Concorrenza

Apple, multa da 1,8 miliardi di euro per abuso di posizione dominante nello streaming musicale

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La Commissione Ue ha multato Apple per 1,8 miliardi di euro per 'abuso di posizione dominante nel mercato della distribuzione delle app di musica in streaming'. Indagine avviata nel 2020, annunciato ricorso.

La Commissione Ue ha multato Apple per 1,8 miliardi di euro per “abuso di posizione dominante nel mercato della distribuzione delle app di musica in streaming”. La decisione è arrivata nel quadro di un caso antitrust in seguito ad una denuncia arrivata dal concorrente gigante dello streaming Spotify.

L’indagine formale era partita nel giugno 2020.

E’ la prima votla che Bruxelles sanziona Apple per ragioni di concorrenza (vedi il comunicato della Commissione Ue).

Vestager: Apple ha limitato la libertà di scelta dei consumatori nel mercato dello streaming

Margrethe Vestager, commissario alla Concorrenza della Commissione Ue, ha detto oggi che Apple si è resa colpevole di “limitare la concorrenza limitando la capacità degli sviluppatori di informare gli utenti di dispositivi Apple su alternative e opzioni più a buon mercato e convenienti di acquisto di musica disponibile su Internet al di fuori dell’ecosistema di Apple”.

“Questo è illegale. E questo ha impattato milioni di consumatori europei, che non hanno potuto fare una scelta libera su dove, come e a che prezzo acquistare abbonamenti di musica in streaming”, ha aggiunto.  

La sanzione prevede una “somma forfettaria” aggiuntiva per “tenere conto del danno non monetario causato ai consumatori e per ottenere un effetto deterrente”, ha detto l’Ue. Vestager ha aggiunto: “La multa che imponiamo oggi riflette sia il potere finanziario di Apple sia il danno che la condotta di Apple ha inflitto a milioni di utenti europei” tramite l’AppStore.

Apple pronta al ricorso

Apple ha reso noto che intende impugnare la decisione, argomentando che sia stata raggiunta “nonostante il fatto che la Commissione non sia riuscita a scoprire la benché minima prova credibile di un danno ai consumatori”.  

Spotify ha dichiarato: “Questa decisione invia un messaggio potente: nessuna azienda, nemmeno un monopolio come Apple, può esercitare il potere in modo abusivo per controllare il modo in cui le altre aziende interagiscono con i propri clienti. Le regole di Apple hanno impedito a Spotify e ad altri servizi di streaming musicale di condividere con i nostri utenti direttamente nella nostra app vari vantaggi, negandoci la possibilità di comunicare con loro su come aggiornare e sul prezzo di abbonamenti, promozioni, sconti o numerosi altri vantaggi. Naturalmente, anche Apple Music, un concorrente di queste app, non è esclusa dallo stesso comportamento”.

Ma ha aggiunto: “Anche se siamo lieti che questo caso offra un po’ di giustizia, non risolve il cattivo comportamento di Apple nei confronti degli sviluppatori al di là dello streaming musicale in altri mercati in tutto il mondo. Il nostro lavoro non finirà finché non riusciremo a garantire un mercato digitale veramente equo ovunque e il nostro impegno per contribuire a rendere questo una realtà rimane costante”.

Vestager: DMA offre più libertà agli utenti finali e alle aziende

Nel frattempo, Vestager lunedì ha sostenuto che il caso Apple dimostra che la legge sulla concorrenza ha un ruolo centrale da svolgere nel mercato unico digitale dell’UE. “Il Digital Markets Act – il DMA – offre ora anche più scelta, più libertà sia agli utenti finali che agli utenti aziendali di aziende, come Apple, i cui servizi sono stati designati dalla Commissione come ‘guardiani’ (gatekeepers)”, ha concluso Vestager. “E, tra un paio di giorni, il 7 marzo 2024, Apple dovrà rispettare l’elenco completo delle cose da fare e da non fare previste dal DMA. Tra l’altro, Apple non può più imporre regole, come gli obblighi anti-sterzo, che in questo caso erano al centro della nostra indagine. E questo vale per qualsiasi app sull’App Store, non solo per le app di streaming musicale”.

Il commissario UE ha anche affrontato le recenti mosse di Apple per modificare il modello di business dell’App Store. “In questa fase non posso commentarli in dettaglio, ma lasciatemi sottolineare che esamineremo attentamente i dettagli, per valutare i cambiamenti e per tenere conto anche del feedback del mercato”, ha detto.

Ma Vestager ha concluso: “Apple dovrà aprire le porte al suo ecosistema, per consentire agli utenti finali di trovare facilmente le app che desiderano, pagarle nel modo che preferiscono e utilizzarle su qualsiasi dispositivo desiderino”.

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