Vivendi aumenta la pressione su Tim, alla vigilia del doppio consiglio di amministrazione in programma oggi e domenica per valutare l’offerta vincolante di KKR sulla rete.
L’offerta vincolante di KKR scade l’8 novembre, ma può essere prorogata fino al 20 dicembre su richiesta di TIM.
Dopo un primo esame oggi, i dirigenti di TIM si riuniranno ancora domenica per decidere se sostenere l’accordo KKR dopo mesi di trattative con il fondo americano.
Il primo azionista francese, che detiene il 23,75% della compagnia, è contrario alla cessione della rete ad un prezzo inferiore a 31 miliardi e prima ogni decisione in questo senso da parte del cda, nel quale non è più presente, reclama l’esame del pian alternativo presentato in zona Cesarini dal fondo Merlyn Advisors.
Azione di disturbo?
Basterà il Cda a decidere le sorti di Tim?
O ci sarà un’assemblea straordinaria, come auspicato di Vivendi?
Intanto, Merlyn ha chiesto un incontro al MEF per illustrare il suo piano. E lo stesso ha fatto con Vivendi, che però ha rimandato a dopo il consiglio.
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Proposta Merlyn bocciata dal Governo
Una proposta di “disturbo” già bocciata dal Governo italiano, che appoggia invece l’offerta di KKR alla quale affiancherebbe il MEF con una quota del 20% nella NetCo, (per un importo massimo totale di 2,2 miliardi di euro) con diritti strategici di governance, come dichiarato dopo la firma del memorandum con Kkr.
Ma in una nuova lettera inviata da Vivendi agli amministratori di Tim si chiede “di esaminare pienamente l’offerta alternativa” con l’appoggio di “consiglieri finanziari e tecnici indipendenti”.
Da subito Vivendi ha giudicato insufficiente l’offerta del fondo americano KKR per la rete, che il Consiglio intende vagliare venerdì prima di esprimere un parere al termine di un’altra riunione di domenica.
La proposta concorrente, presentata al cda dal fondo d’investimento Merlyn Advisor fondata da Alessandro Barnaba e da Stefano Siragusa, ex vicedirettore generale di TIM, prevede la vendita della lucrosa filiale brasiliana e della filiale che gestisce i clienti individuali in Italia.
La vendita di TIM Brasil dovrebbe fruttare circa 7 miliardi di euro e quella dell’attività dei singoli clienti “non meno di 9 miliardi”, ha assicurato Siragusa in un’intervista pubblicata giovedì dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore. Cifre considerate fuori target dagli analisti.
Insieme “deteniamo una quota inferiore al 3%” in Tim, ma “siamo determinati a superare, se necessario, il 5% per convocare l’assemblea” degli azionisti e presentare il piano, ha sottolineato Merlyn, che sostiene che “non c’è” Vivendi dietro il piano alternativo, ma ritiene che il gruppo francese abbia “un ruolo importante da svolgere visto che ha investito 4 miliardi di euro” in Tim.
Questo piano alternativo “non prevede la vendita della rete di trasmissione, ma di altri asset meno strategici per la società”, commenta Vivendi nella sua lettera.
Il piano di Merlyn prevede anche la sostituzione dell’amministratore delegato Pietro Labriola, con Stefano Siragusa, che aveva guidato la rete TIM prima di dimettersi dal gruppo nell’agosto 2022.
Vivendi chiede un cambio di rotta
Vivendi, che a gennaio ha sbattuto la porta del consiglio di amministrazione, ha più volte chiesto un “cambio di rotta” e ha criticato la strategia di Labriola.
L’offerta di KKR, sostenuta dal governo Meloni, varia tra 20 e 23 miliardi di euro e resta nettamente al di sotto delle aspettative di Vivendi, , per una quota che dovrebbe aggirarsi intorno al 65%, compresa di earn out (legati sostanzialmente a una eventuale fusione con Open Fiber) per Netco, divisione che comprende la rete in fibra e l’operatore globale Sparkle.
Vivendi si è detta disposta ad intraprendere azioni legali qualora l’offerta di KKR fosse approvata senza essere sottoposta all’assemblea generale straordinaria degli azionisti, in un’altra lettera precedentemente indirizzata al consiglio di amministrazione di TIM.