Separazione rete Telecom: Sciolla (BT Italia), ‘Siano coinvolti tutti i player per eliminare una situazione di persistente monopolio’

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Sciolla

Il processo di separazione della rete di accesso di Telecom Italia deve coinvolgere anche gli operatori alternativi con la creazione, da parte dell’Agcom, di un tavolo ad hoc che favorisca la discussione su un tema tanto delicato per gli equilibri futuri del mercato tlc italiano.

 

È questa la posizione sostenuta dall’amministratore di BT Italia, Corrado Sciolla, nel corso di un’audizione al Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha avviato una serie di incontri con gli operatori per esaminare le diverse problematiche del settore.

 

La separazione della rete di accesso di Telecom Italia è l’argomento al centro della discussione. Il presidente Agcom Corrado Calabrò auspica di raggiungere un’intesa prima della presentazione della relazione annuale dell’Autorità al Parlamento, il 15 luglio.

 

Il procedimento – ha spiegato il Commissario Stefano Mannoni – è già stato avviato ed è definito “almeno per il 70%”.

L’Authority ha apprezzato il fatto che i nuovi vertici del gruppo abbiano evidenziato l’importanza di un rapporto costante con l’Autorità in un clima “sereno e costruttivo e sulla base di un’approfondita e trasparente informazione” e ha fatto notare che il progetto Open Access, sempre “se adeguatamente sviluppato” potrebbe rappresentare “lo strumento chiave per l’apertura di una nuova stagione della regolamentazione della rete fissa, più aperta alle libere iniziative di mercato, agli investimenti e all’innovazione dei servizi e delle offerte”.

 

Resta da valutare l’atteggiamento di Telecom, che potrebbe decidere di presentare gli impegni vincolanti sulla rete, accelerando la procedura, oppure lasciare che tutto l’iter segua il suo corso fino a Bruxelles.

 

In Gran Bretagna, dove l’ex monopolista BT ha realizzato una nuova struttura – Open Reach – nella quale sono confluite tutte le infrastrutture di rete necessarie per la fornitura di servizi di accesso e di backhaul, la separazione funzionale ha portato progressi molto positivi nel mercato broadband sotto forma di nuovi investimenti, di estensione della copertura e dell’accesso ai servizi, di diminuzione del peso di mercato di BT.

 

Secondo Sciolla, è dunque essenziale che, come è avvenuto in Gran Bretagna, anche in Italia si coinvolgano tutti gli attori del mercato per “eliminare una situazione di persistente monopolio”.

Telecom Italia controlla attualmente ancora il 64% del mercato: certo qualcosa in meno del 70% dello scorso anno, ma è ancora la percentuale più alta in Europa se si escludono Cipro e Lussemburgo e fa ancora più specie se si pensa che l’incumbent britannico BT controlla il 26% del mercato, quello francese il 47%.

 

A giudizio di Sciolla, dunque, soltanto dopo la discesa della quota di mercato di Telecom sotto certi livelli di guardia si potrà giungere a “un alleggerimento degli obblighi dell’ex monopolista italiano sul mercato dei servizi retail”.

Per questo motivo, il processo di apertura della rete non può e non deve prescindere “dal fatto che l’Autorità prosegua nella vigilanza e nell’enforcement della regolazione esistente”, ha aggiunto il manager BT.

 

Nel corso dell’incontro, è stato toccato anche il tema della telefonia mobile.

Ad aprile dello scorso anno, BT ha siglato un accordo con Vodafone, diventando di fatto il primo operatore mobile virtuale italiano realizzato tra una compagnia telefonica mobile e una fissa.

Sul mercato italiano, tuttavia, non sembra ancora essersi realizzato l’ambiente adatto per una reale concorrenza tra Mvno e operatori tradizionali, dotati di proprie infrastrutture di rete.

 

BT Italia ha dunque chiesto al regolatore di regolamentare l’accesso per riequilibrare l’attuale contesto, che prevede – nella definizione dei contratti tra gli aspiranti Mvno e le società telefoniche tradizionali – una libera contrattazione tra le parti senza alcun intervento degli organismi di controllo, come avviene invece sul mercato della telefonia fissa.

 

BT Italia ha chiuso l’ultimo esercizio fiscale con un fatturato che ha superato 1 miliardo di euro, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente. 
Si tratta del quarto anno consecutivo in cui BT fa segnare un significativo incremento dei ricavi nel nostro Paese, confermando il suo ruolo di protagonista sul mercato dei servizi di comunicazione per le imprese e la pubblica amministrazione.
“Negli ultimi quattro anni – ha dichiarato Corrado Sciolla – BT è cresciuta nel nostro paese a ritmo eccezionale, costituendo di fatto il primo ICT provider dedicato a offrire servizi e soluzioni alle aziende e alla pubblica amministrazione”.

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