ad accrescere la sua reputazione di fornitore di servizi affidabile e sicuro”.

 

“Ecco perché – ha aggiunto – spero che anche nel resto del mondo l’industria segua l’esempio di iniziative europee come lo ‘European Framework’ di GSM Europe o la ‘Mobile Alliance against Child Sexual Abuse Content’ lanciata in questi giorni a Barcellona”.

 

“Solo se riusciremo a trasformare il mercato unico europeo, con i suoi 500 milioni di potenziali consumatori, in un vantaggio per l’industria europea, questa industria sarà competitiva in tutto il mondo”, ha concluso la Reding, esortando ancora una volta le aziende a rimuovere le barriere rappresentate dalle alte tariffe del roaming dati – la Commissione ha indicato l’1 luglio come data ultima per iniziative volontarie – e i governi nazionali a porre fine alla frammentazione e all’inefficienza nella gestione dello spettro che, se amministrato con cura, potrebbe trasformarsi in un  potente driver per l’innovazione, gli investimenti e i servizi innovativi.

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