Terminazione: dalla Ue approvazione con riserva. ‘Bene l’impegno Agcom ma  tariffe ancora troppo alte’

di Alessandra Talarico |

Italia


Viviane Reding

Bruxelles ha accolto favorevolmente l’impegno dell’Agcom per la riduzione delle tariffe di terminazione dei gestori di rete fissa alternativi a Telecom Italia.

 

La Commissione europea, in una lettera inviata all’Autorità italiana, ha approvato la decisione di rendere queste tariffe simmetriche a partire dal 2010, quando per ogni chiamata effettuata sulla propria rete ma da un cliente di un altro gestore, ogni operatore riscuoterà 0,57 centesimi di euro al minuto, ma ha anche lamentato che le attuali tariffe, benché transitorie e inferiori a quelle indicate in precedenza, “…sono alte, in termini sia assoluti che relativi”.

 

La terminazione indica le tariffe all’ingrosso che i gestori si praticano vicendevolmente per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi al consumo.

In base alle attuali disposizioni – transitorie, della durata di 4 anni – gli operatori concorrenti possono far pagare tariffe di terminazione all’ingrosso più alte rispetto alle tariffe dell’operatore dominante, Telecom Italia.

In sostanza, mentre le tariffe di terminazione di Telecom Italia sono regolate in vista del raggiungimento del livello di orientamento al costo nel 2009, gli operatori alternativi sono autorizzati a far pagare tariffe maggiori – 1,54 euro al minuto contro 0,41 euro al minuto – ma solo fino al raggiungimento della simmetria con le tariffe dell’incumbent, che dovrebbe quindi attuarsi entro il 2010.

 

“So che non è stata una decisione semplice per la AGCOM e mi congratulo per la sua determinazione di arrivare a tariffe di terminazione più basse e simmetriche per i gestori alternativi di rete fissa entro il 1° luglio 2010”, ha dichiarato Viviane Reding.

“Il principio dell’orientamento ai costi è importante per conseguire tariffe di terminazione più efficienti e, di conseguenza, una riduzione dei costi dei servizi per i consumatori di tutta l’Unione”.

 

Il provvedimento Agcom sulle tariffe di terminazione emanato a giugno 2006 per incoraggiare l’ingresso dei nuovi operatori nel mercato della telefonia fissa, è stato al centro di un forte dibattito tra l’Agcom e la Commissione europea, che chiesto all’Authority di ridurre il periodo di transizione e di specificare un percorso regolamentare (glide path) per la riduzione delle tariffe di terminazione, nonché di sviluppare un modello di costi per il calcolo del valore di terminazione degli operatori alternativi che tenesse in considerazione la necessità degli stessi di divenire efficienti nel tempo.

 

Il Presidente Agcom Corrado Calabrò ha più volte ribadito che tariffe asimmetriche come misura temporanea possono rappresentare un valido incentivo per la creazione di infrastrutture di rete fissa a banda larga e che l’uso di questa leva, in Italia più che in altri Paesi Ue, è dettato dalla necessità di  compensare la posizione di monopolio ancora oggi mantenuta da Telecom, agevolata dall’aver detenuto per decenni il regime di monopolio della telefonia fissa, e di “garantire la persistenza di una concorrenza sostenibile in un mercato altamente competitivo e ad elevata evoluzione tecnologica, qual è quello italiano”.

 

La Reding ha tuttavia sottolineato anche nella lettera inviata oggi all’Agcom che il provvedimento “…permetterà di mantenere una notevole asimmetria delle tariffe di terminazione per le reti fisse ancora per un periodo transitorio di due anni e, in questo senso, si scosta dalle decisioni adottate dai regolatori di altri Stati membri della Ue”.

 

Queste disparità, che finiscono per creare distorsioni della concorrenza e svantaggi per i consumatori, non possono tuttavia essere risolte né dai regolatori nazionali né dalla Commissione, che non dispongono degli strumenti adeguati.

Almeno non ancora, perché la Reding ha annunciato che è in preparazione “…uno strumento normativo comunitario destinato a garantire maggiore chiarezza e coerenza” e ha chiesto altresì al gruppo di regolatori europei di impegnarsi ad elaborare tariffe di terminazione più coerenti ed efficaci per porre fine alle attuali disparità tra gli Stati Ue.

 

Quanto all’elevata asimmetria delle tariffe praticate l’un l’altro all’ingrosso operatori italiani, la Commissione ne attribuisce la causa a diversi fattori: ai valori di partenza elevati e ai differenti vari percorsi dei gestori di rete alternativi (che partono da 2,60 centesimi di euro al minuti), all’inserimento di dati specifici del gestore nel modello dei costi e all’inserimento di costi aggiuntivi e maggiorazioni per tenere conto dei cosiddetti costi di concorrenza e di una parte dei costi delle apparecchiature messe a disposizione degli utenti.

 

Promossi, dunque, ma con riserva: l’attuale – elevato – grado di asimmetria potrà essere mantenuto in via transitoria fino al 2010, anche se la Ue avrebbe “preferito evitare asimmetrie significative”.

La lettera inviata oggi non è giuridicamente vincolante, ma, conclude la Commissione, “l’Agcom deve tenerne conto”.

 

E l’Authority lo farà: da Calabrò arriva infatti immediato l’impegno a esaminare “con attenzione le osservazioni che la Commissione ha formulato” e a far sì che “i meriti proconcorrenziali e le specificità del modello italiano vengano tenute in conto nell’ambito dei lavori del gruppo dei regolatori europei”.

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