Italia
“La televisione, bene di pubblica ed essenziale utilità, non può essere soggetta ad una tassazione che risulta, di fatto, iniqua e antistorica”. É questo il monito di Utelit, associazione utenti televisivi e consumatori italiani, che da oltre un anno ha lanciato la campagna nazionale per l’abolizione del canone Rai. “Il canone va abolito perché la Rai nasce sì come azienda di servizio pubblico, ma di fatto quest’ultimo viene da anni svolto egregiamente dalle centinaia di emittenti locali”.
Testimone di questo periodo di attività di Utelit è un ‘libro bianco’ – che, come spiegato da Rocco Monaco nel corso di un convegno a Roma dal titolo “La tua televisione raccoglie oltre 8mila commenti che gli utenti Rai hanno lasciato sul sito web dell’associazione“.
Oltre alle opinioni, Utelit ha raccolto però anche firme: “Per ora sono 25mila – dice Monaco – ma la cifra é destinata a moltiplicarsi grazie all’impegno profuso anche da FederCasalinghe e ConfLavoratori che si sono uniti alla nostra battaglia“.
Chiari gli obiettivi di questa sinergia: “Lo scopo – spiega Federica Rossi Gasparrini, presidente nazionale di Donneuropee FederCasalinghe – é di raccogliere un milione di firme, affinché si giunga ad una reale e definitiva abolizione del canone Rai“. Parlando del perché il canone debba essere abolito, la presidente di FederCasalinghe non risparmia critiche: “Del servizio offerto dalla Rai non contestiamo soltanto i programmi televisivi, ma anche il modo in cui vengono investite le risorse economiche a disposizione, buttate al vento con scelte non trasparenti” e ingaggi milionari. Per Rossi Gasparrini “il canone viene fatto pagare a tutti i cittadini senza tenere conto dei redditi dei singoli utenti. Chi guadagna di meno deve pagare di meno, chi guadagna di più é giusto che paghi di più. È una tassa iniqua“. “Inoltre – continua la presidente FerderCasalinghe – i cittadini devono poter scegliere e in questo caso non hanno scelto di pagare il canone e non hanno scelto nemmeno la programmazione che gli viene offerta“.
I problemi comunque non sono circoscritti semplicemente alla questione dell’abolizione del canone Rai: “Tra gli utenti ci sono quelli beffati due volte – aggiunge Rocco Monaco – parlo degli amici di “Sordionline” che, non solo devono pagare il canone, ma non possono che usufruire di due o tre programmi sottotitolati al giorno“. C’é di più: “I ciechi – prosegue il presidente nazionale Utelit – non possono più ascoltare programmi trasmessi in Fm“.
All’azione di Utelit e Federcasalinghe si aggiunge anche quella della ConfLavoratori con il suo segretario generale Giuseppe Carbone. “La nostra partecipazione all’iniziativa di Utelit per l’abrogazione del canone Rai – dice Carbone – é in linea con la nostra battaglia contro il depauperamento continuo di intelligenze, capacità, curiosità, voglia di fare per riprendere la strada dello sviluppo, del riscatto, della fiducia nel nostro avvenire“.
L’obiettivo di Utelit é dunque quello di ottenere una televisione di qualità. La questione si spinge oltre – conclude Rocco Monaco – l’abolizione del canone Rai ed arriva fino al nodo della governance in Rai: per Monaco “un rappresentante degli utenti (i veri azionisti Rai) dovrebbe sedere nel Cda. A compenso zero – sottolinea il presidente Utelit – non per aggiungere persone che abbiano diritto a gettoni di presenza, ma per garantire una partecipazione attiva del cittadino che deve poter dire la sua in una azienda di servizio pubblico di interesse primario come dovrebbe essere la Rai“.
All’affollato incontro sono anche intervenuti anche rappresentati politici di entrambi gli schieramenti, tra cui per la Lega Nord il deputato Davide Caparini (Presidente Commisione Parlamentare per le Questioni Regionali), l’onorevole Marco Carra del Partito Democratico e il consigliere provinciale di Roma Marco Scotto Lavina del Popolo della Libertà. Per la Democrazia Cristiana era presenta il suo portavoce Nazionale Marinangeli.