Italia
Si è svolto a Roma l’incontro organizzato da Siav in collaborazione con Poste Italiane, Accenture e Forum PA e ha messo in evidenza che ci sono già normative complete e tecnologie per la dematerializzazione dei documenti. Quello che ancora manca in tanti casi è la “sfida della modernità”, ovvero il coraggio di intraprendere in modo concreto la strada verso l’innovazione.
“La normativa per eliminare il cartaceo a favore del digitale c’è, e i vantaggi di questo cambiamento sono evidenti, sia in termini di efficienza sia di risparmio economico”, riferiscono gli organizzatori, aggiungendo che però, “…nonostante siano disponibili molteplici soluzioni tecnologiche per la digitalizzazione, in Italia i fogli continuano a dominare le scrivanie della pubblica amministrazione”.
Per Alfieri Voltan, presidente di Siav, il problema di fondo è che “i manager della Pubblica Amministrazione devono essere incoraggiati ad avere comportamenti più imprenditoriali, devono avere il coraggio di rischiare, supportati anche da istituzioni come il Cnipa, che li aiutino con pareri autorevoli a prendere decisioni anche dove le normative non sono assolutamente garantiste. Le norme fondamentali ormai ci sono e gli interventi del ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta hanno sollevato una serie di problematiche che spingono verso l’innovazione, il cambiamento, la ricerca dell’eccellenza. Si tratta ora di trovare le strade per accompagnare i manager verso questo atteggiamento imprenditoriale, anche se un’attuazione reale e completa della digitalizzazione documentale sarà ancora molto lunga. Per contro, il salto di efficienza e trasparenza della PA diventa epocale”.
Questa problematica ha fatto da filo conduttore all’incontro dei giorni scorsi sul tema “eGovernment, eDemocracy”, moderato dal direttore generale del Forum PA Carlo Mochi Sismondi. Accanto a un problema di tipo di culturale sono stati discussi aspetti legati a normative e questioni tecniche. Come la piena attuazione del Codice della pubblica amministrazione digitale, attraverso la riorganizzazione e l’introduzione di strumenti e procedure in grado di trasformare l’Italia in un protagonista dell’innovazione amministrativa in Europa.
Fabio Pistella, presidente del Cnipa, ha poi sottolineato la necessità di portare avanti un impegno stabile e condiviso in questa direzione, grazie anche a delle regole chiare e precise. “In Italia ci sono numerosi casi di eccellenza che devono diventare da traino per l’innovazione in questo settore“, ha detto.
“E’ necessario introdurre una politica del rischio – ha dichiarato Pierluigi Ridolfi, presidente della commissione interministeriale sulla dematerializzazione – con l’obiettivo di realizzare concreti cambiamenti nella PA in termini di efficienza, riduzione costi e miglioramento della qualità del servizio. Se non ci muoveremo in questa direzione non realizzeremo mai un’innovazione reale ed è giunto il tempo per cambiare”.
“Il quadro normativo è più che sufficiente e la tecnologia è disponibile”, ha concluso Roberto Benzi, consulente esperto del dipartimento Innovazione e Tecnologie del ministero per la Pubblica Amministrazione e Innovazione, “Manca ancora un’ottica unitaria che abbia come finalità l’attuazione reale della digitalizzazione nella pubblica amministrazione. La lenta macchina della PA si è già messa in moto in questa direzione, ma è necessario introdurre un nuovo concetto di gestione del rischio e, soprattutto, investire in formazione e innovazione per tutti i dipendenti del settore pubblico”.
Hanno partecipato al convegno anche Massimo Civitelli, direttore servizio informatica, comunicazioni e cifra del ministero degli Affari esteri, Poste Italiane, Forum PA, Comune di Milano e Accenture. Quest’ultima ha espresso il suo punto di vista sulla necessità di innovare i servizi negli enti pubblici. “Grazie all’esperienza maturata nella collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni di 24 Paesi – ha detto Angelo Italiano, public service managing director – abbiamo riscontrato come nel percorso per una PA dinamica l’innovazione dei servizi di front-end non possa prescindere da un’adeguata e profonda riorganizzazione dei processi di back office, in un’ottica di semplificazione, integrazione e multicanalità.”