“You never overpay for a great asset”. E’ quanto era uso ripetere Steve Ross, l’artefice del rilancio di Time Warner: quando il mondo cambia, occorre stare al passo con il cambiamento, per evitare di trovarsi, senza quasi accorgersene, fuori dai giochi. Steve Ross lo sapeva bene e punto’ a trasformare Time Warner con una serie di acquisizioni mirate: a chi gli rinfacciava che il prezzo pagato in alcuni casi fosse superiore alle aspettative dei mercati Steve Ross rispondeva che un “great asset” e’ in grado di ripagare l’investimento per la stabilita’ e prevedibilita’ dei flussi di cassa.
Così e’ stato e così è anche oggi. Il progressivo de-coupling fra finanza globale ed economia reale sta arrivando al capolinea: nei prossimi mesi a partire dalla seconda meta’ di Settembre, i mercati finanziari vedranno una rotazione che tenderà a premiare l’industria e non più la finanza.
Occorre prepararsi, perchè investitori ed analisti stanno progressivamente diventando piu’ selettivi e stanno dimostrando un orientamento più “attivista”. Dal 1950 ad oggi, il mese di Settembre ha registrato nella maggiore parte dei casi una progressiva correzione al ribasso dei mercati finanziari. Ad oggi, 6 Settembre, non è stato ancora cosi’ perchè c’e’ grande attesa per due date chiave: il 14 Settembre, quando la BCE dara’ indicazioni sull’eventuale nuovo aumento dei tassi di interesse, e quando la FED si riunirà il 20 Settembre per comunicare se procederà con un aumento stimato fra i 25 e i 50 punti base (bps).
Due sono le notizie chiave delle prime ore di questa giornata: (1) il crollo della produzione industriale tedesca a Luglio, che ha segnato un -10,5%, contro le previsioni di un -4,5%, (2) l’ingresso di Saudi Telecom (STC) nel capitale di Telefonica con un 9,9% per un controvalore di 2,2 miliardi di euro, che trasforma i Sauditi nel primo azionista di Telefonica, con BBVA al 4,87%, Blackrock al 4,48%, e la Caixa al 3,5%. La contrazione della produzione industriale tedesca conferma le nostre attese: siamo difronte alla fine di un ciclo economico durato piu’ di 100 anni, ed alla più significativa trasformazione dell’economia di sempre.
La Germania, per la sua esposizione strutturale alla industrie pesanti (acciaio, industria pesante, automobile) risulta più esposta di altri Paesi europei. La scelta di Saudi Telecom STC di entrare nel capitale di Telefonica dimostra che si torna ad investire in industria, in infrastrutture, in reti, ovvero in asset legati all’economia reale. Nelle fasi di rapido cambiamento, e quella che stiamo attraversando e’ una di queste, conta sapersi posizionare con anticipo nelle asset class che guideranno i listini azionari nel prossimo futuro: infrastrutture e disruptive innovation sono le due categorie su cui si stanno concentrando gli investimenti.
La ragione è molto semplice: uno studio da poco pubblicato dalla FED di San Francisco insieme alla Università della California Davis dimostra che il rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali ha un effetto di contrazione sull’output per i successivi 12 anni. In passato, era diffusa la convinzione che il rialzo dei tassi nel lungo periodo avesse un impatto neutrale sulla crescita, ma a tutti gli effetti non e’ cosi. In realta’, la politica di tassi di interesse in crescita determina decisioni di investimento che hanno come effetto una piu’ bassa produttività ed uno stock ridotto di investimenti in capitale e gli effetti si trascinano per i 12 anni successivi. E’ questo il motivo per cui gli investitori si stanno concentrando sugli investimenti in infrastrutture, che in genere richiedono 5/7 per essere messi a terra, e producono effetti positivi nell’arco dei 12 anni di cui parla lo studio della FED di San Francisco.
Non ultimo, ma non meno importante: all’investimento dei Sauditi in Telefonica farà da traino all’ingresso di nuovi investitori nel capitale dell’operatore telefonico spagnolo: ha premiato il focus su tecnologia ed ingegneria, senza troppi fronzoli e senza troppi proclami.
Forse anche di questo si dovrebbe tenere conto, quando si osserva lo stato di progressivo declino delle telecomunicazioni italiane, dove ha prevalso una logica principalmente finanziaria, che ha determinato un progressivo stato di obsolescenza dell’infrastruttura di rete, che oggi e’ agli ultimi posti in Europa per diffusione della banda larga. Forse bisognerebbe chiedersi perchè non ci sia la fila di investitori istituzionali interessati ad entrare nella partita della Rete Fissa di TIM, mentre sono molti i capitali disponibili per investimenti infrastrutturali, come nel caso della MaaS (Mobility as a Service).
Come diceva Steve Ross, “you never overpay for a great asset”. Si direbbe che sia cosi’ anche questa volta.