Italia
“Lo sviluppo di eGovernment e Società dell’Informazione deve poggiare su un’infrastruttura telematica condivisa che consenta a tutti gli attori, pubblici e privati, statali e locali, di interconnettersi in modo rapido, con standard tecnologici di sicurezza omogenei e molto elevati. E l’Italia si è già dotata di questa preziosa ragnatela telematica, il Sistema Pubblico di Connettività-SPC, attivo ormai dall’anno scorso”.
Lo ha sottolineato Emilio Frezza, responsabile delle infrastrutture nazionali condivise del CNIPA-Centro Nazionale per l’Informatica nella PA, che opera presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nato come la più grande rete telematica europea di interconnessione tra tutte le amministrazioni pubbliche centrali (con una propaggine in più di 450 sedi pubbliche italiane presenti in oltre 125 Paesi del mondo), l’SPC – ha spiegato Frezza – “sta ora ottenendo la partecipazione anche di Regioni ed Enti Locali, divenendo così la ‘rete federale’ del nostro Paese”.
In tal modo, ha aggiunto, “si potranno raggiungere gli obiettivi di interoperabilità e di applicazione cooperativa tra i vari livelli amministrativi della Penisola, che potranno svolgere in modo integrato i procedimenti amministrativi e condividere le rispettive banche dati nell’interesse di cittadini e imprese”.
Concretamente con SPC i vari livelli della burocrazia, statale e locale, e le loro banche dati ‘dialogheranno’ tra loro, scambiandosi dati e informazioni ed evitando a cittadini ed imprese di essere ‘fattorini’ di se stessi da uno sportello pubblico all’altro.
SPC sostituisce
Nella sola Amministrazione centrale si realizza un’integrazione dei servizi: oltre 1 milione di telefoni e più di 550 mila personal computer, che useranno le stesse infrastrutture ottimizzate.
Le novità di questo sofisticato sistema – progettato e realizzato dal CNIPA coinvolgendo i principali operatori del settore, sono sintetizzabili in una maggiore cooperazione operativa ed in un notevole incremento di efficienza e produttiva della Pubblica Amministrazione, ma anche in considerevoli risparmi nei costi di funzionamento dell’amministrazione pubblica.
“Con SPC la spesa annuale della Pubblica Amministrazione centrale per la propria interconnessione dati, infatti, si è già più che dimezzata, passando da 130 milioni di euro del 2005, anno d’avvio del progetto SPC, ai 54 milioni di euro attuali”, ha ricordato Frezza sottolineando che “la capacità di trasporto è passata da 29,3 Gigabit/sec a 70 Gigabit/sec, consentendo anche di poter utilizzare il vantaggioso VoIP (telefonia via Internet), la videoconferenza e le telecomunicazioni wireless presenti nelle offerte di servizi SPC”.
A regime si realizza, inoltre, il primo sistema di governo nazionale che realmente integra servizi di dati e fonia sulle reti di telecomunicazione: oltre 1 milione di telefoni e più di 550 mila personal computer dell’Amministrazione centrale che useranno le stesse infrastrutture ottimizzate.