Uranio e reattori nucleari, una domanda in crescita
Il mercato mondiale dell’uranio sta crescendo a dismisura negli ultimi decenni, soprattutto a causa del suo impiego nell’industria nucleare. Il 60% della domanda di questo materiale proviene da Stati Uniti, Cina e Francia.
Ad oggi, il suo impiego principale è nei 436 reattori nucleari attivi in tutto il mondo e presto negli altri 173 in cantiere.
Il problema, secondo le stime di Sprott riportate da visualcapitalist.com, già oggi si attende un divario cumulativo tra domanda e offerta di uranio di circa 680 mila tonnellate sino al 2040.
Si prospetta quindi una carenza di questa materia prima così centrale per il funzionamento delle centrali nucleari di tutto il pianeta.
I maggiori produttori di uranio
Nel 2022 i maggiori produttori di uranio sono stati Kazakistan, Canda, Namibia e Australia, che tutti assieme sono arrivati a rappresentare oltre il 70% del totale globale.
La produzione però potrebbe ridursi nei prossimi anni, a causa delle tensioni geopolitiche e dei rallentamenti (o blocchi) delle catene di approvvigionamento.
Da una parte le sanzioni alla Russia, dall’altra i problemi di supply chain in Kazakistan, infine il blocco delle esportazioni dal Niger come conseguenza diretta del colpo di Stato.
Nonostante i rischi, la domanda mondiale di uranio aumenterà del 28% entro il 2030, per poi arrivare a raddoppiare entro il 2040, soprattutto per le esigenze industriali dei Paesi che sfrutteranno il nucleare per decarbonizzare le proprie economie.