Al 5G&Co. – Everything is connected, la Conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni”, è intervenuto Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.
“Dal Cloud all’Edge Cloud, passando per lo slicing e la softwarizzazione della rete, il 5G è alla base anche dello sviluppo di applicazioni di Intelligenza Artificiale. Nuovi mega trend tecnologici riguardano le Private Networks, l’Open RAN, la crescente diffusione dei DAS (Distributed Antenna Systems) indoor e outdoor e le principali applicazioni industriali a prova di cybersecurity“, ha detto il Sottosegretario.
“Per il vero 5G mancano ancora dispositivi di utente realmente innovativi e, in misura minore, servizi e applicazioni significativamente nuovi. La vera innovazione del 5G non sta tanto nel miglioramento delle prestazioni radio, che è certamente importante – ha proseguito Butti – ma che “si limita” a proseguire un percorso di miglioramento. La vera innovazione del 5G risiede nelle sue funzionalità softwarizzate di core network, cloud e di intelligenza artificiale. Quando queste si diffonderanno assisteremo a una esplosione nell’uso di 5G, il che comincia ad avvenire, soprattutto nei Verticals necessari per creare il nuovo ecosistema digitale e intelligente“.
“Questa Conferenza internazionale ha, inoltre, l’obiettivo di fornire possibili scenari e proposte sul futuro delle Tlc e di Internet. Internet corre. La catena del valore di Internet continua a crescere costantemente del 15% all’anno e non mostra segni di rallentamento, come riporta il report del Programma RESTART presentato qui questa mattina.
Invece la situazione attuale del mercato delle Telecomunicazioni non è rosea.
Gli hyperscaler (come AWS di Amazon, Google, Microsoft, ecc…) oggi possiedono e operano anche infrastrutture di rete: una grande percentuale di collegamenti intercontinentali, vaste aree delle sezioni di distribuzione, e server all’interno delle reti di accesso e spesso offrono direttamente i loro servizi agli utenti finali. Bisogna dunque favorire la sinergia delle Telco con gli Hyperscaler, tramite: consolidamento e/o più forte collaborazione tra gli operatori; miglioramento della legislazione e della regolamentazione; catene del valore e offerte di servizi evolute in cui il mondo Telco offra ricche funzionalità di dati, cloud e IA e opzioni di connettività dinamica, comprese le reti private e le reti indoor“, ha spiegato Butti
“Oggi c’è un divario tra l’offerta di servizi di telecomunicazione e le esigenze dei verticali. Una zona che è difficile riempire a costi contenuti. Certo prima bisogna realizzare la rete 5G stand-alone.
Ma poi il tipico reparto IT di un’azienda o di un’amministrazione pubblica o di qualsiasi altro settore verticale (che si tratti di un ospedale, di una società di gestione di una metropolitana o di un’industria automatizzata) non è in grado di sfruttare direttamente i servizi di telecomunicazione per digitalizzare i propri processi, ma necessita di un intermediario, come un integratore di sistemi o un’azienda specializzata, che potrebbe anche essere un operatore telco o un vendor che amplia il proprio portafoglio di soluzioni aziendali.
Oggi in Europa tali intermediari non sono facilmente reperibili e devono affrontare il complesso compito di interfacciare il servizio offerto dagli operatori di rete con le esigenze dei verticali; questo compito può diventare facilmente troppo costoso per i potenziali sfruttatori della tecnologia.
È questo gap il problema principale che attualmente impedisce il pieno utilizzo del 5G a molti potenziali clienti – ha aggiunto il Sottosegretario – ma che al contempo costituisce una grande opportunità per creare applicazioni e valore nel nostro Paese“.
“I ritardi su 5G non sono solo italiani, ma globali. Dobbiamo contribuire come Governo ad accelerare il 5G standalone. Chi si occupa di colmare il gap tra reti e servizi? Serve una Rete europea di Edge Computing”, ha affermato il sottosegretario.
“Il 5G accompagna da qualche anno le nostre riflessioni. Già prima della pandemia si avanzavano dei business case e il nostro Paese era in fase avanzata. L’emergenza sanitaria e i ritardi della trasformazione digitale hanno imposto dei limiti a quel processo. Nella 5G conference di Bruxelles si è sottolineato come il mancato sviluppo del 5G può rallentare anche l’avanzata dell’intelligenza artificiale. Si tratta di ritardi globali, oltre che europei, con un’agenda internazionale molto complessa, anche in considerazione del contesto geopolitico. Abbiamo le idee chiare sul 5G. Occorrono sicuramente le reti – ha detto Butti – fatte di sole interconnessioni 5G. Parliamo di 5G standalone, perché gli ambienti imprenditoriali e manifatturieri chiedono una vera rete di nuova generazione per abilitare le nuove tecnologie. Come decisori politici dobbiamo intervenire e dobbiamo parlare del vero 5G, senza far riferimento al 4G o addirittura il 3G”.
“Sappiamo perfettamente che gli operatori di tutto il mondo stanno tentando di implementare il 5G standalone. Ad esempio – ha ricordato Butti – c’è il caso di Vodafone, che l’ha sfruttato in occasione dell’incoronzione di Re Carlo III, che ha consentito il trasferimento delle immagini senza costringerli a dividersi la banda disponibile. Quando il 5G sarà standalone avremo un servizio di alta qualità. Abbiamo voluto inserire il tema nella strategia di revisione della banda ultralarga”.
“Questa rete però non c’è e dobbiamo ricorrere a generazioni di rete intermedie. il 5G advanced è una soluzione che va incontro alle esigenze immediate di monetizzazione, consentendo nuovi servizi come il metaverso e la realtà estesa. Stesso discorso per la transizione industriale e l’efficientamento energetico. Il problema della sostenibilità del sistema è reale. Ma c’è una considerazione da fare – ha proseguito il sottosegretario – quando avremo il 5G advanced dovremmo assicurare la messa in opera dei servizi collegandoli alle infrastrutture e gli utenti. Non è una cosa semplice”.
In conclusione, il Sottosegretario ha annunciato “l’intenzione del Governo di finalizzare il Disegno di legge sull’AI entro il 23 aprile. Serve una Rete europea di Edge Computing”.