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Nulla di fatto in commissione di vigilanza Rai per l’elezione del presidente. Il Pdl non si è presentato ed è mancato ancora una volta il numero legale per l’elezione del presidente.
La commissione é convocata anche per domani e per dopodomani per eleggere il proprio presidente, hanno deciso i presidenti di Camera e Senato. La loro decisione è stata comunicata ai capigruppo di Montecitorio. Fini e Schifani hanno inoltre deciso che, ove entro dopodomani non si elegga il presidente della Vigilanza, la commissione sarà convocata ad oltranza.
Come si prevedeva, nessun accordo nonostante l’invito del Sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, a “fare in fretta“.
“Il problema da risolvere – ha detto ancora Romani – ma che rappresenta anche un’opportunità, è dato dalla contemporaneità del rinnovo di due presidenze. Per superare il nodo è indispensabile una trattativa esclusivamente politica: alla minoranza parlamentare noi riconosciamo il diritto di scegliere i due presidenti, ma nell’ambito di cosiddette personalità d’area e di alto profilo”.
Romani spiega il perché della bocciatura di Leoluca Orlando: “Ci vogliono persone super partes, non schierate, diversamente si tradisce anche lo spirito del criterio di nomina e non se ne esce più”.
Ma il Pd non intende mollare, mentre l’Italia dei valori si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per avere la “tutela” in tutta questa vicenda.
Il segretario del Pd Walter Veltroni, prima di partire per New York, ha lasciato indicazioni chiare: “Non ci spostiamo da Orlando e se forzano eleggendo uno dei nostri, quest’ultimo si dimette”.
Lo stesso Orlando ha detto in mattinata: “Veltroni e Casini mi hanno confermato che la loro scelta sul mio nome in Vigilanza non è negoziabile. Ormai sono diventato il testimonial di un principio costituzionale e cioè che la scelta delle commissioni di garanzia spetta alle opposizioni”.
“La maggioranza – ha ribadito Paolo Gentiloni – ci ha fatto sapere ancora che non vota Orlando ma è difficile, vista anche la pressione dei presidenti delle Camere perché si arrivi all’elezione ed il fatto che noi siamo inamovibili a cambiare candidato, che possano andare avanti per molto”.
La questione però è che, nonostante la fermezza dell’opposizione, per eleggere il presidente serve prima di tutto che la maggioranza partecipi alla riunione rendendola valida (cosa che fino ad oggi ha evitato di fare), e poi nelle votazioni successive (dalla seconda basta la maggioranza semplice, dalla terza le preferenze) non esprima un candidato diverso da quello indicato dal Pd.
La maggioranza potrebbe giocare una carta a sorpresa, puntando sull’esponente dell’Udc in Vigilanza Giampiero D’Alia ma non tutti forse sarebbero d’accordo.
Così però il partito di Casini perderebbe l’eventuale posto nel futuro Consiglio di amministrazione della Rai, dopo la dichiarata incompatibilità di Gennaro Malgieri, quindi è difficile che possa accettare la presidenza della Vigilanza imposta dalla maggioranza.
Per le poltrone del Cda circolano anche nomi di non politici: Pierluigi Celli (direttore dell’Università Luiss), Fabrizio Del Noce (ex deputato di Forza Italia, ex direttore di Raiuno e ora direttore di Rai Fiction), Giovanni Minoli (direttore di Rai Educational), Carlo Freccero (direttore del nuovo canale televisivo Rai 4).
Intanto in Rai, dopo aver chiuso “in sostanziale parità” il bilancio 2007, “con un rosso da 4 milioni su 3 miliardi di consuntivo complessivo”, il Cda si avvia a esaminare l’andamento del primo semestre 2008: “posso anticipare che è molto buono. Lasciamo i conti a posto”.
Lo ha detto il presidente Claudio Petruccioli a Cagliari per il Prix Italia, in un incontro informale con i giornalisti.
Il Cda Rai ha fatto “il suo dovere: ora la parola spetta alla Vigilanza e all’azionista”. “Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, siamo del tutto in regola con i nostri doveri“, ha detto Petruccioli, tracciando un bilancio del suo mandato.
“Per il resto non devo dire nulla“. Il Cda, ha ricordato il presidente, “…è in carica finché non vengono nominati i nostri sostituti, con tutti i compiti ai quali, anche se ‘cum grano salis’, abbiamo il dovere di assolvere, per far fronte al meglio alle esigenze dell’azienda. Ovviamente, ma questa è una banale considerazione di buon senso, una situazione di stabilità – ha detto – è più utile all’azienda”.
Quanto all’ipotesi di una sua riconferma alla guida del consiglio di amministrazione, “non mi è stata chiesta nessuna disponibilità – ha sottolineato Petruccioli – e non ne ho data nessuna. Del resto, il primo a chiederla dovrebbe essere l’azionista, che ha il potere di proposta”.
Sul tavolo del Cda di oggi anche l’ipotesi di accordo con Sky sui diritti delle Olimpiadi 2010 e 2012 e dei Mondiali 2010 e 2014, ma non la convenzione con il Comune di Sanremo: “L’accordo definitivo – ha detto Petruccioli – non c’è ancora, anche se il direttore generale mi ha riferito che le distanze si sono ridotte”.
Per Petruccioli, l’ipotesi di intesa con Sky sui diritti delle Olimpiadi 2010 e 2010 e dei Mondiali 2010 e 2014 rappresenta “un buon accordo“, in grado di “portare nelle casse dell’azienda 130 milioni di euro” e va perciò approvata al più presto, anche perché le parti si sono impegnate a definire l’accordo “entro il 30 settembre, con possibilità di aggiornamento al 30 novembre”.
“Se l’approvazione venisse sospesa o rinviata sine die, anche perché non sappiamo quando arriverà un nuovo Cda – ha detto Petruccioli, a Cagliari per il Prix Italia – ci potrebbero essere danni molto pesanti per la programmazione e sotto il profilo finanziario”.
In base all’ipotesi di accordo, per acquisire dalla piattaforma satellitare i diritti delle Olimpiadi 2010 e 2012, garantendo “una programmazione identica a quella degli ultimi Giochi“, la Rai “paga 45 milioni di euro – ha ricordato Petruccioli – mentre ne incassa 175 da Sky per cedere i diritti dei Mondiali 2010 e 2014, assicurandosi comunque la stessa copertura dell’edizione