Unione Europea
Sono 250 milioni gli europei che usano regolarmente internet, mentre cresce sempre più la diffusione della banda larga e la presenza in rete dei servizi pubblici.
Lo ha reso noto la Commissione europea, in una relazione che fa il punto sui progressi dell’iniziativa i2010, la strategia digitale della Ue per la crescita e l’occupazione avviata nel 2005 per favorire la diffusione delle tecnologie ICT a livello comunitario e nazionale.
Nella Ue, la banda larga è ormai utilizzata dal 77% delle imprese (nel 2005 era il 62%), dal 67% delle scuole e dal 48% dei medici (il 17% nel 2002), ma vi sono ancora alcune regioni che non riescono a sfruttare a pieno i vantaggi delle connessioni ad alta velocità.
Nel nostro Paese, ad esempio, secondo le stime della Commissione, la penetrazione broadband è del 17% (contro una media Ue del 20%), mentre la percentuale di utenti internet regolari è fra le più basse: siamo infatti al quartultimo posto davanti a Grecia, Bulgaria e Romania, con una percentuale del 34%.
Molto bassa anche la penetrazione della banda larga nelle imprese (siamo fermi al 43%), mentre va un po’ meglio per quanto riguarda l’uso delle tecnologie broadband nelle scuole – con una percentuale del 79% l’Italia si colloca al di sopra della media Ue – e da parte dei medici di base.
I progressi compiuti nella Ue dal 2001 sono sorprendenti sia per quanto riguarda la penetrazione delle tecnologie in ambito scolastico – passata da una percentuale praticamente nulla al 96% – che in ambito sanitario: gli utenti che ricevono risposta elettronica alle analisi di laboratorio per via telematica sono saliti al 46% rispetto all’11% di 7 anni fa.
La strategia “i2010 – una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione” comincia dunque a dare i suoi frutti: la Ue, con 100 milioni di connessioni internet broadband (40 milioni quelle aggiunte nel 2007) risulta oggi il maggior mercato consumer al mondo.
Tuttavia, si legge in una nota della Commissione, “…il mercato unico delle telecomunicazioni, che dovrà promuovere i servizi transfrontalieri di comunicazione, è ancora in via di realizzazione”.
“Tutti i paesi della Ue – ha spiegato il Commissario Viviane Reding – devono quindi potenziare gli sforzi per colmare queste lacune e migliorare i servizi transfrontalieri di comunicazione così come quelli che raggiungono anche le regioni rurali e periferiche”.
Le priorità individuate dalla Ue per il periodo 2008-2010 riguardano il rafforzamento delle attività di ricerca e dei servizi pubblici in Rete.
In questi settori si nota infatti un forte scollamento tra i diversi Stati membri: se per esempio le attività di ricerca ICT in alcuni Paesi – in Svezia (18%), Finlandia (17%) e Danimarca (11%) – sono superiori ai livelli degli Usa, in altri Stati membri come Slovacchia, Lettonia e Polonia sono inferiori all’1%.
Stesso discorso per l’uso delle tecnologie online: secondo le stime Ue, quasi il 40% degli europei non usa mai internet, con percentuali che vanno dal 69% della Romania al 62% della Grecia.
Per incoraggiare la ricerca, la Commissione ha ricordato che nel 2008 diventeranno operative le iniziative congiunte, finanziate dalla Ue, sulla nanoelettronica e i sistemi integrati, sulla “sanità elettronica” e la ricerca di punta ad alto rischio.
Entro la fine di quest’anno, inoltre, sarà pubblicata una Guida sui diritti e sugli obblighi degli utenti comunitari di servizi digitali, per stimolare l’utilizzo di internet nei Paesi a più bassa penetrazione.
A maggio, infine, la Commissione varerà una serie di progetti a sostegno dei servizi pubblici paneuropei, come i servizi transfrontalieri di identificazione o di firma elettronica.