AICA, Fondazione Politecnico di Milano e Università Cattolica: e’ boom per le tecnologie di knowledge management

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E’ un grande momento per le tecnologie di Knowledge Management, e cioè per gli strumenti informatici e in rete che permettono di condividere le conoscenze tecniche, scientifiche o anche solo le informazioni di interesse culturale e lavorativo. E se in alcune aree, come la Sanità, ancora c’è qualche intoppo, poco cambia anche in Italia, perché in altri settori, e in particolare nelle aziende, la dinamica è oramai inarrestabile. In capo al fenomeno sono le potenzialità offerte dalla seconda generazione di Internet (Web 2.0), grazie alla facilità con cui consentono la reperibilità, la fruibilità e la condivisione di contenuti.

Questi e altri gli elementi emersi oggi al convegno “Gestire la conoscenza: la sfida del XXI secolo“. Aperto da Luigi Campiglio, Pro Rettore dell’Università Cattolica e Bruno Lamborghini, Presidente AICA, è stata l’occasione per dar conto del 2° anno di lavori del progetto PKM 360° avviato da AICA (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico), Università Cattolica e Fondazione Politecnico di Milano con il supporto di CSE Crescendo e cui si sono aggiunti quest’anno anche le Università Milano Bicocca e Bocconi. Numerosi i contributi. Nel seguito gli spunti che hanno suscitato il maggiore interesse.

Chiara Francalanci, della Fondazione Politecnico di Milano, ha esposto i risultati di una ricerca nel settore della Sanità, evidenziando che le aziende sanitarie, pur consapevoli della rilevanza dei processi di gestione della conoscenza, fanno ancora un uso limitato delle tecnologie più avanzate legate al Web 2.0 e ai sistemi esperti; e che mentre sussistono meccanismi di condivisione della conoscenza governati dall’alto, non esistono e non sono ancora incoraggiati processi d’altro tipo.

Carlo Ricci, dell’Università Cattolica di Milano, ha illustrato i risultati di una ricerca sull’impatto del Knowledge Management sui giovani, confermando come sia oramai realtà per essi la pratica della socialità e della condivisione delle conoscenze attraverso la rete. E’ grazie ai giovani che si può oramai parlare non solo di “Knowledge Worker” ma di “Knowledge citizen“, ad intendere che essi, anche se molto resta ancora da fare, sono già proiettati ai paradigmi della “Società della Conoscenza”, ove appunto il sapere conta sempre di più.

Sulle tecnologie e il mercato del Knowledge Management ha fatto il punto Enrico Guidotti di AICA, coinvolgendo nella discussione Stefano Mainetti (Politecnico di Milano), Carlo Marchini (Google), Enzo Vighi (Vittoria Assicurazioni) e avvalendosi delle ultime indagini di Gartner Group. Sono già più di 300 gli operatori che con le loro soluzioni stanno animando la scena mondiale, ancora senza esprimere un leader. E le sole soluzioni di Enterprise Search, quelle per il mondo dell’impresa, hanno oramai creato un mercato di quasi un miliardo di dollari, atteso salire a 1,2 miliardi entro il 2010.

 

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