Stellantis vola in Cina e crea nuova JV per i motori elettrici su scala globale
Il Gruppo Stellantis sfida l’Unione europea e vola in Cina, per investire 1,5 miliardi di euro in Leapmotor, acquisendone il 20% circa. Nonostante l’annunciata indagine della Commissione europea sulle sovvenzioni statali cinesi all’industria dell’auto elettrica, che favorirebbe le imprese nazionali sui mercati esteri, quindi anche quelli dell’Unione, il Gruppo americano di cui fa parte FIAT ha deciso di giocare le sue carte sul tavolo globale, investendo in un produttore cinese che gli potrebbe consentire di ottenere vantaggi notevoli in termini di competitività.
L’eco mediatico del grande sciopero dell’industria dell’automobile negli Stati Uniti, oltre 45 mila lavoratori da 42 giorni incrociano le braccia negli impianti di Ford, GM e Stellantis, non sembra interessare quest’ultimo colosso, che anzi rilancia sul piano internazionale con nuove mosse.
L’accordo comunicato oggi prevede anche la costituzione di Leapmotor International, una joint venture in quote 51:49 guidata da Stellantis, con i diritti esclusivi per l’esportazione e la vendita, nonché la fabbricazione dei prodotti Leapmotor al di fuori della regione cinese.
Questo accordo segna la prima partnership globale nel settore dei veicoli elettrici tra una casa automobilistica tra le più importanti al mondo e un OEM cinese specializzato in NEV.
Stellantis, in questo modo, è in grado di offrire ai propri clienti in tutto il mondo soluzioni di mobilità elettrica economicamente più accessibili.
Una questione di competitività e di strategie geopolitiche
“Con il consolidamento delle start-up di veicoli elettrici in Cina, diventa sempre più evidente che i segmenti mainstream in Cina saranno dominati da una cerchia di player di nuova generazione nel settore degli EV efficienti e agili, come Leapmotor”, ha dichiarato Carlos Tavares, CEO di Stellantis. “Riteniamo che sia il momento giusto per assumere un ruolo di primo piano nel sostenere i piani di espansione globale di Leapmotor, uno dei nuovi operatori EV più interessanti sul mercato, con una mentalità imprenditoriale e tecnologica simile alla nostra. Grazie a questo investimento strategico – a aggiunto Tavares – andiamo a rafforzare un nostro punto debole nel modello di business e a beneficiare della competitività di Leapmotor in Cina e all’estero”.
Leapmotor nasce nel 2015, debuttando sul mercato cinese con circa 1000 veicoli nel 2019, per poi arrivare a vendere più di 111.000 veicoli nel 2022 (con il tasso di crescita più alto rispetto ai Big del calibro di Hozon, NIO, Li Auto e XPeng, secondo dati dell’ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane). Ad agosto ha venduto in Cina più di 15 mila unità BEV. I nuovi modelli su cui l’azienda conta di più sono: C01 sedan, C11 SUV e T03 city car.
A settembre il fondatore e CEO dell’azienda cinese Zhu Jiangming aveva annunciato la volontà di lanciare cinque nuovi modelli elettrici in Francia e Germania da quest’anno, dal 2024 nel Regno Unito e poi in Australia.
L’azienda cinese è stata tra le prime al mondo nel settore eMobility ad implementare la tecnologia Cell-to-Chassis su larga scala e la sua nuova architettura elettrica ed elettronica Leap 3.0 a controllo centralizzato “Four-Leaf Clover” consentirà una migliore coordinazione e la massima efficienza tra tutti i componenti principali dei veicoli elettrici intelligenti.
Nei prossimi tre anni, il piano di prodotti di Leapmotor andrà a coprire l’intera gamma dei segmenti da A a E, basandosi su un’esclusiva architettura tecnica con tre piattaforme altamente scalabili con propulsori BEV e Range Extender per EV.
L’accordo con Stellantis segue sicuramente questa strategia.
Tavares: “Offensiva cinese in corso, controllare un loro marchio è un vantaggio”
“Leapmotor guiderà la sua espansione in Cina, noi siamo azionisti importanti. Questo non esclude che continueremo a vendere i nostri marchi in Cina con strategia già’ disegnata. Non vogliamo essere le vittime dell’offensiva cinese, vogliamo controllare il nostro destino, e controllando le esportazioni di Leapomotor all’estero siamo noi alla guida”, ha dichiarato Tavares.
“L’offensiva cinese e’ visibile ovunque, che ci piaccia o meno, almeno possiamo controllare l’espansione di un marchio cinese tramite una joint venture e in questo modo gestire questa espansione e guadagnarci, sia grazie ai profitti della jv, sia essendo azionisti per circa il 21% di Leapmotor”, ha aggiunto il CEO di Stellantis.
Sostanzialmente, se Stellantis vuole rimanere un marchio di livello globale non può rimanere fuori dalla Cina, soprattutto non può non avere un alleato tra gli OEM su territorio cinese. Cosa che poi consente un evidente rimbalzo su scala mondiale.
“Non siamo un cavallo di Troia dei produttori cinesi in Europa”
“Non siamo un cavallo di Troia per l’Europa dei produttori cinesi – ha proseguito Tavares – lottiamo per il nostro interesse. Noi controlliamo la jv per le esportazioni di Leapmotor, sosteniamo così una loro crescita redditizia e ne beneficiamo: è nel nostro interesse che crescano in maniera redditizia con le esportazioni all’estero”.
Investire in Leapmotor, quindi in Cina, offre secondo il CEO Stellantis, “un vantaggio di competitività nelle forniture cinesi di circa il 30%, ed è un divario significativo”.
Nel piano Dare Forward 2020, presentato nel marzo 2022, Stellantis ha indicato di stimare di realizzare 20 miliardi di ricavi in Cina nel 2030.
Si inasprisce lo scontro UE-Cina sulle auto elettriche. Nasce l’asse Tokyo-Bruxelles-Washington
Il mercato europeo fa gola ai produttori cinesi di auto a motore elettrico, ma Bruxelles ha alzato le misure protezionistiche, o è in procinto di farlo. L’accusa è che le aziende cinesi hanno goduto di ampi aiuti statali, mentre quelle europee no, di conseguenza hanno un vantaggio competitivo (sostanzialmente, possono vendere a prezzi più bassi, anche molto più bassi).
Di questi giorni la notizia che il primo grande gruppo cinese, Great Wall, ha criticato apertamente l’Unione europea, denunciando la mancanza di un ambiente commerciale ospitale e aperto, il tutto mentre la stessa Great Wall dovrebbe aprire un nuovo impianto in Germania.
L’Ue sembra comunque intenzionata a tagliare fuori, o quasi, la Cina dalle forniture strategiche del settore delle auto elettriche a batteria. Secondo quanto riportato dal quotidiano Nikkei, il ministro dell’Industria giapponese, Yasutoshi Nishimura, avrebbe già parlato di una nuova alleanza tra Giappone, Europa e Stati Uniti per pianificare assieme forniture di materie prime, incentivi e investimenti nella transizione dell’industria dell’auto.
Tokyo sarebbe pronta ad investire subito 120 miliardi di dollari in dieci anni (circa 20.000 miliardi di yen).
Uno scontro tra economie, visioni e strategie continentali che potrebbe danneggiare larghe fette dell’economia globale, come già evidenziato da diversi soggetti istituzionali e associazioni di categoria.
Il piano Dare Forward 2030
Stellantis dovrebbe investire oltre 50 miliardi di euro nei prossimi 10 anni nel campo dell’elettrificazione e darà un contributo rilevante al raggiungimento degli obiettivi fissati nel Dare Forward 2030, che prevedono di raggiungere entro il 2030 il 100% del mix di vendite con autovetture BEV in Europa e il 50% con autovetture e veicoli commerciali leggeri BEV negli Stati Uniti.
Per raggiungere questi target di vendita, l’azienda si sta assicurando circa 400 GWh di capacità di batterie, con il supporto di sei stabilimenti di produzione di batterie in Nord America e in Europa.
Di due giorni fa la notizia di un accordo tra Stellantis e Orano per la creazione di una joint venture incentrata sul riciclo delle batterie dei veicoli elettrici a fine vita e materiali di recupero provenienti dalle gigafactory in Europa allargata e Nord America.