La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.
Meloni rilancia sull’azione del Governo in vista della manovra
Il governo di Giorgia Meloni prende di mira il Commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni, che meglio sarebbe, ha sentenziato la premier, se avesse “di più” un occhio di riguardo per il suo Paese, come fanno gli altri Commissari. Alla conferenza stampa dopo il Cdm che ha varato il decreto Caivano, Meloni arriva dopo che i Ministri hanno spiegato gli interventi contro i reati minorili. Subito dopo sono state inevitabili le domande sullo stato dell’economia e sulle decisioni che, a breve, l’esecutivo dovrà prendere per la legge di Bilancio. La congiuntura non è favorevole, ammette, e il Superbonus impatta con la sua “eredità pesante”, cento miliardi che meglio sarebbero stati investiti sulla “sanità, i redditi, le famiglie”. Tutti i temi su cui l’esecutivo è intenzionato a “concentrare le risorse”, assicura Meloni, per dare alla crescita “un boost” di certo “maggiore di quella misura”, che il Governo non ama e che vuole provare a delimitare ancora, anche per recuperare ossigeno per la manovra che poco margine avrà, invece, in deficit.
Meloni si mostra sicura della tenuta della sua maggioranza, anche di fronte alla prova dei conti pubblici. Derubrica a “normale dialettica” il rapporto tra Matteo Salvini e Antonio Tajani, leader di due forze politiche “che sono coese e che hanno legittime sfumature che rivendicano”. E ricorda che dal vertice di mercoledì è emersa già una prima sintesi sulle scelte politiche da mettere in campo: non c’è solo la conferma del taglio del cuneo fiscale nel menu della manovra, anche salari e sanità sono in cima alla lista, come ha ricordato lei stessa. E i partiti guardano alle liste di attesa, da ridurre per restituire ai cittadini la garanzia dei servizi pubblici, alle buste paga di medici e infermieri da rendere più pesanti con la detassazione degli straordinari (l’obiettivo è di arrivare a 4 miliardi in più per il settore, rispetto ai soli due miliardi già previsti in aprile con il Def) e all’anticipo già quest’anno del taglio delle tasse sulle tredicesime, per mettere in tasca più soldi a chi ha un reddito non troppo alto. Si farà se ci sarà lo spazio, ma la misura ancora è in via di quantificazione e sarebbe un segnale per aiutare le famiglie più deboli e anche per sostenere i consumi a ridosso di Natale.
La misura potrebbe essere inserita nel decreto fiscale che accompagna la manovra e che potrebbe essere il provvedimento in cui confluiranno nuove misure per sterilizzare gli aumenti delle bollette e dei carburanti. Il Governo ci sta pensando, ha detto pubblicamente il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, anche perché la luce già viaggia verso un aumento del 10%, così come sta valutando l’ipotesi di introdurre un bonus benzina. Anche per questo agli uffici dei ministeri, già alle prese con la lista da presentare a Giancarlo Giorgetti per attuare la spending review (1,5 miliardi in tre anni, 300 milioni nel 2024), stanno passando al setaccio voci e fondi che magari sono stati sottoutilizzati o che si sovrappongono agli interventi di altri dicasteri. Per razionalizzare, ma anche per evitare di disperdere fonti di finanziamento che invece possono essere dirottate su altro.
Per Meloni il ritorno ai parametri Ue pre-Covid sarebbe drammatico
La battaglia europea dell’Italia si concentra soprattutto sulla necessità di provare a cambiare le regole della governance Ue prima che tornino in vigore i parametri pre-Covid del Patto di stabilità. Ne va anche della prossima legge di Bilancio, come fa capire chiaramente la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa dopo il Cdm: “Sarebbe drammatico ritorno a vecchie regole”, dice apertamente, spiegando di essere “convinta che sia di fondamentale importanza riuscire a modificare le regole della governance Ue prima che rientrino i parametri pre-Covid del Patto di stabilità o prorogare le attuali regole”, perché “con il contesto attuale e la politica attuata dalla Bce, aggiungere il ritorno ai parametri pre-Covid produrrebbe una contrazione molto importante delle economie già in sofferenza, non solo l’Italia”.
Il nostro Paese “pone il tema degli investimenti. Se l’Ue si dà priorità strategiche come la transizione verde e quella digitale, quindi vara fondi come il Next Generation Eu, e dall’altra parte affronta il tema della difesa con la guerra in Ucraina, le regole che si decide di portare avanti devono tenere conto di queste strategie”. In tema di manovra, però, la premier conferma la linea annunciata ai Ministri dopo la pausa ferragostana: “Il rallentamento dell’economia era stato previsto da tutti gli analisti, riguarda una dinamica nella quale l’Italia si trova coinvolta per trascinamento, di cui dobbiamo sicuramente tenere conto. È la valutazione alla base di tutto quello che stiamo iniziando a discutere per la manovra”. Per questo “sono per concentrare le poche risorse su quello che offre il maggiore moltiplicatore”.
Il Governo vara il decreto Mezzogiorno: fondi per Lampedusa
Intanto, in attesa della legge di bilancio il Mezzogiorno torna a essere in primo piano. Il Governo, infatti, vara il decreto che istituisce la Zes unica, con un credito d’imposta per le aziende, escluse quelle dell’industria che produce o distribuisce energia. Non solo, tra le varie misure approvate in Cdm, c’è anche quella che finanzia progetti di riqualificazione di Lampedusa e Linosa per 45 milioni di euro: “L’attenzione del Governo verso le isole minori trova la sua prima concreta attuazione nel decreto legge in favore di Lampedusa, un lembo di terra europea di grande interesse strategico”, commenta a caldo il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci. Entrando nel dettaglio, il provvedimento “al fine di fronteggiare la grave situazione socio-economica nell’isola” predispone “un piano degli interventi finalizzati alla realizzazione e alle manutenzione straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria, alla realizzazione di impianti di depurazione e gestione delle acque reflue, alla realizzazione di nuovi edifici pubblici nonché d’interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico di quelli esistenti”. Le risorse provengono dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, nel periodo di programmazione 2021-2027” e Invitalia svolgerà funzioni di “stazione appaltante”. È “una prima misura compensativa di fronte alle problematiche e ai disagi sofferti dall’Isola per il fenomeno migratorio”.
Anche il Mimit rivendica l’importanza del via libera al decreto per il Sud, che al suo interno contiene le nuove norme per Lampedusa. Il Cdm, infine, su proposta di Musumeci, ha stanziato 5.395.000 milioni di euro a favore dell’Emilia-Romagna per la realizzazione degli interventi richiesti dagli eccezionali eventi alluvionali che si verificarono dal 22 novembre al 5 dicembre del 2022: in particolare, sono interessati i Comuni di Comacchio, Goro e Codigoro in provincia di Ferrara, di Cesenatico, Gatteo e Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì-Cesena e nel Comune di Ravenna. “Si tratta di un intervento aggiuntivo rispetto allo stanziamento di oltre 16 milioni di euro già disposto, con delibera del 2 febbraio scorso; la somma sarà attinta dal Fondo per le emergenze nazionali della Protezione civile e verrà destinato alla realizzazione delle attività di soccorso e assistenza alla popolazione colpita e agli interventi più urgenti”. Il Ministro evidenzia “la celerità con cui si è mosso il Governo, considerato che è del 31 agosto la quantificazione dei fondi occorrenti da parte del dipartimento Protezione civile, in base alla documentazione sui danni fatta pervenire nei giorni scorsi dalla Regione”.
Renzi contro tutti: attacca il Pd, M5S e il Governo Meloni
Matteo Renzi torna a parlare e ad attaccare il Pd e il M5S. Il leader di Iv comincia la giornata in televisione, ad Agorà, e chiude a Terrasini nel palermitano dove incontra i partecipanti alla scuola di formazione politica “Meritare l’Europa”, insieme al senatore Davide Faraone. In attesa che si concretizzi la sua recente idea di Centro, l’ex premier prende le distanze dal “populismo di sinistra di Conte e Schlein” e dal “sovranismo di destra di Meloni e Salvini, che fanno populismo e un decreto legge su ogni fatto di cronaca”. Il Centro che immagina Renzi “è inteso come spazio di riformismo e valori che non sono di chi dice facciamo affogare i migranti”. Ma sono ancora i dem e i 5 stelle a irritarlo: “Trovo abbastanza sconvolgente che in questo ultimo mese il Pd abbia sostenuto le misure del Governo, ad esempio sulle banche. Il M5S sostiene il Governo sulle questioni della Rai, noi abbiamo fatto un’opposizione a questo Governo durissima”. Sospettato di desiderare un abbassamento al 3% della soglia di sbarramento per le elezioni europee, Renzi rassicura che per lui la legge non va cambiata: “Il Governo Meloni ha fatto aumentare la benzina, l’inflazione picchia durissimo, sta per ripartire la scuola con costi superiori e davanti a questo caos vogliamo metterci a parlare della soglia di sbarramento? Ci prendono per matti”.
Quanto ai consensi, il leader di Iv conta su chi ha votato Terzo polo, su un pezzo di Pd “che non può accettare la deriva a sinistra della Schlein” e su una parte di Forza Italia “che votava per Berlusconi e ora non può votare Salvini e Meloni, perché quando c’era Berlusconi era Forza Italia ma ora, con tutto il rispetto, con Tajani è forse Italia”. A Giorgia Meloni suggerisce che sul patto di stabilità “deve avere il sostegno di tutti, dovrebbe fare alleanze in Europa, con Macron, con Scholz, non deve muoversi da sola, altrimenti perde. La bussola è l’intervento di Mario Draghi sull’Economist che Meloni dovrebbe stampare”. Nello smentire qualunque ipotesi di appoggio al Governo, Renzi sottolinea che Iv è all’opposizione di un esecutivo che “fa retromarcia su tutto”, pur definendo la propria azione “un’opposizione diversa”. Ma “su riforme istituzionali e giustizia, se Meloni non fa retromarcia anche su questo, noi certamente siamo a favore dell’elezione diretta del premier e della separazione delle carriere. Siamo d’accordo con la premier perché significa essere d’accordo con noi stessi”.