Tiscali: il titolo resta caldo in Borsa. La società esclude offerte ufficiali, ma per gli analisti vendita imminente

di Raffaella Natale |

Italia


Massimo Cristofori

Grossi movimenti intorno a Tiscali, che stamani aggiungeva un guadagno del 2,15% a 2,04 euro, proseguendo il rally avviato da qualche giorno. Il titolo, che beneficia di una situazione tecnica molto positiva, trae anche spunto dall’attesa degli sviluppi del processo di massimizzazione del valore strategico del gruppo.

Infatti, la società ha formalizzato ieri la nomina dei due advisor finanziari, JP Morgan e Banca IMI. Borghesi Colombo & Associati agirà come consulente della società.

Come aveva informato Tiscali nei giorni precedenti, l’operazione si spiega con il fatto che “…In Europa è in corso un forte processo di consolidamento nel settore delle Tlc e Tiscali intende avere un ruolo proattivo e non passivo”.

 

Da inizio giornata il mercato attendeva queste nomine, tant’è che il titolo è arrivato a guadagnare fino al 13,28%, sfondando per un attimo la soglia psicologica dei 2 euro con un massimo a 2,005 euro. Al termine delle contrattazioni il prezzo di riferimento si è attestato a 1,99 euro (+12%), con una capitalizzazione della società che sfiora il miliardo di euro a quota 965 milioni di euro.

Da capogiro anche gli scambi: sono passate di mano 49,6 milioni di azioni (8,6% del capitale), più del doppio rispetto alla media delle ultime 30 sedute di 20,2 milioni di pezzi.

 

In merito alle indiscrezioni apparse ieri sulla stampa e su richiesta di Consob, la società ha precisato che non ci sono offerte formali da parte di operatori né per il gruppo né per i singoli asset. Nelle sale operative si speculava ieri in relazione alla possibile valorizzazione delle offerte per gli asset di Tiscali.

 

Tuttavia, negli ambienti finanziari non la pensano allo stesso modo e indicano un’eventuale vendita a breve.

“Probabilmente avremo il nome del compratore entro un paio di mesi”, ha detto a Bloomberg, Antonio Tognoli, analista di AbaxBank. Tra i nomi circolati in questi giorni sul mercato figurano compagnie come Swisscom, Vodafone, Deutsche Telekom e BT. Mentre di recente, l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, aveva chiarito che l’ex monopolista non può comprare “…le attività italiane“.

 

“…Non vogliamo che siano altri a decidere per noi”, ha recentemente dichiarato in un’intervista telefonica il direttore finanziario dell’Isp Massimo Cristofori. Per il momento, ha aggiunto il Cfo, sono aperte tutte le opzioni: alleanze, fusioni ma anche acquisizioni.

 

Per quanto riguarda il 2008, invece, Cristofori ha confermato gli obiettivi del piano industriale che prevedono fra l’altro generazione di cassa e ritorno all’utile, dopo aver dimezzato nel 2007 le perdite a 65,2 milioni di euro. Quanto all’integrazione con il gruppo britannico Pipex, Cristofori ha dichiarato che sta “…procedendo molto bene e su certi target anche meglio del previsto”.

 

Il Cfo ha poi confermato il lancio nel secondo semestre 2008 del servizi di operatore mobile virtuale, grazie all’accordo con Tim. Nulla da temere, infine, sotto il profilo finanziario, grazie alla rinegoziazione del debito ora tutto a lunga scadenza a un tasso compreso fra il 7,5%-8%.

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