Diritti Tv Serie A, il tira e molla per l’assegnazione dei diritti TV per il quinquennio 2024 – 2029 è giunto agli sgoccioli. La soluzione della matassa dovrebbe arrivare lunedì 23 ottobre.
Dopo l’assemblea di ieri la decisone sulle offerte dei broadcaster è stata rinviata alla prossima settimana.
I 20 club di Serie A si sono spaccati in due fronti: da un lato, quelli che sarebbero pronti ad accettare le offerte delle emittenti (Sky e DAZN), dall’altro quelli che propenderebbero invece per la creazione di un Canale ad hoc delle Lega.
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Offerte da 900 milioni
Secondo Milano Finanza le miglior offerte da parte di DAZN e Sky ammonterebbero complessivamente a 900 milioni di euro (sette match in esclusiva per DAZN, più tre match in co-esclusiva per Sky). Una cifra buona, anche se inferiore rispetto ai 927 milioni incassati per il triennio 2021-2023, che potrebbe migliorare con alcune clausole di revenue sharing a vantaggio dei club in caso di raggiungimento di determinate soglie di abbonati da parte di DAZN.
Tre club contrari
Di fronte all’offerta Sky-DAZN tre club si sono messi di traverso, giudicandola troppo bassa. Si tratta del presidente della Salernitana Danilo Iervolino, al termine dell’assemblea: “Io spingo per il canale e la stessa posizione l’hanno espressa Fiorentina e Napoli: è giusto che ci sia un canale della Lega, gestito da noi in termini commerciali e tecnologici”. Anche il Milan potrebbe sposare questa posizione e propendere a favore del canale della Lega, discussa a lungo in assemblea.
Sono sei le buste dei fondi ancora sigillate ma pronti a offrire il loro sostengo al progetto del nuovo canale della Lega. Buste che verrebbero aperte in caso di mancato accordo sulle offerte dei broadcaster.
Come funzionerebbe il canale della Lega?
Stop alla formula degli abbonamenti, si tornerebbe al pay-per-view: comprare solo la partita che interessa, o magari solo della squadra del cuore. Si ipotizza anche una formula “ricaricabile”: si spende a seconda di quante partite si guardano e se si arriva al prezzo dell’abbonamento mensile non si paga più.
Ma il canale della Lega è fattibile?
Secondo alcuni esperti, la Lega potrebbe imbarcarsi nel progetto con buone possibilità di successo. Se il fondo che finanziasse gli investimenti avesse garanzie di revenue sharing su un buon numero di stagioni, il business potrebbe stare bene in piedi.
Come Amazon con la Champions
Se gli investimenti sono adeguati, i problemi tecnologici, secondo alcuni esperti, si risolvono. Con un adeguato investimento in Cdn (Content delivery networks) e server distribuiti sul territorio, si può raggiungere la qualità necessaria per un servizio adeguato. Se poi spalmi i ritorni su molti anni (più di quanti ne avesse DAZN in occasione del primo contratto) si potrebbe fare un bel lavoro diluendo nel tempo gli investimenti.
DAZN aveva il fiato corto e ha fatto, col contagocce, investimenti minimi, fino a quando Agcom non si è fatta sentire imponendo un adeguamento tecnologico per migliorare il servizio.
Certo, ci vuole una netta separazione tra governance tecnologica e capricci dei club, chiudono gli esperti.