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Il Ceo di Vodafone Vittorio Colao si è detto fiducioso sulla crescita futura del gruppo di cui ha appena preso le redini: non dovrebbero esserci rallentamenti dovuti al difficile contesto macroeconomico, ma bisognerà comunque adattarsi a una domanda in radicale trasformazione.
La sfida maggiore, insomma, è quella della differenziazione dell’offerta: i consumatori chiedono tecnologie sempre più performanti e le compagnie telefoniche devono ingegnarsi a proporle al pubblico in maniera tempestiva. Il tutto tenendo conto delle differenze basilari dei diversi mercati.
“Il nostro settore è solido e flessibile, ma è chiaro che le famiglie risponderanno alle turbolenze economiche in maniera diversa in base alla loro collocazione geografica”, ha spiegato Colao immediatamente dopo la sua investitura a numero uno della maggiore compagnia di telefonia mobile mondiale.
“Bisogna ottimizzare tempi e strategie, ma onestamente non credo che la crisi economica necessariamente ci rallenterà. Di sicuro essa creerà e spingerà nuovi bisogni. I tempi cambiano e noi faremo le cose in maniera leggermente diversa. Se le famiglie saranno in difficoltà, noi offriremo prezzi più contenuti e cellulari probabilmente meno di tendenza e forse i tempi di rinnovamento dei telefonini saranno dilatati”, ha aggiunto il 47enne manager italiano.
La scorsa settimana, Vodafone ha lanciato un allarme sui ricavi, procedendo il giorno successivo all’annuncio di un piano di buyback da 1 miliardo di sterline con effetto immediato per contrastare l’eccessiva sottovalutazione del titolo.
Colao ha sottolineato che la sua linea di azione non si discosterà da quella del suo predecessore Arun Sarin, che ha guidato una forte espansione internazionale, portando Vodafone a posizioni di rilievo in mercati a forte crescita come la Romania,
Ma c’è anche l’Africa, dove Vodafone strizza l’occhio a Vodacom, attivo in Tanzania, Repubblica democratica del Congo, Mozambico e Lesotho. Vodafone possiede il 15% della compagnia, ma vorrebbe qualcosa in più ed in trattative anche con Telkom – l’altro azionista Vodacom – per l’acquisizione di una ulteriore quota del 12,5%.
“Crediamo che Vodacom sia una grande società e continuiamo a sperare di riuscire a conquistare una quota più importante di una compagnia che ci piace”, ha spiegato Colao.
“Di sicuro continueremo ad espanderci” ha spiegato Colao, “ma lo faremo con disciplina, in quei territori in cui scorgiamo buone opportunità di crescita”.
In un contesto business in continua evoluzione e alla luce di uno scenario economico abbastanza incerto, quello che conta per Colao è anche la “velocità”.
“Mi piace la velocità”, ha spiegato il manager. “So che niente è più eccitante per il nostro staff e niente rende più orgogliosi i nostri clienti come vedere le cose accadere rapidamente”.
E nell’industria telefonica la velocità conta e come: i servizi di comunicazione sono ormai al cuore della vita quotidiana, del business, del tempo libero di milioni di persone. Il telefonino non serve più soltanto per chiacchierare, ma si è trasformato in uno strumento per fare acquisti, navigare in internet, aprire la porta di casa, leggere, ascoltare musica, guardare film, inviare al medico i propri dati clinici.
La clientela, sempre più sofisticata, si aspetta quindi che anche le tecnologie mutino di pari passo ai bisogni e aiutino a vivere meglio in un momento così delicato per gli equilibri economici mondiali.
L’obiettivo di Colao, dunque, non è soltanto quello di ottenere successi dal punto di vista finanziario. Questo resta una priorità, ma rappresenta anche un punto di partenza per “contribuire al successo della società civile in cui operiamo”.
Una sfida difficile, certo, ma anche stimolante per un manager giovane ma con una esperienza di spessore come quella di Colao, che ha preferito, per il suo primo discorso da Ceo, infondere ottimismo agli azionisti negli ultimi tempi molto scontenti delle scelte del suo predecessore, salutato comunque con un lungo e caloroso applauso.