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Plastica, domani l’Europarlamento voterà il regolamento sugli imballaggi. Produciamo 36 kg di rifiuti a testa

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La quantità complessiva di rifiuti continua ad aumentare vertiginosamente, con una produzione di plastica che dovrebbe triplicare entro il 2060. Tra il 2011 e il 2021, la quantità pro capite di rifiuti di imballaggio in plastica generati nell’UE è aumentata del 26,7%. Domani il voto dell’Europarlamento sul regolamento relativo agli imballaggi.

Plastica, una minaccia globale

Il mondo è a un bivio. La plastica è il terzo materiale prodotto dall’uomo più diffuso dopo acciaio e cemento. Negli ultimi 60 anni abbiamo generato oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica, secondo stime del Wwf.

Siamo arrivati al punto che la massa (in peso) di tutta la plastica presente sul Pianeta equivale ormai al doppio della biomassa totale degli animali terrestri e marini messi insieme.

Ogni minuto che passa vengono acquistate un milione di bottiglie di plastica e utilizzate più di un milione di buste. Di tutta la plastica prodotta oltre il 70% è già diventato un rifiuto. Entro il 2060 si stima accumuleremo oltre 1 miliardo di tonnellate di rifiuti di plastica.

Solo il 9% dei rifiuti è stato riciclato mentre il 79% è finito nelle discariche e nell’ambiente terrestre e marino. Solo negli oceani, ogni anno finiscono 11 milioni di tonnellate di plastica, contaminando specie e habitat.

Ma questo materiale, in origine considerato rivoluzionario e che ha effettivamente accompagnato l’ascesa economica di gran parte dei Paesi occidentali, non rappresenta una minaccia solamente per l’ambiente e gli esseri viventi che lo abitano, ma anche per noi: ogni giorno un uomo può ingerire mediamente fino a 100 mila microplastiche attraverso il cibo, l’acqua e l’aria.

Micro e nanoplastiche sono state ritrovate nei nostri polmoni, nel sangue e nel cervello. Alla plastica è imputato il 3,4% delle emissioni di gas serra globali.

Domani il voto del Parlamento UE

L’Europa è a un bivio. Domani li Parlamento europeo dovrà esprimersi sulla proposta di regolamento sugli imballaggi di plastica fatta dalla Commissione europea e che in fin dei conti è uno dei pilastri centrali del Green Deal.

C’è già il via libera dalla Commissione ambiente, ma in plenaria le cose potrebbero andare ben diversamente, visti i 500 emendamenti già depositati.

Bruxelles vuole promuovere il riuso, ma altri Paesi, tra cui l’Italia in prima fila, vorrebbero valorizzare il riciclo e quindi l’economia circolare.

Il testo che domani sarà sottoposto a voto è la Packaging and Packaging Waste Regulation, che mira ad eliminare gran parte degli imballaggi di plastica a favore del riutilizzo degli stessi.

Nel 2021 in Europa sono stati prodotti 84 milion idi tonnellate di rifiuti di imballaggio, in sensibile aumento rispetto alle 66 milioni di tonnellate del 2009.

L’Italia è tra i Paesi leader nella circolarità industriale di questi prodotti, con un tasso di riciclo del 73,3% nel 2021, ben oltre l’obiettivo fissato da Bruxelles al 70% entro il 2030.

Per il riuso però il nostro Paese non si è ancora organizzato e il nuovo regolamento di cui domani si discuterà all’Europarlamento si pone come obiettivi di base l’eliminazione del 10% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, il 15% entro il 2035 e il 20% entro il 2040.

Gli obiettivi per ridurre gli imballaggi di plastica

A partire dal 1° gennaio 2028 l’Unione europea potrebbe mettere al bando tutti i rifiuti di imballaggio evitabili come le buste dell’insalata, le reti per le arance e cestini per i pomodori.

Nel 2021, ogni europeo ha generato in media 35,9 kg di rifiuti di imballaggio in plastica. Allo stesso tempo, il tasso di riciclaggio è stato solo del 39,7%.

La quantità complessiva di rifiuti continua ad aumentare vertiginosamente, con una produzione di plastica che dovrebbe triplicare entro il 2060. Tra il 2011 e il 2021, la quantità pro capite di rifiuti di imballaggio in plastica generati nell’UE è aumentata del 26,7%.

Sempre nel 2021 in Europa c’è stato un consumo procapite di 77 sacchetti di plastica monouso, secondo dati Eurostat. entro il 2025 dovremmo scendere a 40 (attualmente in Italia siamo sopra i 100 all’anno).

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