“La scomparsa dell’Archivio dei Trasporti nel periodo compreso tra il 1968 e il 1980 è un fatto grave e rende quasi impossibile ricostruire fatti rilevanti della storia della nostra Repubblica che hanno a che fare con la sicurezza, le relazioni internazionali e, prima fra tutte, la sete di verità, tuttora insoddisfatta, dei parenti delle vittime di tragedie di quel periodo”. Così Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, in una nota. “La verità non può essere dedotta da mere supposizioni o congetture”, ha sottolineato il sottosegretario Alessio Butti. “Ecco perché uno degli obiettivi prioritari del Governo Meloni in tema di trasformazione digitale è la digitalizzazione completa dei documenti della Pubblica Amministrazione. Questo impegno – conclude – offre vantaggi in termini di efficienza, tracciabilità, trasparenza e, inoltre, mira a prevenire la perdita di informazioni vitali e a garantire che episodi come questo non si verifichino più in futuro”.
La scoperta della sparizione è giunta dopo le direttive Renzi e Draghi, che avevano ordinato la desecretazione degli atti relativi alla stagione delle stragi. Dall’archivio del ministero sono scomparsi tutti i documenti degli anni tra il 1968 e il 1980. Un intero pezzo della nostra storia sparito nel nulla, scrive Repubblica. Perse le carte sulla strage di Ustica e le relazioni sull’attentato alla stazione di Bologna. Niente sulla bomba del 1980 e niente su quelle fatte esplodere o ritrovate nel ‘69 sui treni a Pescara, Venezia, Milano e Caserta. Neppure del massacro dell’Italicus dell’agosto del 1974 c’è più nulla. Tutto scomparso.