Il passato e il futuro della connettività nell’intervento di Cristina Data, Director of Spectrum Policy and Analysis, Ofcom and NED, Energy System Catapult, al 5G&Co., la conferenza organizzata dal CNIT che si è tenuta a Roma il 16 e 17 aprile. La premessa è che parlando di connettività “dopo il 6G sarà meglio parlare di futuro della connettività lasciando perdere la successione delle generazioni di dieci anni in dieci anni, che ormai ha fatto il suo tempo – ha detto Cristina Data – in Uk il traffico in 10 anni è passato da 50 petabyte nel 2013 a 900 petabyte nel 2023, una crescita enorme stimolata in primo luogo nel passaggio dal 3G al 4G, un po’ meno con il 5G”.
“La cosa che interessa veramente alla gente è usare lo smartphone, non gli interessa a che rete sono connessi – prosegue Cristina Data – con investimenti medi per lo sviluppo delle reti di 2 miliardi all’anno in Uk”. Il traffico sulla rete 5G continua a crescere, ma la killer app ancora non si è vista.
Il traffico dal canto suo è generato principalmente indoor anche su smartphone.
Diversi servizi che hanno bisogno di diverse soluzioni a seconda che ci si trovi in aree densamente popolate oppure in zone rurali, cui dovranno rispondere le next generation wireless broadband individuate dall’Ofcom in un recente studio che supera così il semplice paradigma delle generazioni e in particolare del 6G. “Vogliamo avere un approccio agnostico rispetto alla connettività, un tema che è diventato fondamentale per la nostra vita”, aggiunge Cristina Data, che a proposito di private network ha detto che in Uk l’Ofcom se ne sta occupando dal 2019 con spettro dedicato alle diverse esigenze di mercato, come la banda 3.8-4.2 Ghz messa a disposizione della domanda dei Verticals. “In Uk abbiamo visto tante applicazioni in ambito portuale – aggiunge Cristina Data – con reti locali nei porti che avevano bisogno di una tecnologia mobile in ottica di spectrum sharing”.