Tim ha ricevuto un’offerta dal governo italiano per la sua unità di cavi sottomarini Sparkle. Una mossa che potrebbe mettere la parola fine alle trattative con la società di private equity KKR, la cui offerta era stata giudicata inadeguata dal Cda della compagnia.
Opzione per una quota di minoranza in Sparkle
Tim nella tarda serata di ieri ha reso noto che la nuova offerta include un’opzione per Tim di mantenere una quota di minoranza in Sparkle, ma non ha precisato i termini finanziari dell’offerta.
Nella nota diffusa da Tim si legge che nell’offerta “si fa riferimento altresì all’eventualità di negoziare una diversa opzione, con possibili adeguamenti delle condizioni contrattuali, nel caso Tim mantenesse una quota minoritaria per un determinato arco temporale e supportasse la realizzazione del piano strategico.
L’offerta avrà efficacia per 15 giorni e verrà sottoposta all’esame del Consiglio di Amministrazione di TIM programmato per il prossimo 7 febbraio”.
Ieri il Tesoro si è fatto avanti direttamente e le discussioni ora andranno avanti, senza intermediari.
Offerta da 650 milioni
Secondo La Repubblica, l’offerta potrebbe valutare Sparkle intorno ai 625 milioni di euro e includere circa 125 milioni di euro in pagamenti aggiuntivi. Una cifra che di fatto non si discosterebbe da quella offerta in precedenza da KKR.
KKR ha confermato di non aver fatto alcuna nuova offerta per Sparkle. A dicembre Tim aveva concesso a KKR una proroga del termine per presentare una nuova offerta per Sparkle, spostandola alla fine di gennaio.
Cedere Sparkle avrebbe solo un effetto limitato sugli sforzi di riduzione dell’indebitamento del gruppo, così come sui loro guadagni, ha scritto Domenico Ghilotti di Equita Sim in una nota di ricerca.