Antitrust: chiusa senza accertamento di infrazione procedura contro Telecom Italia per abuso di posizione dominante

di Alessandra Talarico |

Per l’Agcm, gli impegni presentati in merito alle morosità pregresse sono idonei a rimuovere gli effetti pregiudizievoli per i consumatori.

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Telecom Italia

Si è chiuso senza accertamento di infrazione il procedimento contro Telecom Italia avviato dall’Antitrust lo scorso dicembre per presunto abuso di posizione dominante nel settore della telefonia fissa.

L’istruttoria, in particolare, era stata aperta per verificare se alcune clausole comprese nelle condizioni generali di abbonamento al servizio di telefonia di Telecom rappresentassero un abuso della posizione dominante della società nei confronti dei consumatori, in particolare per quanto riguarda le pretese in merito all’eredità che i nuovi utenti di una linea ricevono dal vecchio intestatario, comprese le morosità.

 

Contestati, in particolare, gli articoli 5 e 24 delle condizioni generali di abbonamento, da cui emergeva che, in caso di richiesta di attivazione di una nuova linea telefonica, Telecom poteva richiedere il pagamento delle somme dovute da un cliente moroso anche alle persone giuridiche, imprese, enti o associazioni a qualsiasi titolo partecipate dal medesimo cliente moroso, nonché alle persone fisiche con questo conviventi o coabitanti.

 

Con riguardo, invece, alla richiesta di subentro in una utenza già attiva, si osservava che al subentrante, che fosse convivente o coabitante dell’utente moroso, ed alle imprese o associazioni nelle quali quest’ultimo avesse partecipazioni, poteva essere richiesto il pagamento delle morosità pregresse addebitabili al precedente cliente moroso.

 

Un atteggiamento che secondo l’Agcm aveva come conseguenza quella di ostacolare non solo l’accesso ai servizi Telecom – i cui costi risulterebbero molto superiori al necessario e al tollerabile – ma anche la fruizione dei servizi voce e dati offerti dalla società e dai concorrenti.

L’abuso di posizione dominante nei confronti dei sempre più bistrattati clienti Telecom, costretti il più delle volte a sottoscrivere un abbonamento con l’ex monopolista per non dovere incorrere nei lunghissimi ‘tempi tecnici’ necessari all’attivazione dei servizi dei concorrenti, consisteva per l’Autorità “…nel subordinare l’attivazione di una nuova linea telefonica (o il subentro) al pagamento di un corrispettivo da chi non è debitore, non correlato ad alcuna controprestazione da parte dell’impresa”.

In risposta a queste criticità, lo scorso marzo, la società telefonica ha presentato una serie di impegni, che a giudizio dell’Antitrust “appaiono idonei a far venire meno i profili anticoncorrenziali oggetto dell’istruttoria”.

Questi impegni, sottolinea l’Autorità, “appaiono coerenti e proporzionati rispetto all’ipotesi di infrazione contestata e idonei a rimuovere gli effetti pregiudizievoli per i consumatori paventati nel provvedimento di avvio”.

 

In particolare, la società si è impegnata a subordinare l’attivazione dell’abbonamento al pagamento delle morosità pregresse esclusivamente “nel caso vi siano gravi indizi che la relativa richiesta sia fraudolentemente preordinata alla generazione di nuove insolvenze”.

Questa facoltà, inoltre, potrà essere esercitata solo in presenza di un “qualificato rapporto di collegamento tra il cliente moroso e il richiedente la nuova attivazione”.

 

A chi richiede una nuova attivazione su una linea ‘morosa’, inoltre, non potrà in ogni caso essere chiesta documentazione aggiuntiva rispetto a quella richiesta alla clientela ordinaria, mentre un subentrante che non intenda farsi carico di eventuali morosità pregresse, potrà scegliere di chiedere una nuova attivazione a Telecom.

 

Per garantire la piena osservanza degli impegni e ridurre al minimo il margine di errore, Telecom si è impegnata infine a rafforzare il programma di formazione e aggiornamento degli addetti che  sono a contatto con i clienti nell’ambito del controllo dell’accesso e della gestione delle frodi.

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