Il trionfo di Javier Milei a presidente dell’Argentina è dovuto anche all’uso dell’intelligenza artificiale nella campagna elettorale. Sia lui sia il suo sfidante Sergio Massa hanno usato l’IA per creare immagini, manifesti e video per promuovere se stessi e attaccarsi a vicenda.
Ecco la prima immagine creata dallo staff di Massa, con un mood da Unione Sovietica, in contrapposizione all’ideologia di destra portata avanti da Milei.
Questo manifesto politico è stato affisso in tante strade.
Javier Milei ha usato l’IA per creare immagini che ritraggono Massa nei panni di un leader comunista cinese, mentre “un tenero leone dei cartoni animati” è stato il prompt dato all’IA per raffigurare se stesso. Queste immaginate create con l’IA generativa sono stati viste più di 30 milioni di volte online.
Sfida a colpi di deepfake
Un caso di studio. Infatti, in Argentina la campagna elettorale è stata combattuta a colpi di IA, i due leader si sono sfidati anche con deepfake.
Con l’IA gli staff hanno fatto dire ai candidati avversari parole mai pronunciate, hanno inserito i video in film e meme famosi. Lo staff di Milei ha inserito i deepfake di Massa nel film Indiana Jones… mentre i video fake di Milei sono stati inseriti dagli antagonisti politici nel film “Arancia meccanica” per rappresentarlo agli elettori come instabile.
E ancora.
Il comitato elettorale di Massa ha prodotto deepfake in cui Milei spiega come funzionerebbe un mercato di organi umani, un contenuto che si adatta filosoficamente alle sue opinioni libertarie.
La didascalia del post dice: “Abbiamo chiesto a un’intelligenza artificiale di aiutare Javier a spiegare l’attività della vendita di organi e questo è successo”.
Il portavoce di Massa al New York Times ha cercato poi di mettere una ‘toppa’, spiegando che il post fosse uno scherzo e chiaramente etichettato come generato dall’IA. Secondo lo staff di Massa, l’intelligenza artificiale è stata usata “per intrattenere e sostenere argomenti politici, non per ingannare”.
L’IA il nuovo “avversario politico”
Ma si sa che una grande percentuale di utenti online, soprattutto coloro con una scarsa alfabetizzazione digitale, non riesce a distinguere una news da una fake news, quando quest’ultima è ben “impaginata”. E con i deepfake è ancora più difficile capire se si sta guardando uno scherzo o un video reale. Nei feed dei social, i testi dei post e le didascalie ai video sono in secondo piano rispetto al contenuto video e alle immagini. E poi sono solo questi contenuti fake ad essere inoltrati sui WhatsApp dei cittadini, diventando virali. Alla fine, in molti casi nel cittadino-elettore giunge solo il messaggio fake.
L’IA è quindi “un avversario politico” in più. Ora sarà usata anche in tutte le prossime elezioni democratiche nel mondo.