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Gratteri nuovo procuratore di Napoli, suo il record di arresti e scarcerazioni
Il nemico numero uno della ‘ndrangheta è stato eletto dal Csm procuratore di Napoli con 19 voti. Il magistrato che si è fatto da solo partendo da Gerace, un paesino calabrese di duemila anime, ha ricevuto più voti di quanti ne servivano per eleggerlo a capo della procura più grande d’Italia. Un segnale di compattezza da parte del Csm, ma anche un esito non scontato dato che in 36 anni di carriera, l’uomo dei blitz scenografici e delle operazioni da manuale, dei processi persi e della lotta all’ideologia garantista, di avversari se n’è fatti un bel po’, sia tra i suoi colleghi che dalle parti di Montecitorio.
Nicola Gratteri ministro della Giustizia
Questa volta, tuttavia, i giochi di palazzo e i muri alzati dalle correnti non sono bastati a fermare una nomina che Gratteri attendeva da anni per uscire finalmente dalla sua Calabria, ma che erano bastati nel 2014 a bloccare la sua nomina a Ministro della Giustizia nel governo Renzi.
Ma perché Nicola Gratteri, l’uomo più blindato d’Italia sotto scorta dal 1989, divide cosi tanto? La ragione è che è un uomo che non si fa disturbare dalla politica e pensa solo al lavoro: e il suo lavoro è mettere manette.
Risarcimenti per errori giudiziari, le città dove lo Stato spende di più
Di manette ai polsi Gratteri ne ha strette tante, tantissime e spesso a ragione. Ma altrettante volte quelle manette si sono poi aperte, “perché il fatto non sussiste”. Com’è successo nell’ambito dell’operazione “Marine” (12 novembre 2022) 150 arresti, 142 assolti. O nel 2018 nell’operazione “Stige”, terminata con 66 condanne ma anche 38 assoluzioni. Succede quando prima si arresta e poi si chiede chi è, tuttavia questa tolleranza zero ha un costo perché gli arresti sbagliati vanno risarciti. E costano tanto.
Per la precisione i casi totali di errore, tra indennizzi e risarcimenti, rappresentano per lo Stato una spesa media di circa 28,9 milioni di euro l’anno. Nel grafico in alto le 10 città dove lo Stato spende di più per i risarcimenti. Onnipresente il Sud Italia con 7 città: Reggio Calabria e Palermo le prime due in classifica. Per il Nord invece c’è solo Milano.
Città con più risarcimenti per errori giudiziari, i dati salienti
- Per il quarto anno consecutivo, Reggio Calabria si conferma al primo posto con una cifra superiore a 10,3 milioni di euro in indennizzi. Negli ultimi quattro anni ha sempre superato i 6,5 milioni di euro in spese per risarcimenti. Da sottolineare che l’anno corrente ha registrato il livello più elevato degli ultimi dieci anni.
- Palermo con una cifra di 3,557 milioni di euro segna un notevole aumento rispetto al 2021 e registra il terzo valore più alto degli ultimi dieci anni.
- Roma mantiene una prestazione simile al 2021 con poco più di 1,9 milioni di euro in risarcimenti, con soli 30mila euro in meno rispetto all’anno precedente.
- Napoli scende dal terzo al quarto posto con poco meno di 1,8 milioni di euro in indennizzi. Questo conferma una tendenza in calo che porta il capoluogo partenopeo al punto più basso degli ultimi dieci anni.
Errori giudiziari il caso Catanzaro
Sorprendente è il caso di Catanzaro, città dove Nicola Gratteri è stato il capo della Procura dal 2016, che ha visto una drastica riduzione degli indennizzi nel 2022 rispetto all’anno precedente: da oltre 2,5 milioni di euro si è scesi a poco più di 870 mila euro, facendo scendere il capoluogo calabrese al nono posto della classifica, dopo un decennio sempre nelle prime posizioni e sempre sopra i 3 milioni di euro in indennizzi.
In contrasto Milano ha superato il milione di euro in risarcimenti nel 2022. Un notevole incremento rispetto ai circa 800 mila euro del 2021. Anche L’Aquila ha registrato un notevole aumento, toccando il suo secondo valore più alto degli ultimi dieci anni, subito dopo i 653 mila euro spesi per le vittime di ingiusta detenzione nel 2020. Come mostrano i dati forniti dal portale Errori Giudiziari.
La differenza tra ingiusta detenzione ed errore giudiziario
Che cos’è l’ingiusta detenzione? Si verifica quando una persona accusata di un reato, o solamente indagata, sconta un periodo di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari e, al termine del processo, si riconosce innocente. In sostanza, la vittima di errori giudiziari è quella persona che è stata sottoposta a custodia cautelare e dopo viene prosciolta per qualsiasi motivo. Ma anche quella persona il cui procedimento viene archiviato. In entrambi i casi si ha diritto ad un risarcimento da parte dello Stato. Anche un condannato, comunque, può ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione, nel caso venga riconosciuta la mancanza delle condizioni necessarie per queste misure.
L’errore giudiziario, invece, è qualcosa di diverso. Pure in questo caso ci sono uno o più errori di valutazione, ma qui ci deve essere una sentenza definitiva di condanna. Siamo in presenza di errore giudiziario quando un innocente viene condannato in via definitiva e un processo di revisione “ribalta” la situazione.
Quanti risarcimenti alle vittime di errori giudiziari in Italia?
Dobbiamo specificare che si tratta di casi avvenuti negli anni scorsi, anche lontani nel tempo. Il 2020, però, è l’anno in cui è stata emessa l’ordinanza di riparazione per ingiusta detenzione o errore giudiziario anche se questo è avvenuto anni prima. Errorigiudiziari.com, il primo archivio online dei casi di ingiusta detenzione ed errore giudiziario (curato da Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, due giornalisti che da oltre 20 anni si occupano di questi temi), ha ottenuto i dati dal Ministero dell’Economia e delle finanze e ha calcolato che dal 1992 al 31 dicembre 2020 sono stati versati 869.754.850 euro.
I casi di ingiusta detenzione
Vediamo meglio i dati: dal 1992 al 31 dicembre 2020, si sono registrati 29.452 casi di ingiusta detenzione. In media sono 1.015 innocenti in custodia cautelare ogni anno. Il tutto per una spesa che supera i 794 milioni e 771 mila euro in indennizzi, per una media di poco superiore ai 27.405.915 euro l’anno. Nel 2020 i casi di ingiusta detenzione sono stati 750, per una spesa complessiva in indennizzi di cui è stata disposta la liquidazione pari a 36.958.648,64 euro. C’è stato un netto calo sia nel numero dei casi che nella spesa, ma è molto probabile dipenda dai rallentamenti causati dalla pandemia alla macchina della giustizia. Macchina della giustizia che dovrebbe riprendere a marciare a ritmo regolare, abbassando la durata dei processi grazie alla riforma della ministra della Giustizia del governo Mario Draghi approvata dal Consiglio dei ministri nel luglio del 2021.
La storia degli errori giudiziari in Italia
Ma vediamo anche quanti sono stati gli errori giudiziari in Italia. Quelli veri e propri. Dal 1991 al 31 dicembre 2020 sono stati 207, con una media appena inferiore a 7 l’anno. La spesa in risarcimenti è di 74.983.300,01 euro (pari a una media che sfiora i 2 milioni e 500 mila euro l’anno). Se invece consideriamo soltanto il 2020, sono stati riconosciuti 16 errori giudiziari in tutto: 4 in meno, dunque, rispetto all’anno precedente. La spesa per risarcimenti per errori giudiziari nel 2020 è salita: è stata di 9.104.875,44 euro, quasi tre volte in più rispetto a quanto versato alle vittime nel 2019.
Fonte: Errorigiudiziari.com, Ministero dell’Economia e delle finanze
I dati si riferiscono al: 1991-2023