“Roma con il sole con i suoi monumenti più belli”. Abbiamo digitato questa semplice richiesta, in italiano, e in pochi secondi abbiamo ottenuto grazie all’AI l’immagine principale di quest’articolo.
Così si utilizza Microsoft Designer, l’ultimo prodotto della società guidata da Satya Nadella: il CEO ha provato il tool, generando la seguente immagine:
Microsoft Designer è una sorta di ChatGPT, ma per generare immagini. Infatti, il nuovo tool ha GPT 3.5 e DALL-3 integrati. Gli utenti possono usarlo, se hanno un account Microsoft, per i post sui social e per qualsiasi altro uso. È buona norma indicare che il contenuto è stato creato dall’intelligenza artificiale. Ecco un’altra immagini da noi richiesta: “un bambino di 6 anni che gioca a Minecraft”.
“Ci impegniamo a creare un’intelligenza artificiale responsabile fin dalla progettazione”, scrive la società nel presentare Microsoft Designer. “Il nostro lavoro”, spiega l’AI company, “è guidato da un insieme fondamentale di princìpi: equità, affidabilità e sicurezza, privacy e protezione, inclusività, trasparenza e responsabilità. Stiamo mettendo in pratica questi princìpi in tutta l’azienda per sviluppare e implementare l’intelligenza artificiale che avrà un impatto positivo sulla società”.
Ma non c’è nessun riferimento esplicito al copyright?
Le immagini create dal nuovo tool di Microsoft si basano anche su fotografie e opere d’arti di autori in carne e ossa?
Secondo l’esperta di Generative IA, Nina Schick, intervistata in video su Yahoo Finance Live, entro il 2025 c’è la possibilità che il 90% circa dei contenuti online sarà sviluppato da intelligenze artificiali generative.
Quanto dovranno essere pagati i titolari dei diritti di copyright sui contenuti? In termini di guadagni, conviene più pubblicare in rete una fotografia originale o offrirla all’addestramento delle IA?
Da qui in poi le intelligenze artificiali generative avranno sempre più bisogno di questi contenuti (principalmente audio, voce, immagini, testi) per addestrarsi, apprendere e crescere, producendo a loro volta un fiume online di nuovi contenuti visuali che saranno protetti da diritto d’autore anch’essi. Siamo sulla soglia storica di un grande cambiamento delle regole che fin qui hanno accompagnato l’editoria classica. Chi crea cosa e con quali regole?
Generare un’immagine con l’AI richiede la stessa energia per ricaricare uno smartphone
Infine, ricordiamo che l’AI non è green.
Secondo lo studio dei ricercatori della startup di intelligenza artificiale Hugging Face e della Carnegie Mellon University, generare una singola immagine utilizzando un potente modello di intelligenza artificiale richiede una quantità di energia pari alla ricarica completa dello smartphone.
È la prima volta che i ricercatori calcolano le emissioni di anidride carbonica causate dall’utilizzo di un modello di intelligenza artificiale per diversi compiti.
Lo studio dimostra che l’addestramento di modelli di IA massicci è incredibilmente dispendioso dal punto di vista energetico, ma è solo una parte del puzzle. La maggior parte dell’impronta di carbonio deriva dal loro effettivo utilizzo.