“Nel giro di 24 ore è iniziata fra il 24 e il 25 agosto 2023 la campagna presidenziale” ci informa l’occhiello dell’articolo odierno di Giampiero Gramaglia per Democrazia futura riferendosi al primo dibattito televisivo fra i candidati repubblicani in assenza dell’ex presidente degli Stati Uniti e all’arresto l’indomani dello stesso Trump con tanto di foto segnaletica e pagamento di cauzione. “Usa 2024: dibattito senza botto, criticato o arrestato Trump vince”: così Gramaglia nello stesso titolo riassume e giudica il risultato di questi due eventi che hanno aperto la strada verso la campagna elettorale delle primarie per la nomina dei prossimi due sfidanti per la Casa Bianca. “Donald Trump vince il dibattito anche quando dà forfait; e anche quando sforna prestazioni mediatiche senza fuochi d’artificio. In sua assenza, infatti, i suoi rivali per la nomination repubblicana a Usa 2024 non trovano il colpo del ko – era difficile – e neppure lo mettono alle corde con sventole ai fianchi e ganci al mento. Lui ne esce indenne o quasi.E , poche ore dopo, Trump si prende tutta la scena mediatica consegnandosi alle autorità ad Atlanta per essere arrestato, formalmente rinviato a giudizio – per la quarta volta – e subito messo in libertà su cauzione da 200 mila dollari”.
Donald Trump vince il dibattito anche quando dà forfait; e anche quando sforna prestazioni mediatiche senza fuochi d’artificio. In sua assenza, infatti, i suoi rivali per la nomination repubblicana a Usa 2024 non trovano il colpo del ko – era difficile – e neppure lo mettono alle corde con sventole ai fianchi e ganci al mento. Lui ne esce indenne o quasi. E, poche ore dopo, Trump si prende tutta la scena mediatica consegnandosi alle autorità ad Atlanta per essere arrestato, formalmente rinviato a giudizio – per la quarta volta – e subito messo in libertà su cauzione da 200 mila dollari[1]. Tutte circostanze che di solito ti cuciono addosso la lettera scarlatta del presunto colpevole, ma di cui Trump fa, invece, un’occasione di propaganda, a suon di slogan e di menzogne.
Colpevole? Lui è la vittima di una giustizia politicamente corrotta. La rete di accuse che da quattro mesi lo sta avvolgendo, invece di alimentare il sospetto di reato, è – dice – la prova della sua innocenza: lo vogliono fare fuori per via giudiziaria perché ne hanno paura al test del voto.Per l’ex presidente, la decisione, sulla carta rischiosa, di schivare il primo dibattito fra gli aspiranti alla nomination repubblicana per Usa 2024 si rivela azzeccata.
Sul palco di Milwaukee (Wisconsin) e sugli schermi di Fox News[2], i suoi avversari parlano più di lui che di se stessi e nessuno si impone come in grado di batterlo.
Intanto, lui manda su X, l’ex Twitter, un’intervista compiacente e un po’ trita con il giornalista amico Carlson Tucker, ex ‘stella’ di Fox News, che l’ha da poco cacciato proprio per ‘eccesso di trmpismo’[3]: il social dei cinguettii gli è di nuovo amico, ora che lo gestisce un suo potenziale ‘alter ego’ degli Anni Trenta, Elon Musk.
Sul palco del dibattito di Milwaukee, sette cravatte rosse e una donna in bianco
Nel loro primo dibattito, gli otto aspiranti alla nomination repubblicana che rispettano i criteri fissati dal Comitato nazionale repubblicano si sono dati battaglia per emergere e si sono scontrati sull’Ucraina, sull’aborto e su Trump. Per milioni di elettori delle primarie repubblicane, che inizieranno solo fra quasi cinque mesi, il 15 gennaio 2024, nello Iowa, era la prima occasione di vederli e di valutarli: alcuni di essi hanno scarsa riconoscibilità a livello nazionale.
Sul palco c’erano, al centro, il governatore della Florida Ron DeSantis, la cui campagna è in panne da mesi, e l’imprenditore Vivek Ramaswamy, il cui populismo gli sta, invece, valendo più impatto del previsto[4]. Alla destra di DeSantis, l’ex vice di Trump Mike Pence, il più esperto e quello che parla di più[5]; l’ex governatore del New Jersey Chris Christie; e il governatore del North Dakota Doug Burgum.
Alla sinistra di Ramaswamy, c’erano l’ex governatrice della South Carolina, ed ex rappresentante degli Stati Uniti d’America all’Onu, Nikki Haley, l’unica donna[6]; il senatore della South Carolina Tim Scott, un nero; e l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson.
Due curiosità: una politica, sei degli otto sono o sono stati governatori (Pence dell’Indiana); ed una cromatica, tutti gli uomini sono in scuro con la cravatta rossa – rosso è il colore dei repubblicani -, mentre Haley ha un vestito bianco con riflessi azzurri. Si comincia dall’economia, il che dà a tutti la possibilità d’attaccare il loro ‘nemico numero 1’, cioè il presidente Joe Biden, il cui fallimento è l’unico punto su cui c’è un consenso generale[7]. Poi, sull’Ucraina, sull’aborto, sul clima, gli otto si attaccano fra di loro e attaccano, con più o meno intensità e convinzione, Trump. C’è chi ipotizza un ticket tra il magnate e l’imprenditore populista Ramaswamy, che, per qualche verso, gli assomiglia, anche se appare dialetticamente meno grezzo e greve. Il momento più insidioso è quando viene loro chiesto se sosterranno Trump, se, nonostante un’eventuale condanna in uno dei suoi tanti processi, sarà il candidato repubblicano a USA 2024. Solo Christie, il più critico con l’ex presidente, e Hutchinson (non a caso, i due ex procuratori) dicono che non l’appoggeranno, perché il suo comportamento è stato eversivo.
DeSantis non esce dal grigiore nel dibattito: campagna in panne
Dal duello di Milwaukee, non esce un vincitore, ma uno sconfitto, DeSantis, che non trova il colpo di reni per rilanciare la sua campagna: troppo studiato, poco empatico, con scarso carisma, insiste sul declino del Paese e promette di “rimandare Joe Biden nel suo basement”, ma come proposta s’arena al controverso “modello Florida”.
Anche Trump con Carlson non fa il botto: ripetitivo e scontato, un disco un po’ rotto – e questo può cominciare a divenire un handicap -. Lui non ha certo bisogno di farsi conoscere; deve, però, evitare di offrire sempre solo la replica di se stesso: attacca Biden il “corrotto”, “un manchurian candidate”; ribadisce la tesi delle elezioni truccate; promette di chiudere la frontiera col Messico in funzione anti-immigrazione; ma divaga sui suoi rapporti col defunto finanziere pedofilo Jeffrey Epstein[8] e sulle sue relazioni con il dittatore nord-coreano Kim Jong-un.
A Milwaukee, Pence mette a segno qualche punto: incassa il plauso dei rivali per essersi opposto alla richiesta di Trump di non certificare la vittoria di Biden, violando la Costituzione; e mette in riga il rampante Ramaswamy, imprenditore bio-tech senza esperienza politica, “non è tempo di esordienti e di apprendistato”.
Christie rincara la dose su Ramaswamy: «Non ne posso più di questo tizio che sembra ChatGtp”; e ricorda di essere l’unico del lotto ad avere battuto (nel suo Stato) un democratico in carica. Haley è la sola a dire di non “demonizzare” l’aborto ed evoca il plus femminile citando Margaret Thatcher:
“Se vuoi che di una cosa si parli, chiedi ad un uomo; se vuoi che sia fatta, chiedi ad una donna”.
Scott, unico senatore afro-americano repubblicano, aspirante “Obama conservatore”, non fa gaffe, ma non buca lo schermo, come l’anonimo Burgum.
Sull’Ucraina, gran parte dei candidati è favorevole agli aiuti a Kiev, tranne Ramaswamy, fortemente criticato da Pence e Haley, i due più esperti di politica internazionale. DeSantis chiede agli europei un maggior impegno.
La scena di Atlanta: un déjà vu con l’eccezione della foto segnaletica
Il concorso di eventi fa dire ad Amber Philips sul Washington Post che la campagna per USA 2024 “comincia davvero questa settimana”.
Il sipario sul dibattito è appena calato – il confronto è andato in onda alle 21.00 della East Coast, le 03.00 in Italia – che l’attenzione dei media s’è già spostata sulla Contea di Fulton, Atlanta, Georgia, dove fin dall’antevigilia si sono già sottoposti ai riti giudiziari alcuni dei 18 co-imputati di Trump.
Fra essi, l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, all’epoca dei fatti avvocato dell’allora presidente e suo guru nelle battaglie legali, tutte perdute, per provare che le elezioni presidenziali 2020 vinte da Joe Biden erano state truccate e rubate, e l’altro avvocato John Eastman, stratega dei tentativi di Trump di restare al potere nonostante la sconfitta – entrambi subito liberi su cauzione -.
Per molti, il processo in Georgia è il più insidioso fra quelli che Trump deve affrontare: è stato rinviato a giudizio pure a New York, in Florida e a Washington. Il procuratore generale della Contea Fani Willis lo accusa di essere a capo “d’un’organizzazione criminale” e “d’una vasta cospirazione” per rovesciare il risultato delle elezioni nello Stato e nell’Unione.
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[1] Rinvio al mio articolo precedente: Giampiero Gramaglia, “USA 2024: vigilia dibattito, Trump cala il poker e fa il gran rifiuto”, The Watcher Post, 21 agosto 2023. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2023/08/21/usa-2024-trump-cala-poker/.
[2] Si veda il sunto del dibattito pubblicato da Thomas Catenacci, “Republican debate highlights: 5 memorable moments from Milwaukee slugfest”, FoxNews, 24 agosto 2023. Cf. https://www.foxnews.com/politics/republican-debate-highlights-5-memorable-moments-milwaukee-slugfest.
[3] Giampiero Gramaglia, “Media: Cnn & Fox, il giornalismo che si schiera perde pezzi e ascolti”, Professione Reporter, 17 giugno 2023. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2023/06/18/cnn-fox-igiornalismo-si-schiera-perde/.
[4]Giampiero Gramaglia, “Usa 2024: DeSantis parte male, ma candidatura è cattiva notizia per Trump e Biden”, The Watcher Post, 25 maggio 2023. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2023/05/25/usa-2024-desantis-parte-male/.
[5] Giampiero Gramaglia, “Verso Usa 2024: repubblicani, Pence vs Trump che censura Liz e gli altri”, Il Fatto Quotidiano, 6 febbraio 2022. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2022/02/06/usa-repubblicani-pence-vs-trump-liz/.
[6] In rotta con Trump sin dal 2018. Cf. Giampiero Gramaglia, “Nikki se ne va, la Haley molla Trump e l’Onu”, Il Fatto Quotidiano, 10 ottobre 2018. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2018/10/10/usa-nikki-haley-trump-onu/.
[7] Cf. Giampiero Gramaglia, “Biden più presidente che candidato; corsa non sarà remake”, AffarInternazionali.it, 27 aprile 2023. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2023/04/27/biden-piu-presidente-che-candidato-corsa-non-remake/.
[8] Giampiero Gramaglia, “Epstein, il suicidio è un giallo, complottisti a gogò”, Il Fatto Quotidiano, 13 agosto 2019. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2019/08/13/usa-epstein-suicidio-giallo/.