Italia
La Tv del futuro al centro del convegno, che si è svolto a Portofino il 10 maggio ed è stato occasione per riunire i player dell’industria delle tlc, dei media, delle istituzioni e dell’Authority.
“Are you my Televisionary?” ha aperto il confronto sulle più significative evoluzioni del settore, sottolineandone i risvolti di business e le implicazioni socio-economiche. All’interno di un panorama caratterizzato dalla progressiva convergenza tra il mercato delle telecomunicazioni e dei media, quest’anno l’incontro ha delineato i principali trend della Tv del futuro e le prospettive di evoluzione dell’esperienza televisiva nei prossimi anni.
Oggi la televisione sta entrando in una nuova fase evolutiva. Gli utenti chiedono infatti una Tv personalizzata, ad alta definizione, facile da utilizzare, a costi accessibili e soprattutto collegabile in ogni momento e su qualsiasi tipo di apparecchio, dal cellulare, al televisore e al computer.
A Portofino, si è aperto il dibattito tra gli attori del sistema italiano della comunicazione, con l’obiettivo di facilitare e promuovere in Italia lo sviluppo della “Individual Tv“, che spingerà la crescita del business nei prossimi dieci anni.
Secondo i dati diffusi durante l’incontro, il mercato mondiale della Tv digitale è di 100 miliardi di euro e crescerà nei prossimi otto anni fino a 500 miliardi di euro.
Ma affinché tutto ciò avvenga, è necessario da una parte predisporre un’offerta di servizi televisivi di qualità in linea con le attese dei consumatori e con le nuove opportunità offerte dalla tecnologia, dall’altra creare un’infrastruttura di supporto flessibile e potente in grado di garantire la fruizione della nuova Tv.
Indispensabile per il decollo della Tv del futuro gli investimenti sulla banda larga. Altrettanto fondamentale la fibra ottica, essenziale per lo sviluppo delle nuove forme di televisione e per la crescita dell’Italia. La Tv, che ha avuto in passato un ruolo chiave nella modernizzazione del paese, sta entrando in una fase evolutiva in cui può ancora costituire elemento di crescita e innovazione.
E’ la banda larga a supportare la fornitura integrata di servizi di comunicazione internet e rappresenta lo snodo fondamentale per sostenere lo sviluppo del paese. Per utilizzare la banda larga occorre la fibra ottica.
Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, ha lanciato l’allarme: l’Italia non ha fibra ottica e neppure un programma per dotarsene, il prossimo governo dovrebbe intervenire con urgenza per colmare questo gap
Ha infatti evidenziato che “…Con investimenti adeguati nella fibra ottica, come ad esempio ha fatto il Giappone, l’Italia potrebbe avere un ritorno economico pari al 2-3% del Pil. Il problema è che il paese non ha ancora la fibra ottica e neppure un programma per metterla”.
“Parlerò di questo anche nel messaggio al parlamento del 15 luglio – ha informato il Garante – e rinnoverò l’appello che ho già fatto una volta e che è rimasto inascoltato”.
Il Garante ha tracciato un disegno apocalittico: “…Tutti i paesi si stanno muovendo, il Giappone punta a una velocità di 100 megabyte, la Cina lo sta seguendo, la Germania andando contro le regole della UE favorisce Telekom per ristrutturare il paese. In Italia non si fa nulla, non ci sono politiche né piani industriali. Il Giappone, ad esempio, investe direttamente 50 miliardi di dollari per le fibre ottiche e prevedere un ritorno di 1500 miliardi”.
Pronta la replica del sottosegretario in pectore alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti, che ha ribattuto: “…Auspico un impegno di tutti i protagonisti del sistema Italia, maggioranza, opposizione e forze produttive per creare insieme una legge multimediale che ridia slancio al sistema complessivo della comunicazione in Italia”.
“…Credo sia necessario – ha detto ancora – cercare di mettere a punto una legge di sistema che vada oltre i singoli settori dell’editoria, del web, della radiotelevisione e delle telefonia. Non ho in mano una proposta di legge, ma invito tutti i soggetti a fare una fotografia dell’esistente e a partire da qui per rilanciare il sistema”.
E poi, tornando sui problemi strettamente legati alla tecnologia: “…Tagliare le tasse sulle cose utili e semplificare la burocrazia per risolvere i grandi problemi del paese”.
“…Questo vale per superare il gap dell’Italia nell’adozione della fibra ottica, di cui si è parlato al convegno, come per gli altri grandi nodi da sciogliere. Il governo sa che le richieste che vengono dal paese devono essere prese in considerazione e ascolterà tutti”.
Un dato emerge con chiarezza: il telespettatore non è più solo un ricettore di programmi, ma vuole essere anche produttore di immagini da condividere. Internet è il luogo giusto per dare sfogo a questa voglia di comunicare, come dimostra il successo di FaceBook e YouTube.
E con lo sviluppo della banda larga, le immagini viaggeranno ad alta definizione tra Tv, pc e telefonino, dispositivi che l’utente potrà gestire a distanza con semplici click producendo immagini da condividere in rete.
La televisione generalista ha dunque gli anni contati e sta perdendo audience (in Gran Bretagna il 30%) a vantaggio della Tv on demand.
Ne esce vincente