Tim sarebbe pronta a cedere nuovi asset per coprire il debito in crescita di un miliardo circa in seguito alla cessione di NetCo, visto in crescita dall’azienda a 7 miliardi nel 2024, a fronte di 6,1 miliardi a fine dicembre 2023. Lo scrive Bloomberg, secondo cui i principali indiziati per una cessione sono da un lato Sparkle (valutata fra 600 e 800 milioni) e dall’altro la quota rimanente detenuta in INWIT, valutata circa 300 milioni.
Entrambe le cessioni sarebbero sul tavolo.
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Non c’è fretta per INWIT
Secondo Bloomberg, la cessione della quota residua in INWIT non sarebbe imminente e potrebbe concretizzarsi non prima del 2026.
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Ma il nodo del debito si pone, vista la tempesta in borsa che ha affossato il titolo la scorsa settimana dopo l’annuncio del piano industriale 2024-2026 della scorsa settimana che non ha convinto gli analisti soprattutto sul fronte del debito atteso per il 2026 superiore di un miliardo rispetto alle stime.
La nuova cessione aiuterebbe la compagnia a raccogliere liquidità, che potrebbe poi essere utilizzata per ridurre ulteriormente il debito o per remunerare gli azionisti. La vendita della rete alla statunitense KKR è stata siglata alla fine dello scorso anno, segnando la prima volta che un operatore telefonico europeo ha deciso di vendere la propria rete fissa. KKR la scorsa settimana ha confermato che l’accordo si concluderà in estate. L’operazione di scorporo secondo i piani si dovrebbe chiudere entro l’estate.
“Tim dovrebbe tornare a generare liquidità a livello di gruppo, così come nel mercato nazionale italiano, grazie al nostro nuovo piano industriale triennale”, ha detto l’amministratore delegato Pietro Labriola al quotidiano Corriere della Sera in un’intervista nel fine settimana.